Durante la recente visita a Ragusa, per la presentazione dell’ultima fatica letteraria, l’indimenticato ultimo segretario del Partito Comunista ha accennato al fatto che qualcuno, con leggerezza, ai tempi della svolta della Bolognina, aveva azzardato l’ipotesi che la classe operaia si fosse estinta, o che, comunque, avesse cambiato i suoi connotati.
Guardando, meglio dire ammirando, l’esperienza di un gruppo di lavoratori ragusani, di cui diremo appresso, ci sentiamo di affermare che la classe operaia è sempre esistita, si è estinta invece la classe politica e sindacale che ne costituiva naturale emanazione, scomparsa attraverso il mutamento dei caratteri genetici che ne ha fatto esclusivamente classe politica, con giacche di cachemire e tavole imbandite con ostriche, caviale e champagne.
Fra i tanti patrimoni di Ragusa, quello del gruppo di lavoratori che, esposti in modo inconsapevole al rischio mortale dell’amianto, per anni, hanno dato vita all’associazione Esposti Amianto Sicilia, resterà nella storia di quello che dovrebbe essere la classe operaia, impegnata, anche dopo la pensione, alla vera tutela dei lavoratori. Compito che non spetta solo ad essi, ma che li deve vedere attivi nella difesa di diritti inviolabili, che sono poi di tutti.
Un gruppo di lavoratori che dal 1976 al 2010 hanno lavorato in una fabbrica in Sicilia e, per oltre vent’anni, sono stati esposti in modo inconsapevole al rischio mortale dell’amianto.
Lavoratori del profondo sud, isolato, emarginato, culturalmente e politicamente meno evoluto, che hanno saputo dimostrare l’effimera valenza di questi stessi assunti: da Ragusa è partita non una rivoluzione politica o sindacale dei lavoratori, ma una rivoluzione culturale, per mezzo della quale hanno rimodellato e universalizzato il problema, che non è solo cosa loro.
Sono riusciti a sensibilizzare la società e le istituzioni, con l’obiettivo di attivare azioni concrete che diano risposte e soluzioni ai tanti problemi che l’uso e la presenza massiccia di questo materiale cancerogeno ha creato nel nostro paese.
L’amianto, comunemente noto con il nome di ETERNIT, è stato causa di malattie e di morte per migliaia di lavoratori, e per le loro famiglie, e, essendo altamente inquinante, continua ad essere la causa di disastri ambientali come quello della cosiddetta “terra dei Fuochi”.
L’associazione è costituita da lavoratori strettamente esposti all’amianto, che hanno polarizzato l’attenzione di tanti altri colleghi, impegnata, sul piano sociale, a rivendicare diritti non riconosciuti; anche attraverso azioni legali con avvocati e medici che seguono le varie fasi dei ricorsi legali ed assistenziali.
Una associazione che ha avuto ospitalità presso il Comune di Ragusa, grazie alla sensibilità di amministratori che hanno compreso la valenza dell’azione di una piccola classe operaia, sostituitasi, con grande successo, alla politica e ai sindacati, più impegnati, come, ormai, solitamente avviene, nella ricerca di visibilità e nella gestione del potere.
Di amianto si muore al nord e al sud, e in tutto il mondo, quella polvere invisibile e mortale determina una mappa di morte, alla quale difficilmente si sfugge.
Se ne deve parlare affinché nessuno possa continuare a fingere che il problema non esiste, perché si vuole arrivare a far luce sulle morti bianche nel mondo, perché non continui la strage che nasce dall’assurdo ricercato profitto di pochi uomini che viene considerato più importante della vita di molti altri.
Il 25 febbraio 2012 è stata organizzata una grande conferenza sull’amianto per mettere insieme forze politiche, istituzionali, professionisti dell’ambiente, specialisti medici, lavoratori, per creare una sinergia di intelligenze e di forze in grado di dare risposte concrete alla problematica dell’amianto.
La conferenza ha avuto un enorme riscontro, con la partecipazione di circa 1000 persone tra lavoratori, professionisti della medicina , rappresentanti delle istituzioni sociali e politiche, che si sono resi sensibili al grande problema dell’amianto.
Tante sono state le volontà di realizzare azioni concrete in ragione della salvaguardia della salute e dell’ambiente.
A luglio 2012, anche la Provincia Regionale di Ragusa ha deliberato all’unanimità “Gli Atti di Indirizzo sull’amianto”, un atto amministrativo che riconosce i diritti della legge 257/92 ai lavoratori esposti nel territorio ragusano.
Se la Regione Sicilia dovesse approvare lo stesso atto amministrativo, si darebbe risposta a tanti lavoratori
esposti all’amianto che non hanno avuto alcun beneficio né previdenziale né sanitario.
Un anno dopo la conferenza nazionale, lo SPRESAL di Ragusa ha avviato un progetto di sorveglianza sanitaria a tutti i lavoratori esposti all’amianto e ai materiali cancerogeni.
Tutto questo è stato ‘’politica’’ attiva, ne va dato merito all’associazione Esposti Amianto Sicilia, al Presidente Turi Occhpinti e ai suoi compagni di cordata che lo coadiuvano in maniera esemplare, fra cui Gaetano Scollo, Carmelo Lorenzo, Carmelo Distefano, Giovanni Tidona.
Gli aspetti culturali dell’azione hanno ottenuti riscontri maggiori della nomale attività associazionistica, per questo e per la loro valenza intrinseca, meritano spazio, che ci ripromettiamo di offrire, dedicato in quelli riservati alla cultura e all’arte, perché di questo si tratta.
L’archeologo Giovanni Di Stefano, autore del libro I Greci di Sicilia. Le città.
Pensare il presente come entità autonoma, ovvero assolutamente staccata da altre dimensioni non può che essere una incongruenza, dunque servirebbe...