Dopo gli incontri con la stampa, i Dirigenti, le organizzazioni sindacali, il Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria, il dott. Maurizio Aricò, aveva iniziato la presa di contatto diretta con gli ospedali del territorio: nella mattinata di martedì 8 luglio incontro nella biblioteca del ‘Civile’ con medici, infermieri e personale tecnico e amministrativo degli ospedali di Ragusa.
Accolto dal Direttore Sanitario dei Presidi Ospedalieri ‘Civile’ e ‘Maria Paternò Arezzo’, il dott. Pasquale Granata, ha iniziato questo giro di visite in cui si muove a suo agio per le passate esperienze professionali che lo hanno visto sempre all’interno di strutture ospedaliere pubbliche.
Anche per la presentazione della sua nuova veste di amministratore, non ha mancato di fare appello alla sua esperienza di clinico e di sognatore di una sanità migliore per migliorare la qualità dell’assistenza, in particolare in quelle strutture per le quali è stato chiamato alla gestione.
Ma la politica, meglio dire una certa politica, non ne ha voluto sapere dell’agenda del nuovo manager e, con inusitata prepotenza, ha fatto irruzione sulla scena, prendendo lo spunto, occasionale, dalla temporanea chiusura del reparto di pediatria dell’Ospedale di Modica.
Una serie di eventi eccezionali, del tutto straordinari, ha obbligato, intorno al 28 giugno, il dott. Vito Amato, a quella data Direttore Generale ff, non essendo ancora insediato il dott. Aricò, alla chiusura della pediatria di Modica per mancanza, improvvisa, di personale medico: delle quattro unità, compreso anche il primario, ne era rimasta una sola, essendo una pediatra in maternità, un’altra assente per motivi i salute certificati dal pronto soccorso del nosocomio, mentre il primario dott. Zocco rimaneva vittima di lieve incidente stradale che lo costringerà ad un lungo periodo di forzata assenza.
Inevitabile, quindi, il provvedimento del dott. Amato, impossibilitato anche a reperire personale disponibile da altre pediatrie.
Sulla vicenda si è scatenato un putiferio di reazioni, molte delle quali puramente strumentali, anche perché scaturite molti giorni dopo l’avvenuta chiusura del reparto. La politica, quella stessa che ha avallato, nel tempo, scelte non sempre funzionali per la sanità, è entrata a gamba tesa sulla questione, paventando, senza motivi, anche il provvedimento come prodromico ad una definitiva soppressione del reparto, peraltro mai considerata.
In particolare, accesa la reazione del Sindaco di Modica che, forse anche in un impeto di agognante visibilità, ha inoltrato una lettera dai toni assai duri: la paventata chiusura del reparto, peraltro adottata senza preventiva interlocuzione, per la sola mancanza di personale, costituirebbe una penalizzazione eccessiva per l’intero comprensorio modicano. Scelte scellerate che, senza pudore, scrive il primo cittadino, umiliano una moltitudine di utenti e per cui, in un primo momento, si offre la disponibilità per una interlocuzione ufficiale atta a rimuovere gli ostacoli che impediscono il buon funzionamento della struttura.
Ma dove il politico di Frigintini, già protagonista della recente questione relativa alla costituzione di un nuovo Libero Consorzio indipendente da Ragusa, mostra il lato scoperto della questione strumentale è nell’attacco ai vertici aziendali dell’ASP che sarebbero asserviti ad una classe politica ragusana che avrebbe accentrato ogni possibile investimento esclusivamente negli ospedali di Ragusa, penalizzando tutti gli altri nosocomi della ex Provincia. Netto il rifiuto di ogni possibile disponibilità a qualsiasi momento di confronto, fino al momento in cui questo atteggiamento, consolidatosi nel tempo, non dia risposte certe e concrete ad un territorio mortificato negli anni, restituendo giusta dignità alle Istituzioni e al territorio.
Se per il Direttore Generale, nuovo del territorio, la nota può essere risultata inutilmente eccessiva nei toni, farneticante appare al ragusano che, per anni, è stato succube, in tutti i sensi, di una classe politica modicana, o comunque della parte orientale della ex Provincia, a cui ha fatto riferimento anche il Sindaco di Modica e che può essere la sola responsabile, per incapacità politica, delle eventuali lacune dell’assistenza sanitaria del comprensorio modicano.
Per nulla intimorito dai toni inopinatamente elargiti, il dott. Aricò, tramite nota scritta, con n. di protocollo U – 0013544, dell’ 8.7.2014, trasmessa tramite raccomandata con ricevuta di ritorno e anticipata via fax, inviata anche, per conoscenza, all’Assessore Regionale alla Sanità, ha smentito ipotesi di chiusura del reparto, illustrando gli aspetti della carenza sub-acuta di personale, peraltro non reperibile altrove alle condizioni praticabili nel contesto aziendale.
Nel ribadire l’attenzione per la qualità dell’assistenza erogata a pazienti di ogni età e in ogni ambito nosologico, nel contesto amministrativo della sanità regionale, in fase di profonda ristrutturazione, sono stati evidenziati i provvedimenti tempestivamente adottati, prima del ricevimento della nota, per una procedura di selezione urgente per il reclutamento di professionisti immediatamente disponibili.
In ogni caso, il Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria ha espresso vivo rammarico per i toni utilizzati nella missiva che reputa pessimo segnale in relazione alla volontaria ribadita indisponibilità a collaborare, segnale non bello se a farlo è una autorità sociale come il Sindaco.
Per il dott. Aricò, se le istituzioni non vogliono parlare, c’è qualcosa di patologico che va oltre i limiti dettati anche dalla buona educazione. Si riconosce l’autorevolezza che deriva dal ruolo, per i bisogni della collettività, ma non si lascia spazio per ingerenze della politica nella gestione sanitaria, non essendo di sua pertinenza.