Restava solo la sinistra che sta a sinistra del PD, o almeno stava, a restare fuori dai riti e dalle consuetudini dell’attuale politica caratterizzata, per lo più, da stracci che volano.
Quanto sta accedendo all’interno dell’ultima formazione politica in embrione, che doveva costituire il baluardo dei principi essenziali della sinistra italiana ed europea, lascia perplessi perché proprio da queste parti politiche vengono gli strali più severi contro la cattiva politica che allontana e disaffeziona la gente, anche quella più attaccata ai valori della sinistra.
Dobbiamo partire da lontano, perché, per stessa ammissione dei protagonisti, non tutti sono a conoscenza della genesi di quanto maturato nelle ultime ore in seno alla Lista Tsipras.
In vista delle elezioni europee si era formata la Lista L’Altra Europa/con Tsipras, a cui avevano aderito le formazioni della sinistra italiana, con l’appoggio di diversi intellettuali che, autonomamente dai partiti, volevano rilanciare le lotte civile e sociali, di opinione e di piazza, rimaste in seconda linea durante il ventennio berlusconiano, offuscate da compromessi di potere, tutt’altro che estinti, minaccia per la Costituzione repubblicana.
Fra gli intellettuali Barbara Spinelli, scrittrice, figlia dell’illustre Altiero Spinelli, nume ispiratore dell’Unione Europea, autore del Manifesto di Ventotene che ebbe a costituire la carta fondante dell’idea europea.
La Spinelli, insieme a Moni Ovadia e ad Adriano Prosperi, sceglieva di candidarsi per attirare consensi attorno alla Lista, con una prassi insolita, e sotto certi aspetti discutibile, che li vide annunciare, contestualmente alla candidatura, l’intenzione di lasciare il posto, in caso di elezione, ‘’a candidati che più di noi hanno le energie e le competenze per portare a Bruxelles e Strasburgo la nostra voce e i nostri valori in un lavoro quotidiano che sarebbe al di sopra delle nostre forze. Non ci consideriamo però “candidati di bandiera”, come spesso riduttivamente si dice, ma protagonisti, insieme a tutti voi elettori che lo condividerete, di un progetto in cui crediamo fermamente’’
Un annuncio che, certo, se fosse partito da posizioni di destra, avrebbe attirato gli strali di benpensanti e cultori della coerenza politica.
La Spinelli risulta eletta nella circoscrizione centro e in quella del meridione: gli altri candidati ‘’esca’’, anch’essi eletti, mantengono l’impegno annunciato, lo stesso non fa la Spinelli che si chiude in un silenzio parigino, senza apparenti contatti con l’esterno, mentre fremono i secondi delle liste centro e meridione, e i loro partiti di appartenenza, SEL e Rifondazione Comunista.
Da qui si dipana un groviglio di polemiche, di dichiarazioni di parte, di stracci che volano, appunto legati alle aspettative dei partiti della sinistra: pare che dietro la decisione ci siano forti pressioni dello stesso Alexis Tsipras, il leader greco della vincente Syriza, che vorrebbe portare in Europa un nome di peso come quello dell’editorialista di Repubblica e proporla come vicepresidente del Parlamento.
Per molti promotori della lista, mandare la Spinelli a Bruxelles non sarebbe una idea malvagia, non la pensano così altri dirigenti di partito che vedono vanificato il tentativo di un progetto di cambiamento che si trasforma, invece, ina una vicenda che fa accomunare la sinistra al resto dei partiti, dei politici e dei politicanti, in sintesi una perdita di credibilità e coerenza.
Dietro alle pressioni che vorrebbero la Spinelli non rinunciataria, e in una circoscrizione precisa, quella del centro, a spese del primo dei non eletti, di SEL, ci starebbe la strategia di non orientare la Lista Tsipras attraverso le scelte di Sinistra ecologia e libertà, partito che ha espresso l’idea per ora minoritaria di avvicinarsi al Pd e dunque al Partito socialista europeo. I promotori della lista Tsipras, invece, preferiscono entrare nel gruppo della Sinistra unita.
Alcuni sarebbero anche preoccupati dalla recente apertura a Beppe Grillo formulata dalla stessa promotrice.
Secondo altri, ci sarebbe la volontà di sbaraccare sia Sel che Rifondazione per dare rapidamente vita al nuovo soggetto politico derivante dal relativo successo della lista Tsipras, sullo sfondo del dibattito sui rapporti fra SEL e PD, voluti dalla destra della formazione ma che sarebbero in contrasto con il progetto de ‘l’Altra Europa’, dove si propende per una ‘Syriza italiana’ o un 5 stelle “politicamente corretto”.
La conferma della Spinelli di non rinunciare al seggio è accompagnata dalle dichiarazioni su una decisione che sarebbe stata presa dopo attenta valutazione e consultazioni diverse, nell’interesse della causa comune. Il deficit eventuale di democrazia nella scelta sarebbe da addebitare all’organizzazione ‘’che non ha saputo praticare la democrazia nel migliore dei modi”.
Non manca l’attacco a SEL per le ambiguità del partito che avrebbero fatto male alla lista, con riserve su dichiarazioni e tendenze dello stesso, accuse rintuzzate duramente dal coordinatore nazionale che ha biasimato la Spinelli per la scelta “grave e sbagliata”, che “ha disatteso la parola data con un ripensamento avvenuto con una modalità che ha il sapore di un sequestro proprietario di un percorso collettivo, una scelta fatta nella completa solitudine di chi è incapace di misurarsi e confrontarsi”.
In definitiva una diatriba nel classico stile dei partiti italiani, tipica della seconda repubblica, richiamato da un tweet che non riesce a fare a meno di evocare, comunque, anche per fatti interni della sinistra, il dominatore della politica italiana dell’ultimo ventennio: ‘’Se eletta, lascio il seggio ad altri, dov’è il problema? Non capisco le polemiche, io non faccio come BERLUSCONI, lo dico prima. Non c’è raggiro, voglio far capire all’elettore quanto tengo alla Lista Tsipras.’’