Abbiamo dato la notizia dell’avvenuta elezione del nuovo Presidente dell’Assemblea Provinciale del Partito Democratico: poi ci sono state stati solo dichiarazioni, comunicati, post sui social newtwork. anche le dimissioni del viceSegretario Mario D’Asta, ma niente da parte della segretaria Denaro, del Presidente e del tesoriere eletti, meno che mai da parte della deputazione o degli organi regionali, fra l’altro presenti alla contestata votazione.
Abbiamo, quindi, ritenuto opportuno chiedere lumi sulla vicenda all’avv. Mimmo Barone, coordinatore del II° Circolo PD di Ragusa, anche nella sua qualità di uomo di legge che può contribuire, con uno squarcio di luce, su una vicenda tanto controversa, con autorevolezza e sufficiente imparzialità, ancorché sostenitore della segreteria provinciale.
Ci permettiamo fare tesoro del suo giudizio e della sua posizione sulla vicenda, ancorché consapevoli, ci sia permesso, che in politica spesso regole e norme sono forgiate e adattate alle esigenze superiori della stessa.
Riteniamo importante il parere dell’avv. Barone, in un momento in cui c’è silenzio da parte della segreteria, della deputazione e degli organi regionali, come abbiamo già evidenziato.
Barone, nelle sue riflessioni, esprime anche la posizione del II° Circolo di Ragusa.
Vengono, innanzitutto, rigettate tutte le accuse di immobilismo nei confronti del partito provinciale, in quanto provenienti da chi, con ogni mezzo, invocando il numero legale, ponendo veti su tutti i possibili candidati alla carica di Presidente e imponendo solo un nome (il proprio), ha ostacolato il regolare svolgimento dei lavori delle assemblee finora tenutesi.
Inaccettabile è stata considerata l’imposizione di un solo nome per la carica di Presidente dell’Assemblea che è stata offerta come segnale di apertura alla componente D’Asta-Calabrese, di recente alleanza che rivendica la maggioranza assembleare.
Per Barone, le componenti vicine alla Segreteria, fino a nuovi eventi qualificate dalla maggioranza che ha eletto Giovanni Denaro, hanno il diritto di pensarla diversamente dalla minoranza e sbloccare la situazione di stallo verificatasi non per sua volontà.
Salva contraddizione in termini, non si può contemporaneamente accusare di immobilismo il Partito Provinciale, perché non riesce ad eleggere un presidente (vedi comunicato degli 11 dirigenti del 29.6.2014), e subito dopo di eccessivo dinamismo per averlo eletto in tutta fretta (vedi comunicato del 4 e 5 luglio).
Se il tema era quello della stasi in cui versava il Partito, allora il problema è politicamente risolto e tutti possiamo lavorare nell’interesse dei cittadini, se invece il tema era quello di eleggere una sola persona diversa da quella che è stata eletta a Presidente, allora si tratta di questione non politica della quale ci si può occupare in altra sede.
Punto cruciale della vicenda risulta la questione del quorum, che a detta dell’avv. Barone, non ha rilievo né giuridico, né, soprattutto, politico.
Infatti l’art. 9 dello Statuto siciliano del partito non prevede quorum costitutivo per l’Assemblea Provinciale e, soprattutto, nessuno dei presenti alla riunione del 4 luglio ha chiesto la verifica dello stesso.
(il quorum sarebbe richiesto solo in presenza di più di una candidatura, condizione che non si sarebbe verificata ufficialmente nel corso dell’Assemblea ndr )
Nessuno, dunque, può affermare l’illegittimità della elezione del Sindaco di Giarratana a Presidente, anche perché la sua è stata l’unica candidatura, presentata da oltre 50 componenti l’assemblea, primo firmatario l’avv. Barone, non avendo nessun altro presentato diverse soluzioni.
Al riguardo viene evidenziato anche che, se, invece, ci fosse un obbligo di quorum, allora ci sarebbero problemi di legittimità anche per altre scelte adottate dall’assemblea e mai contestate, forse perché convenienti a chi oggi lamenterebbe inesistenti irregolarità (cooptazione del 40% dei membri, elezione delegati assemblea regionale, e altro ancora).
La questione giuridica, invece, va affrontata, dagli organi competenti.
Per il coordinatore del II Circolo PD, la vera questione è invece politica:
oggi tutto il partito dovrebbe gioire del fatto che è stato eletto a Presidente un compagno certamente autorevole, equilibrato, competente al punto da rivestire la carica di sindaco di uno dei comuni della nostra (ormai ex) provincia. A ciò si aggiunga che (ed è un cuperliano ad affermarlo) Lino Giaquinta è renziano della prima ora, per cui viene difficile comprendere come mai due autorevoli esponenti dell’Area Renzi non siano d’accordo sulla sua elezione.
Giaquinta ha tutte le caratteristiche di garanzia e rappresentatività richieste ad un Presidente di Partito, anche per la minoranza di sinistra, per cui davvero incomprensibile si rivela la polemica sulla sua elezione.
Sostanzialmente gli oppositori del duo Calabrese- D’Asta non vedono nessuna modifica alla maggioranza provinciale che ha sostenuto l’elezione di Denaro, in quanto ritengono che numerosissimi componenti della Assemblea eletti nella lista di D’Asta non lo abbiano seguito nella sua scelta di allearsi con Calabrese (il riferimento sarebbe al sindaco di Comiso, a Luigi Bellassai, ed altri ancora in tutta la provincia).
Ne deriva che la questione della inesistenza di una maggioranza in favore del segretario Denaro è ancora tutta da affrontare, e ove mai esistente, democraticamente, se ne prenderà atto, tenendo presente, però, del grave danno di immagine che al partito si provocherebbe con la prosecuzione di incomprensibili polemiche.
Come considerazioni finali vengono eccepiti i giochetti da prima repubblica per i posizionamenti nelle cariche del Partito, e, pertanto, si auspica, visto l’avvenuto superamento della fase di stallo denunziata proprio dagli 11 dirigenti con il documento del 29 giugno, che venga ripresa l’attività politica nell’interesse del territorio, affrontando i temi drammatici degli sbarchi, dello sviluppo economico del territorio della ex Provincia, indicando le linee guida dei Liberi Consorzi Comunali prima che scada il semestre della loro entrata in vigore, dell’Università e di quant’altro interessa veramente l’opinione pubblica.
Molti di questi temi, unitamente alle future alleanze per determinare le candidature regionali e nazionali, sono i veri nodi che rendono impercorribile l’attuale percorso politico del partito in provincia.
