Fra urla, pugni sbattuti sul tavolo, risatine a mo’ di sfottò in faccia al Presidente del consiglio e metafore amorose, il consiglio comunale di ieri sera ha ancora una volta offerto uno spettacolo davvero poco edificante. E il punto più importante all’ordine del giorno, ovvero l’approvazione dello schema di convenzione del segretario comunale fra il Comune di Sortino e il Comune di Chiaramonte Gulfi, dopo quasi tre ore di dibattito è stato rimandato a data da destinarsi dalle stesse opposizioni che l’avevano presentato. La seduta è iniziata alle 18.00 e si è conclusa alle ore 23.00. Innumerevoli gli scontri (al limite del siparietto) fra i vari consiglieri e, soprattutto, fra il gruppo Cambiare per Crescere fedele al sindaco Fornaro e la presidenza del Consiglio. Un sorprendente Vito Alescio, di solito pacato e impeccabile nel comportamento, ha fatto trasalire tutto il consiglio e tutti i presenti quando, ad un certo punto, sbatte i pugni sul tavolo dopo aver perso la pazienza nei confronti del consigliere Stamilla. Il consigliere Stamilla, da parte sua, a fine seduta sorprende i presenti urlando a squarciagola contro il Presidente chiedendo che non si entri nel merito del proprio lavoro. Si potrebbero citare decine di eventi di questo tipo ma ci limitiamo a riportare soltanto i più eclatanti. Andiamo per ordine. Il punto viene anticipato rispetto all’ordine proposto su richiesta del consigliere Vivera (Forza Italia) che, poi, aggiunge: “Grazie presidente per aver convocato il consiglio giorno 12. Voleva farlo anche il 15?”. Maria Grazia D’Ebra, segretario comunale, non è presente essendo incompatibile con la trattazione del punto. Ne fa le veci il vice segretario Franco Cardaci. Anche lui, però, si dichiara incompatibile con la trattazione del punto e si allontana. Il presidente propone, così come da regolamento, che uno dei consiglieri faccia le veci del segretario come “segretario verbalizzante”. Viene proposto Giuseppe Nicastro (Lista Salvatore Nicosia), aiutato da una dipendente comunale. La proposta è accettata da tutti i consiglieri. Per capire il senso degli interventi, bisogna spiegare in che cosa consiste una convenzione per il segretario comunale. In pratica, il Comune di Chiaramonte e il Comune di Sortino, avrebbero dovuto stipulare una convenzione per “spartirsi” il segretario comunale. Se, da un lato, ciò significa una maggiorazione di stipendio per il segretario, in cambio i Comuni ottengono un certo risparmio per le proprie casse. La pratica è piuttosto comune ed è assolutamente legale. Le opposizioni hanno presentato lo schema sostenendo che si potrebbero risparmiare circa 30 mila euro. Inoltre, sarebbe un’occasione di carriera per il segretario stesso. Il gruppo Cambiare per Crescere e il sindaco, invece, sostengono che, a conti fatti, non c’è poi grande risparmio, considerando che le trasferte vengono retribuite come spese a parte e il segretario, non essendo sempre presente, creerebbe un disagio all’Ente. Tra l’altro, il vice segretario Franco Cardaci si è dichiarato indisponibile, creando un ulteriore problema. Inoltre, il sindaco ha ribadito più volte di non essere disponibile a fare un accordo con il sindaco di Sortino. Fra i due, infatti, ci sarebbe stata una corrispondenza poco carina e, sempre secondo il sindaco e tutto il gruppo “Cambiare per Crescere”, l’accordo sarebbe stato portato avanti unilateralmente dal presidente del consiglio senza nessuna consultazione. L’impressione generale a fine seduta, senza voler entrare nel merito di questioni tecniche, è che l’opposizione abbia portato in aula un documento poco chiaro e in maniera frettolosa, tanto da dover chiedere di rimandare il punto. Il sindaco Vito Fornaro, prima che iniziasse la discussione, fa