Almeno in centro storico, non c’è esigenza alcuna di un teatro, dal momento che lo spettacolo che viene offerto all’interno del Palazzo Comunale supera ogni più rosea aspettativa.
Si auspica che il Signor Sindaco voglia porre rimedio, ricorrendo al piglio autoritario che ha mostrato, in più occasioni, in queste ultime settimane, riportando il democratico confronto istituzionale entro i limiti dettati dal buon senso, dal necessario garbo istituzionale e dalle indispensabili norme di buona educazione, altrimenti la situazione è destinata a degenerare.
Si auspica anche un intervento deciso del Presidente del Consiglio Comunale affinché si faccia presente ai componenti il civico consesso che la gente comincia ad essere stanca di comportamenti al limite del minimo decoro istituzionale.
In questo teatrino di comportamenti scomposti, avvertibili non solo nell’aula consiliare ma anche nella sala delle Commissioni, non c’è distinzione di sesso e di partito, di maggioranza e di opposizione. Assistere alle sedute è diventato uno spasso, gratuito e assicurato, dal momento che le performance sono ormai puntuali. Reta solo il rammarico che gli addetti alle riprese delle sedute, appena si alzano i toni, tolgono l’audio e fissano la telecamera sullo stendardo del Municipio che troneggia nell’aula consiliare, non consentendo a quanti assistono alla televisione o in streaming di godere dello spettacolo.
La scintilla che ha aperto il sipario, nella seduta di martedì 6 maggio, è stato l’argomento indigenti, ancora irrisolto per colossali ritardi storici della Regione Siciliana e per la conclamata lentezza della macchina amministrativa del Comune che nemmeno i nuovi assessori sanno smuovere dalla arcinota flemma che, da sempre, è stata causa di lungaggini inenarrabili.
In effetti c’era solo una sparuta rappresentanza, dalle intenzioni nemmeno tanto decise, che tentava di ottenere qualcosa, brandendo la minaccia dell’occupazione. Tanto è bastato per innescare un tentativo di dibattito, da cui è scaturito lo scontro verbale fra alcuni consiglieri, a cui si sono accodati i professionisti del ‘’casino istituzionale’’: al grido di pagliacci e buffoni, senza un indirizzo preciso ma comprensibile, fra gli applausi degli indigenti osannanti al retore di turno, si è arrivati ad ascoltare l’appello al primo cittadino di rispettare il Consiglio, in quanto ospite.
Una commedia degli equivoci a tutti gli effetti, con i consiglieri a ripetere le solite litanie sui mancati impegni dell’amministrazione e l’assessore che cerca di ipnotizzare le folle con i racconti delle meraviglie palermitane: solo ascoltando dell’iter burocratico perseguito per l’attuazione dei cantieri di servizi, ci sarebbe da marciare in massa, tutti, verso i palazzi palermitani e non recedere dall’assedio se non dopo l’eliminazione politica e dalle stanze dei bottoni di tutta una classe politico-amministrativa che sta giocando sulla pelle della gente, non solo quella povera.
Dite voi se non è uno spettacolo teatrale ascoltare dall’assessore Brafa, per quanto serissimo, la rievocazione di tutte le fasi dell’iter burocratico richiesto da Palermo per questi benedetti cantieri : apertura del bando, riapertura del bando, graduatoria definitiva pronta nove mesi dopo l’emanazione del bando, 1060 partecipanti, 960 idonei suddivisi per fasce di età, 18/46, 37/50, over 50, immigrati, portatori di handicap, 13 graduatorie diverse per 13 cantieri, per assegnazioni 50% giovani, 20% 37-50 anni, 20% over 50, 5% immigrati, 5% portatori di handicap. Progetti esecutivi per ogni cantiere, attesa di un decreto definitivo, incombenze per INAIL, dispositivi di protezione individuale, assicurazione responsabilità civile, IRAP, commissioni bancarie, tutte cose ancora da definire.
Il lato comico della vicenda: l’assessore, una volta, in riunione, aveva promesso agli indigenti, attraverso i dodicesimi di bilancio (circa 35.000 euro al mese) un sussidio straordinario per i mesi di marzo e aprile. Oggi si potrebbe aggiungere anche maggio, un totale di 105.000 euro che non risolverebbero grossi problemi ma lenirebbero qualche situazione difficile. La promessa svanì, o meglio non fu mantenuta per un necessario aggiornamento della graduatoria degli aventi diritto, ma ora la graduatoria dovrebbe essere pronta. Nessuno ne parla, né gli indigenti, né i rappresentanti sindacali, né i consiglieri che hanno assunto l’impegno di sostenere le posizioni delle fasce più deboli di fronte alle inadempienze, se tali sono, dell’amministrazione. Forse il particolare è stato dimenticato o, come ci riferisce in un comunicato Sonia Migliore, si è pensato di sopperire con una distribuzione straordinaria di pasta e pelati di pomodoro !