Incessante l’attività delle opposizioni al Comune di Ragusa per scovare ogni minima irregolarità negli atti amministrativi. Non c’è giorno che non venga fuori qualche eccezione, qualche censura sulle procedure, qualche accusa di illegittimità.
I consiglieri di minoranza sembrano, talvolta, pervasi da un furore biblico e in questo, sicuramente, influisce l’atteggiamento e la spocchia di molti dei consiglieri del Movimento 5 Stelle, come pure di qualche rappresentante di qualche movimento che appoggia l’amministrazione, che, incuranti della loro scarsa esperienza, del risicato consenso elettorale, della non certo esaltante attività consiliare che, in un anno non ha prodotto quasi nulla, soprattutto inerente a quel rinnovamento tanto decantato, non tralasciano occasione per un atteggiamento sprezzante e provocatorio.
La qualcosa non è certo conducente verso un’atmosfera di collaborazione e di rispetto. Motivo per cui i consiglieri delle opposizioni, appena trovano una virgola fuori posto, ne fanno un dramma. Sono i primi ad essere convinti che non li potranno mandare a casa, ma procurano un danno non indifferente in termini di valutazioni dell’opinione pubblica, favoriti da una amministrazione che ha scelto di non ribattere ad ogni eccezione, considerandole tutte di scarsa importanza.
L’ultima questione, di cui si occupa un Ordine del Giorno presentato dai consiglieri Maurizio Tumino, Giuseppe Lo Destro, Giorgio Mirabella, Gianluca Morando, Sonia Migliore, Elisabetta Marino e Angelo la Porta riguarda il bando di gara per la concessione del servizio di gestione dei parcheggi a pagamento.
I firmatari dell’OdG considerano l’importo complessivo dell’appalto, che risulta superiore al limite di € 1.250.000, per cui occorre che la stessa gara venga espletata dall’UREGA, nominando una commissione di valutazione secondo il disposto della Legge Regionale 12 del 2011, mentre, invece, i Commissari sono stati scelti fra dipendenti o persone comunque organiche al Comune di Ragusa.
Nel rilevare e specificare l’errore nel metodo di calcolo per determinare l’importo della gara, secondo principi già ribaditi dall’Autorità di Vigilanza sui contratti Pubblici e da sentenze del TAR, vogliono impegnare l’Amministrazione a dare mandato agli uffici preposti per annullare in autotutela il bando di gara e i successivi adempimenti, al fine di poter predisporre un nuovo bando che risulti conforme ai dettati di legge e rispettoso dei principi costituzionali della pubblica amministrazione, quali trasparenza, legalità, imparzialità, responsabilità, buon andamento, efficacia ed efficienza.
Legittimi, a questo punto, gli interrogativi che si pone l’opinione pubblica: ci troviamo di fronte ad una opposizione strumentale e pretestuosa che sfoga così l’abbattimento per la sconfitta elettorale, sfornando documenti e atti ufficiali che non hanno né capo né coda ? Oppure ci troviamo di fronte ad una amministrazione impreparata, che cade facilmente in errore, non avendo dimestichezza con il diritto amministrativo e con la babele di normative ? E, a questo punto, è lecito anche chiedersi, se l’amministrazione si trovasse in errore, a chi addebitare le colpe della incapacità a produrre atti che possano stare in piedi: sono gli stessi amministratori che si preoccupano di redigere gli atti o, come pensano molti, gli errori possono essere addebitati all’impreparazione degli uffici e dei dirigenti che li sovraintendano ?