Da qualche anno ormai non si fa che parlare di quote rosa ossia della percentuale di donne nei vari ambienti lavorativi. Non sono rare infatti le ricerche che periodicamente vengono pubblicate sulla disparità che il mondo del lavoro riserva a quello che un tempo, ed erroneamente, veniva etichettato come il “sesso debole”.
In linea di massima si può asserire, ma questo già lo si sa, che le donne sono, a parità di formazione e di esperienza professionale, meno pagate degli uomini e, nella maggior parte dei casi, ricoprono ruoli di minor prestigio. Questo che è una caratteristica propria delle civiltà meno evolute e perciò più maschiliste riguarda anche il bel Paese. Questo odioso fenomeno si palesa in tutta la sua gravità nel mondo della politica, da sempre campo di pertinenza esclusiva dell’uomo.
Ci siamo chiesti se è così l’Italia, ma come è messa la nostra provincia? Chi è il sindaco che più di altri ha voluto tra i suoi collaboratori più stretti delle donne? Quale è l’elettorato che più di altri ha danno fiducia alle donne? Ed infine quale è il Comune con meno quote rosa di tutte?
Bene, iniziamo con il dire che la provincia di Ragusa non fa alcuna eccezione, diciamo che è perfettamente in linea con la media nazionale.
Tra tutti i sindaci della provincia va uno speciale riconoscimento al primo cittadino di Ispica, Piero Rustico, che su 4 assessori, ha scelto tre donne, seguito a ruota dal sindaco di Giarratana, che su un totale di 6 assessori, 4 sono donne. Segue il Comune di Comiso con una divisione perfetta degli assessorati tra uomini e donne. Fanalino di coda, di questa speciale classifica, vi è Acate, con una giunta tutta al maschile e Ragusa, con un rapporto di 7 a 1.
Meglio di Ragusa, in ordine crescente, Vittoria e Modica (una donna su 6 assessori), Scicli, Monterosso, Santa Croce (una donna su 4 assessori) ed infine Chiaramonte e Pozzallo (con una donna su tre assessori).
Se queste sono le composizioni delle giunte, ben diverso è il discorso sulla composizione dei Consigli comunali, in fondo questi dipendono dalle preferenze dell’elettorato e così scopriamo che Acate, questa volta, ha il miglior rapporto tra uomini e donne pari a 1,8, su quindici consiglieri 8 sono donne. Seguita da Chiaramonte (sei donne su 15 consiglieri) e Guarratana (cinque donne su 13 consiglieri).
Il risultato peggiore invece lo fa registrate il comune di Scicli (un solo consigliere donna su un totale di 21), segue il comune di Vittoria (su 30 consiglieri annovera solo 2 donne), Pozzallo (tre donne su 22 consiglieri) e Comiso (tre donne su 20 consiglieri).
Stabilire per legge la percentuale di quote rosa, ma è una mia personalissima opinione, è una assurdità politica oltreché democratica, ma forse dinnanzi a questi dati non ci si può che arrendere ed ammettere, che questo Paese non è maturo e quindi necessita di esser accompagnato e guidato ad ogni suo passo. Ieri, a Roma, ancora una volta, i due maggiori partiti politici italiani hanno deciso che la rappresentanza femminile non è una questione rilevante e così hanno bocciato la proposta sulle quote rosa.