Qual’è la prima azione fatta da Pinocchio non appena impara a camminare? Scappare. Sfuggire dalle mani del suo creatore, per correre da solo incontro all’esistenza.
Le avventure di Pinocchio è “una favola per bambini piccoli e grandi”, come scrisse lo stesso Collodi, tradotta in tutte le lingue del mondo e di cui si sono impossessati tutti: marxisti, idealisti, strutturalisti, psicanalisti; ciascuno ha voluto far suo Pinocchio. E ciascuno ha trovato nel libro di Collodi valide ragioni per farlo. Ma comunque vengano lette, Le avventure di Pinocchio sono la storia del lungo, avventuroso cammino della vita fatto di cadute e resurrezioni, di buoni propositi e cattive azioni, di slanci generosi e incoerenti sbandate…
Ma è una storia sempre animata dalla volontà di cercare il bene nonostante l’umana fragilità. Pinocchio non smette mai di sperare di diventare un “bravo ragazzo”. E troverà finalmente il riscatto definitivo quando non avrà esitato a rischiare la propria vita per salvare quella di Geppetto e poi dedicarsi con costanza alla cura del vecchio padre malato. Proprio lui, Pinocchio, che all’inizio della storia aveva enunciato il suo programma di vita: “… mangiare, bere, dormire, divertirmi e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo…”.
Pinocchio è dunque redendo dal sacrificio di sé.E sarà questo sacrificio finale a permettergli di incontrare la sua vera natura e di rinascere uomo.
Lo spettacolo è un’interessante e divertente rivisitazione della celeberrima favola di Collodi e vede in scena una qualificata compagnia di 12 attori ragusani: Giovanni Arezzo, Alice Canzonieri, Irene Cascone, Sebastiano D’Angelo, Ilenia D’Izzia, Cristina Gennaro, Barbara Giummarra, Laura Guardiano, Fabio Guastella, Vincenza Iacono, Rita Lombardo, Germano Martorana.
La scena e i costumi sono di Daniela Antoci, le musiche originali di Peppe Arezzo.
Drammaturgia e regia di Franco Giorgio