A MORTE DEVAGAR
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente
chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo
quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Meravigliosa poesia dai plurimi titoli, Lentamente muore, Ode alla vita, e dai plurimi autori Pablo Neruda e Martha Medeiros, appartiene, è frutto e opera della Medeiros con il titolo originale: A Morte Devagar.
Tempo fa questa meravigliosa opera venne erroneamente attribuita al poeta Pablo Neruda, la Medeiros venuta a sapere del disguido ha prontamente contattato la Fondazione Neruda affinché le fosse riconosciuta l’opera.
Dopo il malinteso i giornali non tardarono a criticare chi compì tale disguido definendo A Morte Devagar una poesia insignificante rispetto alla grandezza del Neruda, non ci si capacitava di non esser riusciti a distinguere un’opera qualunque insomma dallo stile del famoso poeta.
Fino ad oggi capita di ritrovarsi di fronte all’opera e trovare alla fine in basso a destra di Pablo Neruda. Il famoso e magnifico poeta del ’900 ha scritto poesie ed opere dal valore inestimabile, ma questo prezioso gioiello della letteratura (a parer mio ovviamente) non gli appartiene e perché non riconoscere il giusto merito al giusto creatore?
A questo punto sfatata la controversia, accenniamo rapidamente alla Mereidos. Martha Mereidos è una scrittrice e giornalista brasiliana, nata a Porto Alegre nel 1961. Ha lavorato per un po’ nella pubblicità, poi trasferitasi in Cile si è dedicata alla poesia, ritornata nella città natale ha cominciato a scrivere come giornalista e così ha proseguito la sua carriera da scrittrice. Visto comunque il successo della sua poesia, credo sarebbe il caso conoscere anche altri dei suoi testi, che vi propongo qui di seguito:
- Strip-Tease (1985)
- Meia noite e um quarto (1987)
- Persona non grata (1991)
- Con Cara Lavada (1995)
- Poesia Reunida ‘ (1998)
- Geração Bivolt (1995)
- Topless (1997)
- Santiago do Cile (1996)
- Trem-Bala (1999)
- Non Stop (2000)
- Cartas Extraviadas e Outros Poemas (2000)
- Couch (2002);
- Divã (2002) –
- Montanha-Russa (2003)
- Rollercoaster (2003)
- Esquisita como Eu (2004)
- Selma e Sinatra (2005)
- ‘Tudo que Eu Queria te Dizer (2007);
- Doidas e Santas (2008)
- Fora de Mim (2010)
- Feliz por Nada (2011)
Di fronte a questa Ode alla vita chiunque l’abbia scritta non ci si può non soffermare, non si può non riflettere. Anche oggi abbiamo svelato una piccola curiosità, che girovagando su internet avremmo potuto scoprire da soli, ma a volte non ci si pone nemmeno la domanda sul perché e per come, su chi o su che cosa, ci si fida di una prima lettura e poi come sempre approfondendo scopriamo che le piccole cose di tutti i giorni hanno dietro sempre una storia, una curiosità, un lo sapevi che… alla prossima curiosità e per l’occasione vi saluto con una strofa della nostra poesia, perché alla fine è della Mereidos, è stata per un pò di Neruda, ma oggi posso dire che è nostra dell’intera umanità.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce