Giorno 12 agosto 2014 è andato in onda su Raitre un servizio nel quale si parlava di Ragusa, Marina di Ragusa e Donnafugata. In un programma in cui si parla di luoghi culturalmente interessanti avrebbero dovuto parlare dell’incremento del turismo ragusano, dei tanti siti archeologici, dell’aeroporto di Comiso e del porto turistico (vedi video allegato).
Inizia il servizio con una splendida signorina che deve recarsi da Roma a Marina di Ragusa per visitare il Castello di Donnafugata, ma subito viene da chiedersi: è necessario fare questo folle giro? Non è più semplice atterrare a Comiso ed arrivare al castello impiegando 20 minuti? Perché la signorina continua a dire che per giungere al castello gli sono servite 10 ore per percorrere 130 km?
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Un servizio incredibile per il quale non basterebbero infinite scuse, un servizio da principianti e ricco di disinteresse e disinformazione. Non una sola assurdità, ma tante. Iniziamo dal taxi: 180 euro per percorrere 150 km, non penso che a Rimini o a Milano costi di meno. Tragitto aeroporto di Catania – Ragusa: perché recarsi a Catania per prendere l’autobus? Dall’aeroporto parte un pulmann ogni 60 minuti (penso che una persona normale prima di partire si informi un tantino), se chiedi informazioni a uno straniero e non ti sa rispondere, forse è meglio riprovarci con un catanese , no?
Perché arrivati a Marina di Ragusa, invece di adoperare il solito trucchetto del sottofondo musicale per portare lo spettatore a pensare alla “desolazione” (usando un’inflazionata colonna sonora tipica da film western, mancava solo la palla di fieno che rotolava) non facevano un giro in piazza o al lungomare?
E’ lecito trovarsi un pò spaesati quando si viaggia e penso sia successo a tutti. Si cercano informazioni utilizzando il buon senso e la capacità di discernimento. Ovviamente, bisognerebbe prima documentarsi un po’ sul posto che si sta per visitare.
L’inviata nella stazione degli autobus esaspera il tutto, perchè esistono due biglietterie per chi non lo sapesse. Chiedendo ad ogni passante, difficilmente avrebbe ottenuto una risposta errata.
Non è questa l’immagine della Sicilia da presentare che, benché piena di difetti e mancanze, è sempre stata generosa nell’offrire ospitalità e supporto a chi, con buon cuore, chiede. A nulla serve presentare un’ immagine distorta di una realtà che combatte e s’impegna per la crescita locale, utilizzando i canali di comunicazione più in vista (come la televisione) per far cattiva pubblicità ad una terra che non ha bisogno d’essere presentata. Questa è una terra umile, a cui non importa di essere derisa perché sa accettare le diversità e vanta tanta storia e cultura quanto queste brevi righe possano ricordare.
Lo scopo del servizio qual era? Buttare fango su una città e su un’amministrazione che ha reso Ragusa vivibile, turistica e piacevole? Ebbene, ci sono riusciti.