Arrestati altri sei scafisti: sono egiziani e potrebbero risponde anche del reato di sequestro di persona. La Polizia di Stato di Ragusa – Squadra Mobile – in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, la Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza e la Compagnia Carabinieri di modica, ha eseguito il fermo di LOTFI Ahmed, nato in Egitto nel 1986, JAMAL Ahmed, nato in Egitto nel 1995, HAMEDA Mouhamed, nato in Egitto nel 1989, HEMDAN Mouhamed, nato in Egitto nel 1982, MENSI Mouhamed, nato in Egitto il nel 1996 e HASSAN GHALI HAMEDA Ali, nato in Egitto nel 1980, in quanto accusati di favorire l’immigrazione clandestina. Inoltre secondo quanto raccolto dagli investigatori della Squadra Mobile, potrebbero rispondere anche del reato di sequestro di persona in quanto, con lo scopo di far raggiungere le coste italiane a tutti i migranti, hanno atteso che si riempisse la barca costringendo tutti i siriani a rimanere chiusi nella stiva del peschereccio per oltre 5 giorni senza poter mai uscire, nonostante tutti volessero interrompere il viaggio e tornare indietro sulla terra ferma. Gli arrestati hanno condotto dalle coste libiche a quelle italiane, su un fatiscente peschereccio in legno, 250 migranti provenienti prevalentemente dalla Siria e poche decine dall’Egitto, per altro minori. I fatti risalgono all’11 maggio, quando la nave “Luigi Dattilo” della Capitaneria di Porto ha rintracciato e recuperato a largo della coste libiche 2 gommoni di circa nove metri. Il giorno successivo è stato recuperato un altro gommone ed un peschereccio di 15 metri salvando complessivamente 526 persone, molti dei quali minori e tanti neonati. L’operazione, si è conclusa con lo sbarco al porto di Pozzallo. Tutti i migranti sono stati trasferiti nei centri C.P.S.A. di Pozzallo e di Comiso. Dopo il soccorso e l’assistenza sanitaria dei migranti, la Polizia di Stato ha iniziato le procedure di identificazione e di intervista insieme ai mediatori, in modo da poter rintracciare gli scafisti. Le indagini hanno portato gli investigatori ad appurare che i siriani erano furiosi con gli scafisti e non avevano accettato il fatto che, nonostante le continue richieste di scendere a terra, gli scafisti egiziani li avevano comunque obbligati a rimanere a bordo fino a quando il “carico umano” non fosse arrivato al numero sperato. Proprio questa condotta degli scafisti fa si che si configuri a loro carico anche il sequestro di persona considerato che questa costrizione fisica di rimanere a bordo del peschereccio chiusi nella stiva, è durata 5 giorni senza alcuna interruzione a 500 metri dalla riva. Le indagini condotte dagli investigatori durate quasi 24 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di essersi associati con dei libici al momento ignoti. Ogni migrante ha pagato dai 2.000 euro in su per un totale di quasi 500.000 euro che sono andati a finire quasi tutti nelle tasche degli organizzatori.Sino ad oggi, sono stati arrestati in tutto 38 scafisti.