Al via le iniziative culturali nel quadro dei Festeggiamenti in onore del Santo Patrono della Città e della Diocesi di Ragusa
Negli eleganti e funzionali saloni di Palazzo Garofalo, in pieno centro storico, mostre ed esposizioni sono state inaugurate nel pomeriggio di domenica 24 giugno.
Quattro le iniziative che, già subito dopo l’inaugurazione hanno suscitato l’interesse di numerosi visitatori: la Collettiva di Pittura ‘’Artisti Iblei’, sotto la Direzione Artistica del Prof. Michele DiGrandi, che vede esposte opere di Manuela Arrabito, Piero Carbone, Michele Di Grandi, Serafino DiPasquale, Giuseppe DiStefano, Mariella Guastella, Roberto Ingallinera e Fabrizio Occhipinti.
‘’La Storia in Terracotta’’, l’ omaggio al Maestro scultore Giuseppe Criscione, la Mostra creativa ‘’Tutto può diventare Arte’’ di Elvira Ferrara e Maria Luisa Le Moli, e le foto del concorso #Monocromo, photoCONTEST nell’ambito di SanGiovArt 2014.
Momenti diversi per un percorso artistico di elevato livello che caratterizza le iniziative culturali dei festeggiamenti e che resterà a disposizione dei visitatori fino a domenica 31 agosto.
Il responsabile culturale del Comitato dei Festeggiamenti, dott. Fabrizio Occhipinti, esperto e studioso di storia dell’arte, ha intrattenuto i numerosi ospiti intervenuti con una interessante conferenza sulla presenza di ‘’San Giovanni Battista nelle opere di Caravaggio’’.
Con un approccio non accademico né didascalico, Occhipinti ha saputo catalizzare l’interesse dei presenti trasformando una vera e propria lezione di storia dell’arte in una piacevole conversazione ad una voce che è risultata anche una esaustiva descrizione della vita privata e artistica del grande pittore milanese.
Con il supporto delle immagini di numerose opere dell’artista, sono stati passati in rassegna i periodi salienti della sua vita, da quelli romani ai soggiorni di Napoli e Malta.
I tratti peculiari dello stile di Caravaggio sono stati analizzati dalle prime opere a quelle della maturità artistica che rivelò le capacità quasi uniche di Michelangelo Merisi e che attirarono anche l’interesse dei più grandi artisti del tempo, uno per tutti Rubens, che intravidero nello stile innovativo e tecnicamente raffinato le grandi doti che, comunque, furono definitivamente apprezzate, studiate e acclarate nel secondo novecento, così da poter azzardare la considerazione che Caravaggio può essere annoverato quasi fra gli artisti contemporanei.
Passati in rassegna alcuni dei temi e dei soggetti cari al pittore, il relatore si è soffermato sulla figura di San Giovanni Battista nelle opere di Caravaggio, che rappresenta uno dei soggetti maggiormente trattati dall’artista che realizzò almeno otto dipinti con questo tema.
Per il giovane Caravaggio, Giovanni era solitamente un ragazzo o un giovane solo, nel deserto. Oltre a queste opere raffiguranti Giovanni da solo, datate prevalentemente nei primi anni dell’artista, Caravaggio dipinse tre grandi scene di carattere narrativo sulla morte di Giovanni – la grande Decollazione di Malta, e due scure opere raffiguranti Salomè che mantiene la sua testa, una a Madrid, e una a Londra.
Passato in rassegna anche il dipinto di San Giovanni Battista conosciuto anche come Giovane con un montone, dipinto che esiste in due versioni quasi identiche, entrambe ritenute dell’artista. Entrambe le versioni sono a Roma, una ai Musei Capitolini e l’altra nella Galleria Doria Pamphilj.
Nel 1602 Ciriaco Mattei, un banchiere, il cui fratello Asdrubale aveva aiutato Caravaggio prima del suo successo, commissionò un dipinto raffigurante Giovanni Battista per celebrare l’onomastico del suo figlio maggiore.
Il S.Giovannino è ritratto mentre abbraccia un ariete, forse rappresentante il sacrificio di Cristo, giacché le corna di esso venivano viste come un disegno “astratto” della croce (ma abitualmente è sostituito dall’agnello).
Inoltre, il Santo siede su una tunica rossa ed una pelle di cammello, simboli di Cristo la prima, del Battista la seconda; se si aggiunge ad esse la posa del santo, che abbraccia fraternamente l’ariete, si può intendere che Caravaggio volesse sottolineare l’importanza del Battista, precursore e quasi fratello (più che cugino) del Cristo.