Poco dopo le ore otto di mercoledì 6 luglio, 956 migranti, 607 uomini e 145 donne, oltre a 204 minori, sono sbarcati dalla nave “Dattilo” della Capitaneria di porto, .
Tutti di nazionalità diverse: Siria, Ghana, Nigeria, Bangladesh, Gambia, Marocco, Tunisia e Sudan.
Tra i minori anche tre neonati che, trasportati al pronto soccorso dell’Ospedale Civile di Ragusa, sono stati inviati, immediatamente, per una consulenza al reparto di Neonatologia .
Due sono stati dimessi, dopo le cure necessarie, mente una bambina, di appena un mese e mezzo di vita, del peso 1.200 grammi, nata prematura (30 settimane), è stata trattenuta in reparto per le condizioni critiche dopo il lungo viaggio.
Grazie alla disponibilità del Direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, dott. Giuseppe Bonanno, anche la giovane madre, di appena 17 anni, anche lei in condizioni precarie, è ricoverata presso il presidio ‘’Maria Paternò Arezzo’’
“E’ necessario che la mamma sia vicina alla bambina, questa condizione permetterà una ripresa rapida della neonata che è già in condizioni discrete”, – così ha rassicurato il dott. Francesco Spata, neonatologo che ha aggiunto: “Questa mattina c’è stata una grande partecipazione del personale per dare un sostegno, a tutto campo, a questa mamma e alla sua piccola. Una esperienza umana e professionale di altissimo valore’’.
“Quarantacinque migranti – ha comunicato il dott. Carmelo Scarso – sono stati avviati per il ricovero, di cui solo 5 sono rimasti ricoverati: 2 per diabete scompensato; 2 donne perché in stato di gravidanza e la neonata, di cui sopra. Tre traumi, fratture, che non ha richiesto il ricovero, hanno interessato le ortopedie di Modica e Ragusa”.
Il Direttore Generale, dott. Aricò, si è tenuto costantemente aggiornato sull’evolversi della situazione e ha voluto esprimere il plauso per ‘’la forte sinergia tra gli ospedali ed il personale dell’Azienda che ha caratterizzo una giornata così intensa”, dicendosi orgoglioso delle risposte che l’Azienda riesce a dare, grazie alla collaborazione di tutti, nei momenti di grande emergenza.