Si aspettavano le reazioni per il rimpasto nel governo regionale, le scelte di Crocetta sono state operate, senza eccessiva consultazione con i partiti e i movimenti, come di consueto, scelte ragionate ma solo nella mente del Presidente.
Sorprendenti, per certi versi, le prime reazioni che arrivano dal nostro territorio: sulla stessa lunghezza d’onda esponenti di spicco di area diversa, due rappresentanti della politica locale che, una volta, avremmo potuto definire emergenti, oggi, purtroppo, ancora in attesa nell’anticamera della politica di prima linea, aspettando che i dinosauri di prima e seconda repubblica cedano il passo in nome di quel rinnovamento da tutti auspicato ma da nessuno praticato.
Sono Giovanni Occhipinti, componente dell’Ufficio di Presidenza del Coordinamento Regionale di Forza Italia, e Fabio Nicosia, esponente di spicco del PD in provincia e primo dei non eletti nella lista del Megafono alle ultime regionali, a fare sentire una voce forte che si discosta, nettamente, dalle solite manfrine dialettiche dei politici locali che mirano solo a tenere in caldo gli elettori senza disturbare eccessivamente le gerarchie di partito e di governo di cui sono ligi lacchè.
Il comunicato di Giovanni Occhipinti si inserisce, naturalmente, nel filone dei commenti dell’opposizione all’operato del Presidente del Governo siciliano, ed esprime il netto rammarico per il territorio della ex provincia di Ragusa, ancora una volta dimenticato nonostante la indiscutibile supremazia di carattere economico che, in campagna elettorale, viene sempre acclarata dai politici in cerca di voti. Occhipinti, giustamente, si stupisce che nessuno dei parlamentari locali, che sostengono la maggioranza, abbia una reazione, subendo passivamente. Per l’esponente di Forza Italia è ora di dire basta a questa politica del commissariamento facile che ha trasformato Ragusa in terra di conquista di Crocetta e dei suoi uomini.
Più eclatanti le reazioni di Fabio Nicosia, fino a questo momento considerato, soprattutto nel versante ipparino, il vero luogotenente del Presidente Crocetta, non solo per i rapporti politici ma, soprattutto per la sintonia dello stesso con i vertici politici e amministrativi di Vittoria.
Per Nicosia, la Sicilia cha le maggiori prospettive di crescita viene ancora una volta penalizzata dalle scelte della politica affinché resti limitata, luogo di colonizzazione e terreno di caccia al voto, in occasione delle elezioni. I rappresentanti politici, regionali e nazionali, riconoscono le grandi potenzialità di una provincia che, pur nella crisi attuale, gestisce il 55% della produzione ortofrutticola italiana , ha numeri da record per l’export del settore floricolo, ha una propria sede universitaria, l’unica struttura fieristica in Sicilia che, nonostante la sordità delle amministrazioni regionali succedutesi, compreso quella attuale, è riuscita a mantenersi in vita e ad avere un programma annuale di fiere campionarie e di settore, ha bellezze monumentali artistiche di esclusività assoluta come il barocco e il liberty, ha spiagge e luoghi di mare incredibili, apprezzati, in tutto il mondo, attraverso i film di Montalbano, ha una enogastronomia di eccellenza, ha un nuovo aeroporto che già registra un transito di circa 100 mila passeggeri destinati a moltiplicarsi, un costruendo autoporto da collegare allo stesso aeroporto e al porto di Pozzallo, con un rete viaria in gran parte già ammessa a finanziamento e che collegherebbe anche i porti turistici di Scoglitti e Marina di Ragusa .
Ma tutto questo non basta, sempre secondo Nicosia, per assicurare alla nostra terra il mimino di rappresentatività per inoltrare, al meglio, istanze e immagine del territorio.
E da questa premessa, parte un attacco frontale a Crocetta per le scelte che creano ulteriori squilibri territoriali pericolosi per i percorsi di crescita della nostra provincia che ha rappresentatività politiche prossime allo “0” .
Nicosia si esprime con un linguaggio assai moderato ma dai toni intimamente decisi, che molti vorrebbero diventasse verbo usuale dei politici locali: viene auspicata una fase di ‘riflessione’, che viene forse, nel subconscio, contrapposta alla ‘rivoluzione’ di Crocetta, già all’interno del Partito Democratico provinciale e dei gruppi che fanno riferimento al Megafono. Quest’ultimo, secondo l’esponente vittoriese che vi ha militato, e ancora vi esercita un ruolo, non può essere considerato ad uso e consumo esclusivo di chi lo gestisce verticisticamente o per consentire e giustificare, ancora, presenze assessoriali del nord Italia, con staffisti al seguito.
Un chiaro riferimento alla presenza, in Giunta Regionale, della segretaria bergamasca di Crocetta, Michela Stancheris, che, per i riti della politica, è stata inserita come assessore in quota Megafono.