di Giuseppe Frosini
Quale sarà il futuro dell’autovettura? Motorizzazioni superecologiche e silenziose, gruppi ottici sempre più evoluti e materiali più leggeri ma al contempo resistenti. Tecnologie sempre più al passo con i tempi e soluzioni integrate in plancia che avvicinano le autovetture a quei prototipi futuristici visti all’interno dei film di qualche anno fa. Ma andiamo per ordine. Forse ciò che incuriosisce i più, quelli che se ne intendono o hanno meno interesse, sono i traguardi raggiunti nel settore delle motorizzazioni. Il futuro si prospetta nuovamente diviso, anzi frazionato tra sistemi ibridi: il classico motore endotermico (ciclo diesel e ciclo otto) affiancato da un numero sempre maggiore di unità elettriche. Quale sia la tecnologia definitiva è ancora presto da stabilire. Numerosi sono stati però gli aggiornamenti visti sul mercato. Un ritorno all’uso dei 3 cilindri e notizia di qualche settimana fa, l’uso a partire dal prossimo inverno, da parte di alcune case automobilistiche con sede in oriente, di motori a Ciclo Atkinson, diversi dal Ciclo Otto tradizionale ma con più alti gradi di efficienza(e meno consumi) rispetto a quest’ultimo. Allo sviluppo di questi nuovi motori, si affiancano numerosi studi, test e applicazioni sui carburanti e sull’uso integrato con le tecnologie elettriche. Anche quest’anno in Europa numerose sono state le gare e le maratone organizzate tra atenei universitari e licei che hanno visto protagonisti giovani ricercatori e studenti, impegnati a costruire prototipi in grado di macinare chilometri su chilometri di strada con pochissima benzina. Una su tutte, la Shell Eco-Marathon dove tremila ragazzi si sono sfidati nella costruzione di prototipi con motori, non capaci di sviluppare impressionanti velocità ma, al contrario, di camminare per miglia con il minimo contributo di carburante. Due su tutti: Il team vincente del liceo La Joliverie di Nantes che ha coperto ben 3.314 di chilometri con un solo litro di benzina polverizzando il record dell’anno precedente (2.980 chilometri al litro) con il prototipo Microjoule, piccolo siluro monoposto in fibra di carbonio dove il conducente deve guidare da sdraiato. E per secondo non scordiamoci il prototipo elettrico City-car 310, dei ragazzi del liceo Louis Delage di Cognac, capace di percorrere 1.100 chilometri con il consumo di un solo Kilowattora elettrico. Dati alla mano c’è da aggiungere che a favore delle motorizzazioni elettriche spinge il dato che la dispersione di energia del suddetto motore è solo del 10% contro il 70% di dispersione di quello a combustione. Altro aspetto interessante da sottolineare è sicuramente quella dei materiali. Le case costruttrici spingono sempre di più verso una massificazione di elementi che prima potevano essere appannaggio solo di una categoria elitaria di acquirenti. Carbonio per pezzi sempre più leggeri e resistenti, l’uso dell’acciaio e di plastiche che traggono forma, usi ed ispirazione principalmente dall’industria aereonautica con una diretta applicazione prima di tutto all’interno di prototipi da gara(Formula 1, WRC) e poi implementati in auto di serie.
[Una fortunata combinazione è stata quella del recupero dell’energia cinetica che si sviluppa in frenata e che permette di ricollegarsi ai discorsi già fatti in materia di motori elettrici e consumi di carburante. Diretto risultato di questi studi è stato il Kers delle auto di F1 che tanto ha fatto recriminare i tecnici ma che ha permesso di creare overboost di potenza sopra le macchine da competizione solamente raccogliendo l’energia che si crea in fase di frenata attraverso appositi volani collegati a bobine che ricaricano le batterie.] Sviluppi concreti sono stati ottenuti da qualche mese per quanto riguarda i centri multimediali di bordo. Le più importanti case automobilistiche hanno siglato accordi con Android ed Apple per dotare i computer di bordo e gestire l’autoveicolo attraverso gli intuitivi sistemi operativi che già fanno girare i nostri smartphone. Soluzioni che permettono di controllare navigatore, musica, luci, chiamate attraverso voce e rete telefonica! Le informazioni che riceveremo da questi strumenti verranno direttamente riportate, come dimostrano progetti di alcuni prototipi futuri, non più su schermi di pochi pollici posizionati al centro della plancia ma direttamente, come accade già sugli aerei militari, sul parabrezza dell’auto per una sicura e pronta visione degli stessi. Capitolo copertoni e gomme anch’esso innovativo dove nel prossimo futuro potremo vedere su asfalto pneumatici privi di camere d’aria(non parliamo di tubeless o di tecnologie autoriparanti già presenti)con strutture a nido d’ape interne capaci di deformarsi ed adattarsi al terreno riuscendo nel contempo a sostenere l’auto senza distruggerla.
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