La Polizia di Stato di Ragusa – Squadra Mobile e Digos – ha concluso approfondite indagini di Polizia Giudiziaria a carico 8 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alle affissioni abusive di manifesti elettorali mediante estorsioni e violenze private. Le risultanze investigative poste al vaglio dell’Autorità Giudiziaria di Ragusa hanno permesso di raccogliere sufficienti elementi probatori a carico di tutti gli indagati, ai quali in data 18 giugno 2014 è stato notificato, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, l’avviso di conclusione indagini preliminari per i reati di associazione a delinquere finalizzata al controllo dell’affissione abusiva di manifesti elettorali mediante violenze private ed estorsioni.
L’attività di indagine della Squadra Mobile e della Digos trae origine da un grave episodio di violenza avvenuto alle ore 14,15 del 05 ottobre 2012 da parte del pregiudicato SCATA’ Amedeo, nei confronti dell’attacchino modicano P. A., dedito ad affiggere manifesti elettorali per conto di alcuni candidati per le elezioni regionali del 2012, reato per il quale l’autore è stato subito identificato dalla Squadra Volanti e poi arrestato l’11 ottobre del 2012 dalla Squadra Mobile. La vittima dell’ aggressione è stata trasportata urgentemente al pronto soccorso dell’ospedale civile di Ragusa in quanto ferito al capo, ed è stata successivamente trasferita in elisoccorso in prognosi riservata all’ospedale Cannizzaro di Catania ed è rimasta in coma per diversi giorni. L’episodio, all’epoca, ha sortito preoccupazione in sedi Istituzionali e da parte degli schieramenti politici intervenuti alla competizione elettorale e ha avuto una vasta eco sugli organi di informazione.
Le indagini, hanno portato alla luce un substrato ambientale in cui operava un gruppo organizzato dedito all’affissione illecita dei manifesti con spartizione delle aree ed il controllo delle stesse, tanto da ingenerare minacce e richieste estorsive su quanti intendessero violare le aeree provinciali interamente sotto il dominio del gruppo. Sulla scorta delle attività ulteriormente espletate dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa è stato possibile riscontrare che vi fosse in Provincia di Ragusa ed in particolar modo nel capoluogo, un gruppo che materialmente cercava sempre di imporre, anche con violenza, il monopolio di tale attività; tale gruppo sarebbe stato da tempo promosso ed organizzato da un pluripregiudicato di origini palermitane che si occupava di dirigere, pianificare e coordinare i singoli associati, ricevendo personalmente le richieste di affissione da vari committenti facenti riferimento ai singoli candidati (appartenenti in modo trasversale a più partiti). Il promotore, con una condotta spregiudicata (consolidatasi nel corso degli anni), garantiva una pronta, completa ed ampia diffusione dei manifesti rispetto ad eventuali altri concorrenti.
Conseguentemente i committenti ritenevano di rivolgersi a tale organizzazione per ottenere una sorta di maggiore “funzionalità” di pubblicizzazione. Inoltre è stato appurato che a seguito di un contratto di appalto tra l’Ente Comunale ed una ditta specializzata nel settore delle defissioni, quest’ultima aveva ceduto in subappalto detta attività ad una società locale. Questa società sarebbe stata gestita da alcuni degli attuali indagati, che pertanto si occupavano legalmente di rimuovere i manifesti apposti in modo irregolare dai loro consociati. In definitiva alcuni membri dell’organizzazione criminale provvedevano ad affiggere i manifesti elettorali negli appositi spazi consentiti (su incarico dei committenti) e anche al di fuori degli spazi; successivamente appena venivano individuate le infrazioni da parte della Polizia di Stato (DIGOS e Squadra Volanti) o della Polizia Locale e dalle altre Forze di Polizia provvedevano, su disposizioni di un soggetto (pochi mesi prima andato in pensione come dipendente comunale) collaboratore non regolarmente assunto presso la ditta aggiudicatrice dell’appalto a rimuovere tutti i manifesti affissi irregolarmente.
Le indagini hanno conseguentemente permesso di raccogliere elementi di prova a carico di parte degli associati, per il reato di truffa e frode in contratto di forniture e/o opere ai danni del Comune di Ragusa (che ha dovuto elargire somme di denaro pubblico a favore della ditta aggiudicatrice dell’appalto per la rimozione dei manifesti affissi in modo irregolare) che nei confronti di quest’ultima essendo gli indagati gli stessi soggetti (dipendenti della ditta) che poco prima li avevano affissi in modo pretestuoso.