Seduta del civico consesso ragusano sempre animata, a nulla è servita la sollecitazione ufficiale del Presidente del Consiglio comunale, Giovanni Iacono, per il rispetto di alcune regole minime, non sempre, purtroppo, considerate con la dovuta attenzione e responsabilità.
In particolare a nulla è valso il richiamo a non abusare delle comunicazioni che dovrebbero essere dedicate solo a quesiti da porre all’Amministrazione, come pure scarsamente sentito il richiamo al valore simbolico del luogo in cui avviene il dibattito politico, ovvero il Consiglio comunale, in cui dovrebbe esplicarsi la condotta e l’esempio etico finalizzato esclusivamente al bene comune, evitando comportamenti, atteggiamenti e linguaggio eticamente non consapevoli del ruolo e del luogo, che richiedono, altresì, un abbigliamento consono.
Di certo, la fuoriuscita, dal gruppo consiliare, di due esponenti del Movimento 5 Stelle, la rideterminazione delle commissioni, i temi scottanti che interessano la vita amministrativa e l’approccio con l’approvazione del regolamento per la nuova IUC, hanno costituito propellente naturale per i soliti contrasti fra opposizioni e 5 stelle, amministratori e consiglieri.
A parte si potrà leggere della rideterminazione delle commissioni e dell’approvazione del regolamento per la IUC, quest’ultimo approvato, in tarda serata, in assenza delle opposizioni che hanno abbandonato i lavori -sono rimasti in aula solo i consiglieri del PD Massari e D’Asta, che, comunque hanno espresso voto contrario.
Le tensioni sono emerse a proposito del passaggio della consigliera Castro nelle file di Partecipiamo e della consigliera Nicita nel gruppo misto. Tralasciando le considerazioni, ovvie, dei consiglieri delle opposizioni sul significato delle mosse delle due esponenti elette nelle file del Movimento 5 Stelle, è stato Mario D’Asta del PD ad esprimere l’esigenza politica di capire cosa, effettivamente, è accaduto, di avere contezza dei motivi dello strappo, di fare un’analisi sulle cause del passaggio che non sono state né dichiarate, né enunciate, né spiegate.
Non sono state di ausilio le dichiarazioni della Castro e della Nicita: se la prima ha, genericamente, dichiarato di restare aderente ai principi del suo impegno politico, condiviso dai suoi elettori, puntualizzando di aderire al gruppo di ‘Partecipiamo’ che ha appoggiato ugualmente il Sindaco Piccitto, non diversamente si è espressa Manuela Nicita che ha sottolineato l’impegno per la completa realizzazione delle linee ispiratrici che le hanno suggerito l’impegno nel gruppo dei 5 Stelle. Una strana mancata dissociazione dal Movimento, sostenuta dalle parole del Sindaco Piccitto, intervenuto in aula, che si è espresso benevolmente nei confronti delle due transfughe, dicendosi certo che rimarrà intatto l’impegno per il progetto di cambiamento nell’interesse della città.
A nulla sono valse le dichiarazioni, a microfoni spenti e fuori dall’aula, di diversi consiglieri che non hanno lesinato critiche e considerazioni poco esaltanti sulle colleghe: sono in molti a pensare che dietro i cambi di casacca ci possano essere precise strategie politiche, dai contorni ancora poco definiti.
Le perplessità sono state rinvigorite da quanto accaduto dopo l’uscita delle opposizioni dall’aula: Manuela Nicita è stata accolta, con malcelato fastidio, nel gruppo misto, da Elisabetta Marino, unica componente che, obtorto collo, ha dovuto cedere il posto in tre commissioni.
Il Presidente Iacono ha preteso la rideterminazione immediata delle presenze in commissione del gruppo misto, arrivando a sospendere, appositamente, i lavori del Consiglio: qualche componente delle opposizioni, più competente e smaliziato, aveva suggerito di verificare meglio i regolamenti, in funzione della carica del capogruppo e dei suoi poteri decisionali, tutti da verificare attentamente.
Quando si è dovuto votare per rinviare l’esame del Regolamento IUC, su proposta del consigliere La Porta, per accertate non conformità degli atti predisposti dall’Amministrazione, la consigliera Nicità ha votato a sostegno della maggioranza pentastellata, suscitando le rimostranze delle opposizioni che, pur riconoscendo il diritto al voto libero e secondo coscienza, pretendevano una apposita dichiarazione di voto, secondo regolamento, per spiegare la diversità di vedute con il capogruppo con cui, peraltro la Nicita non si era nemmeno consultata e con cui non avrebbe intenzione di confrontarsi, ritenendosi assolutamente libera da condizionamenti gerarchici di qualsiasi tipo.
Ha lasciato perplessi, nel corso di una discussione che avveniva, in corridoio, fra la Nicita e i consiglieri Marino, Maurizio Tumino, La Porta e Mirabella, mentre continuavano i lavori del Consiglio, l’intervento spontaneo e non richiesto di alcuni consiglieri del Movimento 5 Stelle, segnatamente Stevanato e Schininà, che intervenivano a difesa della Nicita, contestando ai colleghi di opposizione ogni rilievo sulla ex (almeno così si vorrebbe far intendere) compagna di movimento.
Una intromissione particolarmente sentita quella di Stevanato che, alla semplice considerazione dell’esigenza di mantenere forma politica, ha ostentatamente vantato, parlando al plurale, l’orgoglio di non avere forma, segnale evidente del solco netto che i grillini vogliono tracciare con la politica classica e con le norme istituzionali da tutti accettate, finora, e che renderebbe pleonastiche le sollecitazioni del Presidente del Consiglio, di cui accennavamo in apertura.
A singhiozzo i lavori delle Commissioni consiliari al Comune di Ragusa
Dopo le sollecitazioni pervenute, anche in aula. il Presidente del Consiglio Tringali si è attivato affinché fossero convocate le Commissioni...