“Se qualche consigliere vuole portare le carte in Procura lo faccia pure, ma ci metta la faccia e lo dichiari in Consiglio, senza scaricare sulle forze dell’ordine la responsabilità dell’eventuale apertura di un’indagine. Gli uffici sono stati a completa disposizione della commissione, e molto di quanto riportato è falso e tendenzioso”. Questa dichiarazione del sindaco di Chiaramonte Gulfi, Vito Fornaro, è stata inviata qualche giorno fa ai giornali in seguito ad un articolo apparso su un quotidiano locale in cui ci si chiedeva se, visto che il lavoro della commissione d’indagine si è ormai concluso, le carte potrebbero essere inviate alla Procura della Repubblica. Un’ipotesi plausibile anche se, già durante lo scorso consiglio comunale (20 febbraio 2014), i consiglieri in realtà non aveva ancora deciso un bel nulla, anzi si erano riservati la facoltà di leggere attentamente le carte e poi decidere. Ma in realtà, qualcuno che “ci ha messo la faccia”, c’è. Il consigliere Giuseppe Nicastro, infatti, durante il consiglio del 14 gennaio del 2014, ha chiesto pubblicamente alla segretaria di inviare copia della delibera di consiglio alla Procura. Prima, dunque, che si istituisse la commissione d’indagine. Ma andiamo con ordine. Per ricostruire brevemente la vicenda, basterà citare alcuni momenti salienti. Il 14 gennaio 2014, durante il consiglio si viene a conoscenza del fatto che l’ Opera Pia Rizza – Rosso ha inviato ai consiglieri una nota parlando di irregolarità nella procedura di selezione per la manifestazione pubblica di interesse. Esattamente, si tratta della manifestazione d’interesse approvata dalla giunta con delibera 290/2013 relativa all’individuazione di soggetti del terzo settore per la co – programmazione e la successiva gestione di azioni per l’integrazione dei richiedenti asilo. Denominazione complessa che in pratica indica la gestione dei fondi ministeriali denominati SPRAR per i richiedenti asilo. Le cooperative che si presentano sono due: la fondazione San Giovanni Battista e Opera Pia istituto Rizza – Rosso (insieme) e la cooperativa Nostra Signora di Gulfi. L’Opera Pia, dunque, parla di irregolarità e invia una nota ai consiglieri. Durante quello stesso consiglio, oltre alla richiesta di Giuseppe Nicastro, viene istituita anche la commissione d’indagine (formata dai tre consiglieri Antonella Occhipinti, Paolo Battaglia e Giovanni Vivera). La commissione, s’insedia ufficialmente il 21 gennaio 2014 e termina il suo lavoro con la relazione presentata in consiglio il 20 febbraio 2014 (Commissione da cui si dissocia il consigliere Vivera che presenta una sua relazione). Nella parte finale della relazione, si invitano i consiglieri ad approfondire alcuni fatti che meriterebbero, dunque, ulteriore attenzione. Da qui in avanti, però, non si sa nulla in merito alle decisioni dei consiglieri. Non si sa, cioè, se qualcuno ha deciso di inviare la relazione in Procura o se si è deciso di fare qualcosa. E allora? Beh, in realtà qualcosa di nuovo ci sarebbe: Secondo fonti ben informate sui fatti, il Comune di Chiaramonte Gulfi ha ricevuto agli inizi del mese di marzo, una nota da parte dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici. Sempre secondo queste indiscrezioni, l’Autorità ha richiesto al Comune di inviare entro 30 giorni una relazione e una serie di documenti esplicativi in merito alla manifestazione d’interesse.