La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha apposto i sigilli ad una “casa chiusa” in Via Cavaliere Michele Pennavaria, in pieno centro storico a Ragusa. Sono state contestate anche diverse sanzioni al proprietario dell’immobile composto da due monolocali. In 6 mesi, sono stati 12 gli immobili oggetto di controllo che erano stati adibiti a “case del piacere” dai proprietari o dai locatari.
I residenti erano esasperati ed in settimana avevano segnalato il tutto al personale della Polizia di Stato. I racconti dei residenti sono quasi inverosimili: “Mentre ci troviamo in casa e lasciamo la porta aperta entra qualcuno e chiede se può consumare un rapporto sessuale; mia figlia era da sola in casa ed ha sentito citofonare, si è affacciata ed un uomo anziano le ha chiesto se bastavano 30 euro perché di più non ne aveva”. Alle ore 18.00 di ieri, la Sezione Criminalità Diffusa della Squadra Mobile si è fatta subito carico del problema ed è andata a valutare la veridicità di quanto segnalato dai residenti. L’attività di osservazione davanti l’abitazione è durata pochi minuti, difatti il primo cliente è arrivato appena dopo iniziato il servizio.
Tra i clienti vi erano giovani ed anziani, insospettabili padri di famiglia o professionisti che temporaneamente si trovavano a Ragusa per lavoro. Tutti, nel comprensibile imbarazzo, hanno riferito negli uffici della Squadra Mobile di aver pagato anche 250.00 euro per prestazioni “particolari”, tanto che in casa sono stati trovati “accessori” di tutti i tipi: falli di gomma, vibratori, gel lubrificanti, unguenti afrodisiaci, fruste, cinghie e corpetti ai quali veniva applicato un fallo in plastica che le prostitute indossavano per sodomizzare i clienti dai gusti più hard. Appena è stato identificato il cliente che stava per accedere nell’immobile, gli agenti sono entrati in azione con un “blitz”: sono intervenuti gli uomini della Squadra Mobile e, successivamente, gli uomini della Squadra Volanti.
Dopo aver rassicurato il cliente in merito al fatto che aveva commesso nulla di illecito e che non avrebbero saputo nulla i familiari (preoccupazione ricorrente), l’uomo è stato convocato in Questura per parlare delle dinamiche della casa. L’immobile sarebbe composto da due monolocali abitati entrambi da prostitute extracomunitarie di origini sudamericane in regola sul territorio nazionale. Al termine del servizio di Polizia, le donne e i clienti sono stati accompagnati in Questura ed è stato convocando contestualmente il proprietario dell’immobile. Il proprietario ha ammesso di essere a conoscenza del fatto che all’interno delle due abitazioni di sua proprietà si consumassero rapporti sessuali a pagamento e ha giustificato il tutto perché senza denaro. Gli investigatori hanno comunque appurato che l’uomo non ha stipulato alcun regolare contratto con le ospiti e per questo verrà sanzionato dopo gli ulteriori accertamenti. Durante le indagini l’uomo, che ha un regolare contratto di lavoro full time, ha confessato agli agenti di avere altri immobili, per tanto sono in corso ulteriori attività di Polizia Giudiziaria per verificare eventuali elementi di reità a suo carico.