Per chi si trovasse di passaggio nella nostra città e avesse modo di sfogliare le pagine dei quotidiani locali, ci sarebbe da strabuzzare gli occhi: addirittura nella stessa pagina, la questione relativa all’acquisto di una collezione di abiti d’epoca, da parte dell’amministrazione comunale, e l’annuncio di un sit-in di indigenti, organizzato dalla CGIL, fuori dall’Assessorato comunale ai Servizi sociali.
Due facce della stessa amministrazione, intenta, in un ufficio, a considerare l’acquisto della collezione Arezzo di Trifiletti, che comprende pregevoli abiti d’epoca, alcuni dei quali appartenuti anche ad esponenti illustri della famiglia aristocratica, alcuni dei quali rami sono insediati, da secoli, nella nostra città, mentre in altri deve arginare lo scontento crescente che, da mesi, coinvolge sempre più numerose famiglie assillate dalla povertà e in attesa dei sussidi che questa amministrazione, vuoi per i ritardi regionali, vuoi per le lungaggini della burocrazia, ma, soprattutto per le criticità delle casse comunali, ha deciso di relegare in stand-by, in attesa di tempi migliori.
Ha dovuto fare i salti mortali l’instancabile assessore ai servizi sociali, Flavio Brafa, che, da un lato, ha curato, con certosina pazienza gli aspetti burocratici e di rapporti con la Regione, allentando, nei momenti cruciali, i cordoni della borsa per quanto permettevano le esangui case comunali.
Ma la protesta è dietro l’angolo e può essere rinfocolata da questi episodi che vedono trattative di centinaia di migliaia di euro per acquistare i vestiti dell’aristocrazia siciliana, mentre indigenti e sussidiati aspettano da mesi un sostegno più volte annunciato e mai arrivato, anche per bandi, come quello del lavoro per i servizi di apertura, chiusura e custodia delle ville, nonché dei servizi igienici comunali, riveduti e corretti, più volte dagli uffici, con estenuante lentezza.
In altri ambienti, più elitari, si è dato vita ad un forte movimento di opinione che spinge per l’acquisto della collezione, momento di condivisione che non si è visto, a Ragusa, nemmeno per questioni più importanti.
Paladino della indiscutibile opportunità data dall’acquisto della raccolta, che comprende anche molti abiti appartenuti a personaggi illustri ma al di fuori della famiglia Arezzo di Trifiletti, è stato il consigliere del Movimento Città, il prof. Carmelo Ialacqua, il quale, più volte, in Consiglio Comunale ha esortato a considerare l’ opportunità per acquisire un patrimonio unico ed appetibile, il cui potenziale di redditività ripagherebbe in pochi anni il suo investimento e genererebbe positive economie da indotto e opportunità di lavoro.
Occorre però precisare che, come più volte acclarato, anche dai sostenitori dell’acquisto, la mancanza di una seria programmazione turistico-culturale induce a valutare bene investimenti di questo tipo che debbono, necessariamente, far parte di circuiti organici e di una organizzata rete museale sul territorio che non si possono creare dal nulla. La collezione costituirebbe, senza dubbio, linfa ideale per istituire una delle più importanti Galleria del Costume a livello europeo, potrebbe essere l’occasione per diffondere, ampliare e potenziare un sistema turistico- economico sul nostro territorio, un Museo che andrebbe a collocarsi nella sua sede naturale del Castello di Donnafugata, dimora di campagna del Barone Corrado Arezzo de Spuches, nel contesto di una operazione di reciproca valorizzazione.
Ma benissimo fa l’Assessore Stefania Campo a valutare attentamente la trattativa che segue, anche con la sua professionalità riconosciuta, assieme al primo cittadino, nonostante, pare, i normali e necessari tempi lunghi della macchina amministrativa abbiano irretito il venditore che, sicuramente, sarà poco aduso a trattare con gli enti pubblici.
Ma, come bene hanno detto i nostri amministratori, quando ci sono soldi pubblici di mezzo, è opportuno spenderli con la diligenza del buon padre di famiglia, soprattutto verificando se ce ne sono le possibilità, anche perché si dovranno fare i conti con la conservazione e la manutenzione della importante ma delicata collezione.
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