allegare una propria dichiarazione agli atti: “Esprimo la totale contrarietà alla convenzione a questa convenzione. Il Presidente ha trattato in prima persona l’accordo con il sindaco di Sortino. E’ un atto di prepotenza ed è privo di condivisione. Il Presidente si arroga ruoli che non ha. Se l’atto dovesse essere approvato verrà impugnato nelle sedi opportune”. Giuseppe Savasta (Cambiare per Crescere), dichiara: “Signor Presidente la posizione del sindaco e del gruppo è chiara. Durante la riunione dei capigruppo, il consigliere Antonella Occhipinti dichiara di essere favorevole a patto che non venga meno l’efficienza del segretario. Il consigliere Vito Alescio era d’accordo ma chiedeva un incontro chiarificatore. Come mai il punto in tre giorni è stato portato in consiglio? Alescio, cosa è cambiato in così poco tempo?” Alescio, risponde: “E’ un risparmio per le casse del nostro Comune. Ho valutato e ho fatto le mie considerazioni”. Il presidente, interviene: “Ma che cos’è un interrogatorio?” Vivera ribatte: “Se la segretaria ci serve, paghiamo la trasferta? Non mi sembra che ci sia tutto questo risparmio. Alla segretaria può fare comodo, ma non c’è tutto questo risparmio. Mi lascia perplesso il fatto che il rapporto di fiducia viene minato Sembra una forzatura per scontri politici. Non capisco questa urgenza” Vivera continua: “E’ un matrimonio forzato. Se il sindaco di Chiaramonte non vuole, perché si deve fare per forza?”. Morreale interviene: “Stiamo calpestando le minime regole della democrazia”. Antonella Occhipinti rompe gli indugi: “Vi state comportando come se ci teneste davvero alla segretaria”. Il presidente chiarisce: “La convenzione si sta facendo fra il Comune di Sortino e quello di Chiaramonte, non fra il sindaco di Sortino e quello di Chiaramonte. Se cambia il sindaco la convenzione resta lo stesso. Che c’entra se il sindaco di Chiaramonte non va d’accordo con quello di Sortino?”. Vivera: “Perché è un rapporto di fiducia”. Nicastro affonda il coltello: “Se fosse così la segretaria se ne sarebbe già andata”. Inizia un duro scontro fra Vivera e Nicastro. Vivera, tra l’altro, comincia ad alzare la voce e il presidente è costretto a richiamarlo apostrofandolo: “Stiamo parlando di cose serie”. Dal lato dei consiglieri di Cambiare per Crescere scoppia una fragorosa risata praticamente in faccia al presidente Battaglia. Ormai, l’antipatia reciproca fra Stamilla e Battaglia è talmente manifesta da risultare quasi stucchevole. Torniamo al dibattito. Il sindaco, continua: “Nessuno ha mai parlato di cacciare la segretaria. Non accetto che il presidente si arroghi il diritto di andare a Sortino. Oggi si sta dicendo che io avrei voluto cacciare la segretaria: sono menzogne”. Vivera continua con le trite e ritrite metafore amorose: “Io ho dichiarato che ormai mi ero innamorato”. Ma Nicastro interviene: “E’ una discussione intrisa di ipocrisia. Anche i muri sanno che non ci sono buoni rapporti fra questa amministrazione e la segretaria. Ma da tutta questa situazione noi abbiamo la possibilità di avere un buon risparmio. Abbiamo il vice segretario che problema c’è? Non penalizziamo la segretaria, né il Comune. Lo fanno tanti Comuni, perché mortificarla?”