Ritorniamo a parlare di via Roma, della voglia di recuperarla, di rivitalizzarla e quindi dell’immobilismo, che in pratica la condanna ad una morte lenta ma inesorabile, in barba a tutti i discorsi che vorrebbero ricreare lì, il salotto buona di Ragusa.
Il 15 gennaio scorso intervistammo Giovanni Cassarino, commerciante storico di Ragusa, che in via Roma ha il suo negozio. Allora parlammo dei tanti problemi che affliggono quella zona della città e delle possibili soluzioni che potrebbero essere trovate, per provare ad ovviare a quella che sempre più si annuncia coma la desertificazione economica e sociale di via Roma. Quasi a margine di quell’intervista Cassarino elencò tre cose che l’Amministrazione potrebbe fare per migliorare la situazione.
Uno. Incrementare l’illuminazione della strada, l’effetto lampioni a petrolio tipico della Londra di fine ‘800 è tanto caratteristico, ma così poco funzionale.
Due. Istallare delle telecamere su tutta la zona, perché il degrado di cui si fa sempre un gran parlare, diventa, ogni giorni di più, una fastidiosa realtà.
Tre. Dar vita ad un sistema di sgravi fiscali, si pensi all’Imu e alla Tares, per rendere più agevole l’apertura di nuove attività commerciali, ma non solo, qualcuno aveva pure proposto di studiare un modo per rendere meno economica la triste abitudine di lasciar sfitti i locali, complice i prezzi esorbitanti.
Tutte idee proposte al sindaco Piccitto, che il primo cittadino ha salutato con fervore, ma solo in via teorica.
E invece no. “Il sindaco Federico Piccitto, con tempestività – così come scrive il collega Cesare Pluchino nel suo pezzo intitolato ‘Ragusa, via Roma: fiat lux!’ – facendo sfoggio del suo innato pragmatismo, interviene in maniera concreta e così 7 grandi proiettori di luce per esterni, eufemisticamente chiamati faretti, nel post sulla pagina facebook, integrano la ‘povera’ illuminazione regalataci dai progettisti di via Roma”, certo prosegue Pluchino “nessuna concessione all’assonanza di stili, nemmeno il tempo di trovare un filo elettrico nero o, almeno, grigio scuro, grande preveggenza nello scegliere il modello orientabile, perché da domani, come esperto tecnico, potrà far dirottare il fascio di luce a soddisfazione del commerciante ibleo, sulla soglia d’ingresso dell’esercizio, davanti alla vetrina, direttamente sull’insegna”.
Come dire, non si può avere tutto, però una cosa è stata fatta, la più semplice, la più economica, forse addirittura la meno utile, ma non disperiamo, siamo certi che quest’atto sia il primo passo di tutta quella serie di provvedimenti rivoluzionari che, nell’arco di poco tempo, trasformeranno la landa desolata di via Roma, nel salotto buono della Città. Per questo confidiamo nel detto latino: parva saepe scintilla magnum excitavit incendium.