Importanti convegni organizzati dal’ASP Ragusa, nel quadro di una attività scientifico – divulgativa, mirante, come è stato sottolineato dall’ortopedico prof. Tullio Russo, a far conoscere i livelli di elevata qualità riscontrabili anche nelle nostre strutture.
Nel corso del convegno scientifico di grande rilevanza, “Ortopedici e neurologi insieme per parlare di artrosi in chirurgia del rachide cervicale.”, appunto il Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e traumatologia dell’ospedale “R: Guzzardi” di Vittoria, prof. Russo, ha spiegato come nella nostra regione, centri altamente qualificati per il trattamento di patologie cervicali e di ortopedia in generale: “Per la colonna vertebrale, la Sicilia è in grado di offrire grande professionalità, arginando la mobilità passiva verso altri centri, soprattutto del nord’’.
Ma l’illustre clinico si è anche soffermato sull’esigenza di opportune politiche regionali che devono meglio distribuire le risorse, incentivando le tante professionalità siciliane con adeguati investimenti,
Il dott. Vito Amato, Commissario Straordinario ff dell’ASP 7, ha convenuto con quanto sollecitato dal prof. Russo, evidenziando come già le politiche dell’azienda siano rivolte in questa direzione. In particolare per le specialità ortopediche, ci sono programmi in atto tendenti a valorizzare le nostre professionalità, in un contesto che tende a limitare il ricorso agli ospedali del nord, attraverso una adeguata comunicazione che faccia conoscere le nostre realtà di eccellenza. Esigenza, quest’ultima ripresa, dal dott. Roberto Sciortino, direttore dell’Unità operativa di ortopedia dell’Arnas Civico di Palermo, presidente degli ortopedici siciliani e, di diritto e componente del direttivo nazionale dell’Otodi (Ortopedici traumatologi italiani), ha sottolineato riprendendo l’intervento del dott. Amato che “è fondamentale fare conoscere agli utenti le eccellenze perché non basta solo saper fare bisogna anche sapere dire per farsi conoscere.”
Anche il Direttore Amministrativo dell’Azienda, dott. Maniscalco, dati alla mano, ha rilevato le priorità da perseguire, fra cui l’accoglienza delle strutture, migliorando i reparti di degenza non solo dal punto di vista tecnologico per offrire servizi sanitari di qualità, e la eliminazione della persistente precarietà del personale dovuta alla impossibilità di procedere ai concorsi
Altra realtà considerevole della nostra Azienda Sanitaria, il modello della rete reumatologica, all’avanguardia, punto di riferimento per tutta la regione siciliana.
Merito va dato, come sottolineato dal dott. Amato, al dott. Mario Bentivegna che ha pensato questo modello ragusano, credendoci fermamente e riuscendo a dare vita a questo che rappresenta un altro modello della sanità locale
E’ stato, appunto, il dott. Bentivegna, responsabile scientifico di un corso tenutosi alla Scuola dello Sport, a evidenziare le peculiarità delle rete che, a livelli crescenti, integra tutti i protagonisti che, ognuno per la propria competenza, entra nel modello di gestione della reumatologia, sottolineando l’importanza del collegamento con i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e gli specialisti.
Assai seguito l’intervento del prof. Gianfilippo Bagnato, direttore dell’unita operativa complessa di reumatologia al policlinico G. Martino di Messina “È opinione diffusa che le malattie reumatiche colpiscano pressoché esclusivamente le articolazioni, se questo è probabile per malattie come l’artrosi, bisogna tuttavia considerare una serie di altre malattie in grado di interessare altri organi ed apparati, con conseguenze altrettanto rilevanti sulla qualità della vita dei pazienti. L’esempio più eclatante riguarda le connettiviti, malattie che colpiscono il tessuto connettivo, presente in ogni organo del nostro corpo.
Lla netta correlazione tra gravità della malattia e i costi economico – sociali, confermano Il forte impatto sociale delle malattie reumatiche, indicando come il controllo dell’attività di malattia, fin dal suo esordio, si tradurrebbe in un netto miglioramento della qualità di vita dei pazienti e in un notevole risparmio economico per la collettività.”