Il mare, l’enorme patrimonio naturalistico ambientale, l’apprezzato patrimonio artistico architettonico del territorio comunale dovrebbero naturalmente relegare in seconda linea il Castello di Donnafugata, una dimora patrizia di campagna priva di peculiarità architettoniche di rilievo e senza capolavori artistici né di valore all’interno, una meta turistica che si può considerare un luna park d’epoca, una residenza che il Barone Arezzo de Spuches volle ampliare e abbellire di pari passo con le rinnovate esigenze di prestigio e di rappresentanza che erano imposte dal censo e dall’autorità politica, influenzandola, in maniera indelebile, con la sua propensione alla cultura, all’autorità, all’amore per le arti e la botanica, e intrisa, successivamente, del gusto colto e raffinato, di chiara ispirazione francese, del genero, il Visconte de Lestrade. In questi due personaggi si può sintetizzare la storia del Castello e il suo ‘esprit’ : da semplice dimora di campagna, da masseria fortificata, la costruzione fu via via ampliata ed abbellita, Nello sfarzo e nell’imponenza che sempre più si imponevano gran parte avevano le grandi ricchezze della famiglia che permettevano al proprietario di dare sfogo a tutte le sue inclinazioni e, più in generale, di replicare tutto ciò che di bello aveva visto e conosciuto nella sua esistenza particolarmente vissuta.
Ma nulla che possa mettersi a confronto con uno dei tanti beni oggetto del riconoscimento UNESCO.
Ciononostante il Castello di Donnafugata sembra costituire l’epicentro delle politiche e delle strategie turistiche dell’attuale amministrazione, anche per l’interessamento di grosse strutture ricettive del territorio che vorrebbero, forse, appunto, trasformarlo in un parco divertimenti per i clienti, senza certezze sui margini di libera fruizione della collettività locale che, comunque, rimane proprietaria dell’immobile.
La pensa allo stesso modo il consigliere GianLuca Morando che considera l’antico maniero un potenziale non sfruttato della città.
Per Morando gli orari di apertura al pubblico non consentono una fruizione funzionale alle abitudini e alle esigenze di turisti e visitatori: solo le tre ore finali di ogni turno di apertura sono quelle utilizzate per le visite, non sono previste aperture serali, nemmeno in occasione di eventi che hanno luogo a Donnafugata, all’interno come pure all’esterno del Castello.
Parimenti presentano criticità enormi i collegamenti, con l’impossibilità, quasi costante i raggiungere agevolmente la contrada da Ragusa, da Ibla e da Marina di Ragusa.
In tal senso il consigliere del Movimento Civico Ibleo auspica misure adeguate, da parte dell’Assessorato competente, per consentire una adeguata fruibilità che potrebbe incentivare i flussi turistici, già interessanti, che si riversano sul Castello.