Chiude in bellezza la XXVIII sagra dell’uva di Roccazzo con il concerto dei Cugini di Campagna. Si parla già di cifre record e di numeri mai visti. Gli organizzatori, infatti, stimano circa ventimila presenze complessive per la serata di ieri e si sfiorano i trentamila avventori, invece, se consideriamo anche la serata di sabato.
Molti sostengono che questa sia stata l’edizione con più pubblico in assoluto. Ed effettivamente, i locali del mercato ortofrutticolo di Roccazzo si sono praticamente riempiti di folla, proveniente un po’ da tutta la Provincia e anche oltre.
I Cugini di Campagna, con quasi due ore di concerto, non hanno certo deluso le aspettative. La band, formata da Silvano Michetti, Ivano Michetti, Tiziano Leonardi e Nick Luciani, ha ripercorso sul palcoscenico la propria carriera musicale e personale, riuscendo a coinvolgere e a far divertire il pubblico.
Nata nel 1970, la band esordisce con “Il ballo di Peppe” in una trasmissione di Gianni Boncompagni e Renzo Arbore “Alto Gradimento”. Il 1973 è l’anno di “Anima mia” che porta il gruppo al successo. Ieri sera, la band ha suonato tutti i pezzi più importanti del suo repertorio: da “Anima mia” a “Preghiera”, passando per “Il ballo di Peppe” a “64 anni”. Negli anni ’90 e negli anni 2000, la band si è esibita in una tournée mondiale e alcuni dei loro membri hanno partecipato a programmi televisivi e reality.
Prima dell’inizio del concerto, è salito sul palco anche il sindaco Vito Fornaro per ringraziare l’associazione Giovanile Roccazzo, organizzatrice della manifestazione. Tra gli ospiti il neopresidente della Camera di commercio di Ragusa, Giuseppe Giannone. L’Associazione giovanile Roccazzo ha poi rivolto speciali ringraziamenti, per il sostegno ricevuto, oltre all’Amministrazione comunale, in particolare al sindaco, alla Regione, assessorato Agricoltura e Foreste, e a tutte le istituzioni che a vario titolo hanno fornito il proprio supporto alla riuscita della sagra.
Ancora una volta, a farla da padrone la degustazione dei sapori classici della vendemmia, con quasi novemila litri di mosto utilizzati per la preparazione di mostarda e “cudduredde”, per non parlare delle centinaia di chili di salsiccia e di frittelle che sono andati via come se nulla fosse tra l’apprezzamento generale. Grande attenzione, inoltre, riservata all’uva, messa a disposizione dei visitatori nelle differenti varietà, a cominciare dalla specialità Italia, la regina della tavola.