Si vive, ormai, nell’epoca del comunicato, affidato quasi esclusivamente alla stampa del copia e incolla che, generalmente, domina lo scenario informativo locale. Lungi dall’esprimere un parere sui sistemi e sulle strategie dell’informazione, che, del resto non sono oggetto del presente articolo, non ci si può esimere dal constatare come il comunicato si sia trasformato da strumento informativo a mezzo che tende a condizionare su determinate questioni e su determinati argomenti, esercitando pressioni per dirigere decisioni e provvedimenti.
Questo tipo di comunicazione, che si aggiunge a quella classica di diffusione e pubblicizzazione di eventi, di azioni e di incontri per dare visibilità ai protagonisti e alle strutture organizzative che li hanno promossi, è ormai dilagante, specie fra i partiti politici e i movimenti che esprimono tendenze, opinioni, convinzioni e posizioni attraverso il comunicato.
Tutti si sentono in diritto di esprimere opinioni, indipendentemente dal consenso elettorale o presunto, così che il comunicato di un movimento di poche anime assurge alla stessa dignità di megafono di una formazione politica legittimata da un consistente voto popolare, come pure la voce isolata di qualche rappresentante di una associazione politica minore assume la stessa importanza di quella di esponenti più legittimati a livello provinciale e regionale.
Per esempio a Ragusa, l’inattaccabile amministrazione pentastellata, forte di un consenso assoluto concesso al Sindaco e appoggiata da una maggioranza più volte definita di tipo ‘bulgaro’, è diventata il bersaglio per le freccette di tutti i contestatori. Solo a guardare i comunicati di questi giorni, per esempio sulla questione del bando di gara per la raccolta dei rifiuti urbani, c’è un diluvio di comunicati, di opposizioni, di pseudo alleati, di alleati che furono e di chi alleato non è stato: i consiglieri di opposizione, il PD, Partecipiamo, SEL, Legambiente, A sinistra Ragusa, e altri, non hanno mancato di far sentire la loro voce sull’argomento. In questa sede non ci interessa analizzare il tenore e i contenuti dei comunicati, ci appassionano, piuttosto, alcuni aspetti che riguardano il fenomeno, che, spesso, fanno emergere assoluta mancanza di coerenza e di adesione alle regole più elementari.
Si rilevano aspetti fortemente contrastanti a proposito di due vicende che attengono al turismo, allo sviluppo economico e all’ambiente.
Il possibile rilascio di una concessione, per il montaggio di una struttura temporanea privata a servizio della balneazione sulla spiaggia di Randello, a un noto resort della zona, catalizzatore di flussi turistici notevoli, in termini numerici e qualitativi, peraltro autorizzata da Corpo Forestale, Soprintendenza e Demanio Marittimo, ha scatenato l’inferno. Preoccupazioni al limite del delirio per l’ambiente, in tutte le sue forme, addirittura è venuta fuori la preoccupazione per i molluschi che, emergendo dalla sabbia potevano andare a sbattere contro un sandalo di Gucci o il telo mare di Hermès. Nessuna preoccupazione per il turismo o lo sviluppo economico o i livelli occupazionali, cosucce di fronte alla questione ambientale nei suoi aspetti diversi. Ci si astiene dall’esprimere un parere, alla fine il divieto assoluto, ancorché non condiviso, ci può anche stare.
Accade, nello stesso periodo che il Sindaco emetta una ordinanza relativamente alle emissioni sonore negli esercizi pubblici, indicando le fasce orarie in cui è consentita la diffusione sonora, prevedendo anche la possibilità di deroghe, regolamentando le stesse sulla base di normative di legge vigenti, non di sua iniziativa, ponendo paletti per la vendita di bevande in contenitori di vetro. Un provvedimento che cerca solo di arginare il fenomeno dilagante della movida che investe anche questioni come quelle degli schiamazzi notturni, dell’abbandono incontrollato di rifiuti, del parcheggio selvaggio, dell’inquinamento ambientale e degli atti inconsulti provocati, quasi ordinariamente, dai fumi dell’alcool e che limita spesso le libertà individuali di molti residenti delle zone interessate che, talora, hanno difficoltà pure per entrare nelle proprie case.
Quelli stessi che si preoccupavano della spiaggia di Randello, dei molluschi e dell’ecosistema della zona, che avevano messo davanti legalità e trasparenza, antepongono, ora, lo sviluppo economico e il turismo.
In questo caso accade che, invece di mettere in primo piano il rispetto delle regole, la legalità, la sacrosanta adozione di provvedimenti sanzionatori nei confronti dei trasgressori, si evochino quei luoghi dove la musica a tutto volume può avere sfogo, senza limitazioni ma, soprattutto, impunemente.
E’ così che un Sindaco che si erge a difensore della legalità e dell’ordine pubblico, lo stesso additato al pubblico ludibrio per le scelte in ossequio ai poteri forti del turismo locale, viene ora considerato il boia dello sviluppo economico, incapace di tracciare la benché minima strategia di carattere turistico.
Non una parola per i residenti, non un cenno per quegli operatori che rispettano la legge.
Ecco perché un comunicato può diventare strumentale e condizionante, spinta propulsiva per interessi particolari in dispregio a quelli della collettività che non può condividere istanze che arrivano a limitare la libertà personale.
Un paradosso e un azzardo criticare un Sindaco che vuole fare rispettare la legge.