. Ma a proposito del vice segretario, il sindaco risponde: “Si è preso atto che il vice segretario è indisponibile?” E scoppia, ancora, l’ennesimo litigio fra presidente e vice presidente del consiglio. Stamilla accusa il presidente di aver tolto il microfono al sindaco. Nicastro passa alla lettura della convenzione ma ci si accorge di un problema: alcuni consiglieri hanno copie diverse. La confusione è totale. Viene appurato che sarà letta la documentazione allegata al corpo della delibera. Ma il sindaco ribatte sulla questione del vice segretario: “Il dottor Cardaci ha già espresso la sua non disponibilità”. Vivera continua con le solite metafore amorose: “Con la segretaria ho un ottimo rapporto”. Lo dice talmente tanto spesso che viene il dubbio che non sia vero. La Occhipinti (PD), insiste sui numeri: “C’è un risparmio di circa 30 mila euro. Se il Comune può risparmiare e collaborare con un altro Comune, che male c’è? Questo atteggiamento mi sembra un po’ esagerato. Addirittura abbiamo scoperto che Vivera si è innamorato”. Stamilla insiste: “L’unico motivo dichiarato per approvare la convenzione è la carriera della dottoressa. E’ una presa di forza del presidente”. Occhipinti: “Stiamo partendo comunque da due pareri tecnici favorevoli”. Cutello (PD) prova a tendere una mano ai consiglieri: “Prendo atto che i rapporti fra il presidente e il sindaco non sono sereni e quindi pregiudicano un po’ tutto il lavoro. Detto questo, io mi affido ai numeri. Oggi, c’è la possibilità di risparmiare. Non capisco questo accaloramento. La convenzione non blocca l’attività amministrativa, anzi la migliora. Una figura professionale che si confronta con altre amministrazioni, può essere d’aiuto. Possiamo anche valutare di migliorare insieme la convenzione”. Vivera ripropone ancora la ormai stantia metafora amorosa ma si scontra con la Occhipinti. Il sindaco precisa: “Io non ho mai detto di essere contrario alla convenzione. Io ho detto di essere contrario a questa convenzione. Cardaci, inoltre, si rifiuta di fare il vice e Giarratana ha chiesto di fare convenzione con noi”. Occhipinti, ribatte: “Giarratana l’ha solo detto a voce, ci porti uno schema”. A questo punto, succede un fatto strano: il consigliere Alescio, rispondendo evidentemente a qualcosa detto da Stamilla che, però, era fuori microfono, intima: “Tu stai zitto. Stai zitto! Fatti i fatti tuoi!”. E poi, sbatte i pugni sul tavolo, facendo ammutolire l’aula per qualche secondo. Volano subito accuse pesanti nei confronti di Alescio, accusato da Vivera di essere: “Immorale”. Il presidente, a fatica, riesce a riportare la calma in aula. Il sindaco interviene riprendendo la questione: “Questo accordo fra i due sindaci non c’è . Mascherate questa presa di forza perché avete i numeri. E calpestate anche la dignità di Cardaci. Leggiamo articolo per articolo e dimostriamo quanto è scellerato questo schema”. Occhipinti provoca: “Nessuno tiene in conto che l’ex segretario dà consigli a titolo gratuito al sindaco. Il parere tecnico è favorevole, il risparmio c’è”. Il presidente accusa il sindaco di aver detto agli uffici di non dare i conteggi. Il sindaco ribatte indignato: “Cosa?”. Stamilla incalza: “Chiedo che venga letta la nota del sindaco sui conteggi. Questa è calunnia”. Il presidente non sembra scomporti: “Stia calmo”. Si aspetta qualche minuto affinchè Battaglia recuperi la lettera. Successivamente, il presidente legge la lettera che inizia così: “Invito la dirigente…..a non dare”. Nicastro ribatte: “La calunnia è finita”. Stamilla: “E’ un invito, non è un ordine”. Stamilla chiede anche che venga letta la lettera di richiesta del presidente. Morreale dichiara: “Il presidente è promotore”. Ma il presidente ribatte subito: “Mettiamo a verbale, adesso lo deve dimostrare”. Il sindaco spiega: “La richiesta non vietava, invitava la signora a non farlo”. Morreale riprende la parole e fa mettere a verbale una dichiarazione ironica rivolta al presidente: “Lei conduce i lavori in maniera esemplare come suo solito. Avevo chiesto di parlare prima di Occhipinti circa tre quarti d’ora fa e non mi è tata data la parola”. Il presidente decide di chiudere la discussione generale e di aprire la discussione dopo la lettura di ogni singolo articolo della convenzione.