Il plauso di Legambiente rivolto all’operato della soprintendente Panvini l’ha colta di sorpresa. “Il Piano paesaggistico, anche se ancora deve essere approvato dalla Regione, è già legge e quindi va fatto rispettare. Nello specifico – continua la Panvini – l’articolo 42 è uno strumento importantissimo, grazie al quale riusciamo a tutelare il nostro paesaggio”.
L’articolo in questione, infatti, disciplina le costruzioni nelle zone agresti, queste devono essere finalizzate all’uso agricolo del fondo, per gli edifici di nuova costruzione, mentre il suddetto articolo incentiva il riuso e la rifunzionalizzazione degli edifici già esistenti a patto che vengano rispettate le volumetrie originarie e la forma stessa delle costruzioni.
Il rispetto di questo articolo e del Piano tout court è un atto indispensabile se si vogliono tutelare le peculiarità naturalistiche e paesaggistiche del territorio anche in funzione turistica. E’ questo il solco ideale e valoriale che la sovrintendete sta cercando di tracciare. Le iniziative sin qui realizzate dalla Panvini vanno ascritte proprio all’interno di questo orizzonte. L’idea è semplice, dar vita ad un sistema che sia consapevole delle economie locali e delle ricchezze paesaggistiche, storiche ed archeologiche del nostro territorio, il tutto in funzione turistica. Non occorre ingessare il nostro territorio, ma utilizzarlo anche in funzione di nuovi sistemi economici.
Ricorda il progetto europeo Archeotour, che ha disegnato ed evidenziato il circuito turistico delle ricchezze storico-archeologiche esistenti tra la provincia di Ragusa e Malta. Un percorso di memoria, di storia, un fil rouge che ha valorizzato quei siti, come chiese, ipogei e catacombe, risalenti al Tardo Antico e all’Alto Medioevo, che sono il vero ponte tra la nostra cultura e quella maltese, quella mediterranea. “Un patrimonio – dichiara la sovrintendente – che va tutelato e promosso, anche affrontando quelle criticità che in un modo o nell’altro ne penalizzano la fruizione, come ad esempio la viabilità”.
Il convegno organizzato lo scorso dicembre su Paesaggio, archeologia e architettura è un altro tassello di questo progetto. Un momento di riflessione in difesa del nostro territorio, che ha visto la partecipazione di più di 25 soggetti fra enti privati e pubblici; il Comune e la Provincia, naturalmente, ma anche la Cna, l’Ance e Confindustria, solo per fare dei nomi.
“Questo è stato il primo salone dell’edilizia ecosostenibile, nel quale si sono potute ammirare le soluzioni edili di nuova generazione che non sfruttano il suolo per distruggerlo ma lo occupano in maniera intelligente”. Un evento importante, che non deve rimanere un qualcosa di isolato, anzi è preciso interesse della sovrintendente fare tutto ciò che è in suo potere affinché questa kermesse si istituzionalizzi e diventi, negli anni, un appuntamento irrinunciabile per gli operatori nazionali. Il modello che ha in mente la Panvini è quello delle fiere dell’Emilia Romagna, cita il salone dell’Architettura e del restauro di Ferrara.
La Panvini guarda al 2015, l’anno dell’Expo, un evento fondamentale anche per il territorio ibleo, una chance da cogliere al volo, e ciò non può che essere fatto salvaguardando il nostro territorio ed superando le sue criticità, sopratutto in quanto questi appuntamenti “determinano la nascita di flussi turistici ed il turista – conclude – è un nostro ospite e perciò va trattato nel miglior modo possibile”.