Riprendono gli sbarchi e la Polizia Giudiziaria esegue il fermo di CHANDOUL Akram nato in Tunisia nel 1980, in quanto responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’arrestato ha condotto dalle coste libiche a quelle italiane un fatiscente peschereccio in legno carico di 456 migranti provenienti prevalentemente dall’Eritrea e qualcuno dall’Etiopia. Alle ore 18.30 del 20 maggio, la Nave “San Giorgio” della Marina Militare Italiana ha avvistato un’imbarcazione carica di clandestini extracomunitari. I migranti soccorsi sono 457, di cui 256 uomini, 114 donne e 87 minori, tutti di nazionalità eritrea ad eccezione di uno che era tunisino. Dopo lo sbarco nel porto di Pozzallo, i migranti sono stati collocati nei centri di prima accoglienza di Pozzallo e Comiso. Dopo il soccorso e l’assistenza sanitaria dei migranti, la Polizia di Stato ha iniziato le procedure di identificazione e di intervista insieme agli interpreti. L’uomo di origini tunisine, appena ha avvistato la nave militare “San Giorgio” ha abbandonato il natante, ordinando ad altri giovani eritrei di tenere il timone così da sviare le indagini e far arrestare degli innocenti. Dalle indagini è emerso che l’odierno fermato, considerato che il viaggio è stato molto lungo perché le condizioni del mare erano terribili, per riposare ordinava sotto minaccia di condurre l’imbarcazione ad altri. Le indagini condotte dagli investigatori, durate quasi 18 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di essersi associati con dei libici al momento ignoti. Ogni migrante ha pagato circa 2.000 dollari per un totale di quasi 1.000.000 di dollari che sono andati quasi tutti agli organizzatori ed una piccola parte (in questo caso non è stato accertato) allo scafista. Sino ad oggi, e solo nel 2014, sono stati arrestati 41 scafisti dalla Polizia Giudiziaria.