Sicuramente qualche autorevole consigliere del Movimento 5 Stelle potrà alzare i toni ‘’contro le vie infinite della speculazione politica che produce ricostruzioni scabrose di scelte lineari e trasparenti’’, questa volta per l’irriverente accostamento delle strategie d’aula a quelle tanto vituperate della prima repubblica.
E quello che si è visto ieri sera, al Consiglio Comunale di Ragusa, ci restituisce i consiglieri grillini come più esperti nel rivestire gli abiti di normali politici, attori di tradizionali furbesche sceneggiate, che non quelli del rinnovamento tanto decantato.
Perché il ‘dream team’ dei ‘five stars’ ha dovuto ricorrere a questi gesti estremi, nonostante i numeri bulgari che gli permettono di fare il bello e il cattivo tempo in aula ?
La colpa è sempre delle spine nel fianco dell’amministrazione, il duo Maurizio Tumino – Peppe lo Destro che, con la consueta puntualità, scova l’ennesimo buco nero nell’attività di Piccitto e soci, questa volta a proposito della gestione del canile rifugio sanitario.
Un ordine del giorno, sottoscritto perfino dal capogruppo dei pentastellati, Gulino e dalla consigliera Nicita, che vuole impegnare l’Amministrazione affinché dia mandato agli uffici preposti, di porre in essere, nel più breve tempo possibile, tutti gli atti necessari per regolamentare e disciplinare, in maniera ossequiosa ai principi di legalità, la questione, manda nel pallone i consiglieri a 5 Stelle. I quali, per evitare anche solo la discussione dell’atto, che in ogni caso avrebbero, poi, potuto non approvare, ne chiedono il rinvio, nella considerazione che analoga interrogazione, di altro consigliere di minoranza, attende risposta dall’amministrazione.
Un gesto, quello di far mancare il numero legale per raccordarsi prima della votazione, che la dice lunga sulle differenze di vedute sull’argomento e sulla mancanza di adeguate argomentazioni per rispondere ai firmatari dell’atto.
Una evidente difficoltà che aggiunge perplessità sulla legittimità degli atti e sulla efficienza amministrativa per cui anche un consigliere, di maggioranza almeno formalmente, ha chiesto un intervento chiarificatore del Segretario Generale.
Ancor prima di intervenire per presentare l’atto, e prima della pregiudiziale per il rinvio dello stesso espressa dal consigliere Licitra, Tumino ha formalizzato i termini di un’altra interrogazione, collegata all’argomento e rivolta al Sindaco, sempre unitamente al consigliere Lo Destro, per chiedere come mai,
nonostante la competenza del Servizio di Tutela dei diritti degli animali sia stato affidata, con delibera di giunta del 5 febbraio, al settore 6, in data 7 marzo è stato adottato, in seguito a determinazione del Settore 1, un avviso conoscitivo per l’affidamento e la gestione di alcuni servizi del rifugio sanitario.
Risparmiamo ai lettori l’excursus puntuale di Tumino e Lo Destro che ripercorrono la contorta vicenda del canile rifugio sanitario con estrema dovizia di particolari, arrivando a chiedere la definizione di un quadro chiaro che consenta un affidamento del servizio rispettoso dei principi di legalità e che ponga fine all’istituto della proroga, già perpetrata per cinque volte, raggirando, di fatto, le modalità di affidamento previste dalle norme ordinarie.
Tumino e Lo Destro chiedono lumi sulle difformità fra i due bandi di gara emanati, in ordine alla gestione del canile, in ordine alle somme previste per la gestione stessa (42.531 euro per anno nel primo bando, della durata due anni, 62.120 euro per nove mesi e gestione di alcuni servizi nel secondo), alla mancanza della assistenza sanitaria nel secondo bando, alle differenze per il costo di mantenimento per animale, oscillanti, inspiegabilmente da euro 3,50 a 1,50 per poi fermarsi a euro 2,60 nel secondo bando, con costi di cattura che dagli originali 30 euro schizzano a euro 40.
Evidentemente troppe domande incalzanti, di fronte alle quali i grillini hanno preferito battere in ritirata, per non offrire alla città un quadro peggiorativo di una vicenda da contorni assai poco chiari.
Dopo una lunga sospensione, durante la quale i consiglieri del Movimento 5 Stelle si sono confrontati, al ritorno in aula è stata votata favorevolmente la pregiudiziale di rinvio dell’atto che sarà esaminato in data da destinarsi.
Va ascritto a merito dei consiglieri Tumino e Lo Destro la correttezza di non aver tirato in ballo, nella questione, il riferimento al fatto che uno dei responsabili dell’associazione animalista che, attualmente fruisce delle proroghe, fa parte della compagine dei grillini ed era, almeno fino all’estate scorsa, fra i più stretti collaboratori del Sindaco. Questione che anche noi minimizziamo, conoscendo anche la professionalità del soggetto in questione e per cui, anzi, ci meravigliamo che, nella penuria di associazioni interessate ai bandi, non si sia riusciti a trovare, già da tempo, una definitiva soluzione per la problematica che, questo va riconosciuto, è estremamente complicata per gli amministratori.