Per chi soffre di disturbi alimentari e controlla in maniera maniacale le calorie di ogni alimento ingerito ma non vuole rinunciare all’alcol, ecco l’ultima moda, la drunkorexia.
Il termine deriva dalla fusione delle parole inglesi drunk e anorexia, cioè “alcolizzato/a” e anoressia, una via di mezzo tra l’ubriachezza e l’anoressia.
Alcol e dieta non vanno d’accordo, è risaputo. L’alcol infatti è calorico e non apporta nessun tipo di sostanze nutritive all’organismo. Ma è possibile astenersi dall’alcool, così trendy e così cool, nell’era dello sballo, dell’happy hour e dei lounge bar?
Sebbene il termine non sia stato ancora riconosciuto dalla medicina ufficiale, la drunkorexia o drunkanoressia sta rischiando di diventare una vera e propria patologia come attesta il numero sempre più crescente di casi clinici. Si tratta di un complesso disturbo alimentare al quale si unisce quello dell’alcol in un binomio pericolosissimo per la salute del nostro organismo: la volontà di dimagrire, infatti, non è fine a sé stessa come nell’anoressia normale ma è funzionale all’assunzione di bevande alcoliche. E considerato l’alto apporto calorico di un cocktail digiunare diventa necessario per queste giovani donne che vogliono divertirsi senza troppi problemi per la linea: non consumando cibo durante tutta la giornata possono, infatti, bilanciare le calorie che ingurgiteranno la sera sotto forma di alcolici.
Ossessionate dall’idea di un corpo perfetto, le drunkanoressiche preferirebbero morire di fame piuttosto che rinunciare alla libertà di bere perché è soltanto nell’alcol che esse credono di trovare l’approvazione dei loro coetanei maschi. Bere per piacere. E’ questa la motivazione e l’illusione che spinge una ragazza su tre ad assumere con leggerezza sostanze alcoliche pur di apparire bella e spassosa, senza considerarne le conseguenze. I rischi per la salute, infatti, sono numerosi e non differiscono molto da quelli dell’anoressia: osteoporosi, alterazioni cardiache e amenorrea sono tra i sintomi più frequenti. A questi ultimi poi si devono aggiungere quelli non meno gravi derivanti dal consumo di alcolici, specie se a digiuno: neuropatie, tremori, danni al fegato e al cervello.
Il fenomeno che ha messo in allarme medici e famiglie di tutta l’America è ancora limitato in Italia. Le vittime sono per di più giovani donne in una fascia di età piuttosto ampia, dai quindici ai trent’anni circa. Un problema che si può affrontare solo con la prevenzione educando gli adolescenti alle conseguenze negative che comportamenti alimentari scorretti o l’uso smodato di alcolici possono avere sulla nostra salute psicofisica. Ma forse sarebbe anche il caso di interrogarsi sul rapporto malato che molte donne vivono con il proprio corpo nell’attuale società dei consumi perché è lì che si può e si deve rintracciare l’origine di queste patologie. Da oggetto sessuale a prodotto da esibire questo è il corpo femminile così come ce lo propongono quotidianamente immagini televisive e cartelloni pubblicitari: non c’e da stupirsi quindi che le più giovani vogliano adattarsi a questi stereotipi nell’illusione di una femminilità perfetta.