Siamo ancora i padroni del nostro territorio e soprattutto delle nostre campagne?
La domanda può sembrare retorica, ma non lo è affatto. Viviamo infatti con maggiore preoccupazione una recrudescenza criminale che non ha precedenti nella nostra storia e che solo in parte può essere addebitata alla crisi economica.
Quali sono i reati più comuni del territorio chiaramontano? I reati sono in aumento o in diminuzione? Le contrade di Chiaramonte che genere di problemi affrontano? Queste sono soltanto alcune delle domande che sono state poste al Maresciallo aiutante S.USP Alberto Bruno, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Chiaramonte e al Capitano Francesco Soricelli, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Vittoria. Grazie alla loro disponibilità, abbiamo potuto realizzare un’intervista e chiedere direttamente a loro di raccontarci e di fornirci alcuni dati relativi alla situazione chiaramontana in generale e a quella del territorio delle contrade in particolare.
Maresciallo Bruno, da quanto tempo è comandante della stazione dei Carabinieri di Chiaramonte?
“Dal 2008, ormai sono sei anni a giugno”.
In linea di massima, quali sono i reati più comuni a Chiaramonte?
“I reati più comuni sono quelli predatori: furti in abitazioni private, aziende agricole, abitazioni rurali. Ci sono alcuni periodi in cui si registrano più furti di alcuni tipi rispetto ad altri. Il problema della crisi economica, ha inciso molto sui reati contro il patrimonio”.
Parliamo della situazione nelle contrade. In queste zone, quali sono i problemi lamentati dai cittadini?
“Chiaramonte ha un territorio molto vasto. Il più vasto all’interno della nostra giurisdizione, ben 127 chilometri. Tra l’altro, Chiaramonte ha una particolarità: ci sono più persone che abitano nei territori rurali rispetto al centro abitato. Effettivamente, le contrade sono il nostro punto dolente, dettato dal fatto che la giurisdizione è veramente molto ampia. Infatti, quasi tutti i reati avvengono in zone lontane o isolate e non è possibile neanche stabilire un orario di massima: accadono di sera, di giorno, di pomeriggio e anche di mattina”.
Capitano Soricelli, quali sono i mezzi più utilizzati per contrastare questi fenomeni?
“ Principalmente, intercettare i soggetti forestieri. Questo perché a Chiaramonte non ci sono esempi di forte criminalità locale. Di solito, è una criminalità di importazione. I soggetti sono spesso gelesi, calatini e catanesi. E’ vero che il centro urbano è più isolato, ma il territorio circostante ha uno sbocco sulla statale 514, utilizzata spesso come via di fuga. Ai forestieri, qualora sorpresi in circostanze sospette, magari con alle spalle precedenti penali per reati di furto, viene dato loro il foglio di via, che interdice la loro presenza nel territorio per tre anni. E’ il nostro cavallo di battaglia per controllare il territorio. Per circostanze sospette si intende, ad esempio, la loro presenza in alcuni luoghi in orari notturni, precedenti penali, utilizzo di attrezzature particolari”.
Maresciallo Bruno, ci sono altri soggetti che vengono controllati nel territorio di Chiaramonte?
“C’è un attento screening delle nuove comunità di migranti che vengono ad abitare sia nelle contrade che nel centro urbano. Il fine non è quello di perseguirli, ma di sapere se abitano realmente nel territorio e cosa fanno. Nell’ambito di questi screening abbiamo attuato una collaborazione con i Vigili Urbani”.
Capitano Soricelli, può fornirci qualche dato?
“Nel 2013 a Chiaramonte sono state arrestate in tutto 13 persone, di cui 4 soggetti arrestati per droga e due proposti per l’avviso orale. 36, invece, sono i forestieri che hanno avuto il foglio di via. Si contano anche, sempre per il 2013, due rapine di cui una scoperta e tre persone denunciate. Si contato, infine, 100 denunce complessive. In generale, si può dire che c’è un trend costante. Non c’è stato un aumento esponenziale di reati. Inoltre, per quanto riguarda l’attività contravvenzionale, sempre nel 2013 abbiamo registrato 55 verbali. Principalmente, la nostra è un’attività finalizzata all’anticrimine. Il mezzo non viene fermato per la contravvenzione, ma spesso per verificare eventuali atti criminosi”.
Maresciallo, ultimamente, si parla di strani episodi di avvelenamento di animali, soprattutto nelle zone rurali. Cosa bisogna fare in questi casi?
“Nessuno ha ancora denunciato niente. I cittadini possono rivolgersi a noi anche per denunciare uno smarrimento, nel caso in cui il cane abbia il microchip o per denunciare i maltrattamenti.
C’è qualche suggerimento che vorrebbe dare ai cittadini?
“Con chi abita in zone isolate, cerchiamo di avere un rapporto diretto con chi vive in zone rurali e marginali per far sentire la nostra presenza, ma invitiamo tutti a prendere anche dei semplici accorgimenti, come ad esempio installare telecamere o allarmi volumetrici che possono essere collegati direttamente con la nostra caserma. Tutti insieme questi elementi costituiscono una valida barriera contro il crimine.”
Infine, il Capitano Soricelli, aggiunge: “I cittadini devono segnalare sempre al 112. Il numero è gratuito”.