Il consiglio comunale di ieri sera, dopo una lunghissima discussione, ha approvato il bilancio di previsione 2014. Questo, il risultato finale. Ma non è certamente stata una serata facile, anzi. La seduta del civico consesso finisce quasi in rissa, con accuse reciproche di vergogna, offese personali e porte sbattute. Uno spettacolo (permettete a chi scrive di esprimere un’opinione), veramente non degno di un consiglio comunale.
Quasi due ore di tempo sono state impiegate per discutere la mozione di indirizzo con proposta di voto presentata dal gruppo PD in seguito al ritiro di uno degli emendamenti: il temporaneo blocco dei fondi SPRAR. La seduta, infatti, si apre con le comunicazioni e le interrogazioni e Antonella Occhipinti prende la parola, chiedendo che venga letto il parere tecnico all’emendamento sui fondi SPRAR. Il parere tecnico è stato negativo, in quanto l’emendamento non avrebbe spostato nessuna cifra da un capitolo all’altro e quindi non avrebbe provocato nessun cambiamento al bilancio, ma si limitava soltanto a tenere in fase di stallo alcune somme, in attesa del verdetto dell’AVCP (Autorità di Vigilanza per i Contratti Pubblici).
La vicenda, infatti, si trascina da molti mesi. L’AVCP, dovrebbe esprimersi a giorni su presunte irregolarità del bando di gara vinto poi dalla cooperativa Nostra Signora di Gulfi. Sia l’emendamento (poi ritirato) che la mozione con proposta di voto, propongono al consiglio di congelare, temporaneamente, i soldi ministeriali da destinare alla cooperativa, in attesa del verdetto dell’AVCP. Questo, per evitare un danno erariale in caso di parere negativo dell’Autorità di Vigilanza. Se, invece, il parere sarà positivo, i soldi verranno liquidati subito, senza altri passaggi in consiglio. La maggioranza fedele a Fornaro e il sindaco stesso, invece, ribadiscono che i soldi sono un anticipo di spesa già sostenuto dalla cooperativa, che il Comune nulla ha a che vedere con quei fondi (ripetiamo, sono fondi ministeriali) e che tutta la manovra è stata pretestuosa e politica.
Ma andiamo con ordine. Acquisito il parere negativo, Occhipinti dichiara: “Visto il parere tecnico negativo all’emendamento, proponiamo una mozione d’indirizzo con voto”. Subito i consiglieri Giuseppe Savasta e Luigi Stamilla (Cambiare per Crescere), si oppongono all’inserimento della mozione, ma il presidente Paolo Battaglia lascia proseguire, dichiarando: “La mozione può essere presentata purchè sia scritta”. Occhipinti dichiara: “Qualcuno, in maniera abile e vile, ha montato questa storia. Si sta puntando il dito verso l’operato dei consiglieri per denigrarne il lavoro e mettere in cattiva luce la normale attività consiliare. Questa vicenda si trascina da dicembre. Ricordo che ci siamo espressi con una commissione d’indagine consiliare. L’emendamento fino a poche ore fa, è stato oggetto di una serie di atti vili, non dico intimidatori, ma quasi, da chi gestisce queste forme di consenso. Una cosa che non si è mai verificata. Noi siamo stati oggetto di atti intimidatori, con richieste e pressioni, tacciati di essere i cattivi. C’è gente a Chiaramonte a cui è stato detto che i consiglieri che si trovano seduti vicino alle finestre sono cattivi. Si sta dicendo in giro che vogliamo togliere opportunità di lavoro, ci si incontra per strada e si fa finta di non conoscersi. Chi ha fatto questo deve chiedere scusa. Lo sappiamo tutti come sono andate le cose. L’emendamento lo ritiriamo, ma vogliamo dare lettura della mozione d’indirizzo e dico a voce alta che nessuno vuole togliere il lavoro a nessuno”.
Fatta questa premessa, scoppia il primo alterco fra Vivera, Morreale e Occhipinti. A fatica, Occhipinti riesce a leggere la mozione: “Il PD ritira l’emendamento presentato il 27 settembre. L’intenzione è di non procedere a nessuna liquidazione di somma in attesa del parere dell’AVCP”. Iniziano i primi “Vergogna” dai banchi della maggioranza fedele a Fornaro, con Morreale e Stamilla che si alzano in piedi. Il presidente chiede che i consiglieri non si interrompano a vicenda. Occhipinti continua: “Con delibera di giunta, viene specificato che l’AVCP ha avviato un’istruttoria per verificare eventuali anomalie. L’efficacia della stessa convenzione fra il Comune e la cooperativa Nostra Signora di Gulfi è vincolata al parere dell’AVCP. Quello che viene specificato nella delibera di giunta, firmata sia dal rappresentate legale del Comune che dalla cooperativa, non è altro che il principio ispiratore dell’emendamento. A tutela dell’Ente, appare logico e conseguenziale proporre che le somme assegnate, 336 mila euro, vengono bloccate o non liquidate, in attesa della comunicazione ufficiale dell’AVCP. Propone anche, qualora la relazione dell’ACVP abbia esito favorevole, che le somme vengano subito liquidate”.
Prende la parola il sindaco Vito Fornaro: “Lei ha fatto delle accuse pesanti. Faccia i nomi e i cognomi. Lei sta proponendo di bloccare 153 mila euro”. Occhipinti e Nicastro, ribattono: “No, 336 mila euro”. Il sindaco insiste: “I 153 mila euro sono stati già mandati dal Ministero”. A questo punto della discussione, si apre una lunga parentesi per capire quali fondi siano già stati inviati. Viene appurato che il Ministero ha mandato un primo acconto dei 336 mila euro, ovvero 153 mila euro già disponibili dal 18 agosto, anche se il bonifico non è stato ancora incassato. Il limite massimo per l’incasso è il 31 dicembre. I consiglieri di opposizione dichiarano in aula di apprendere in quel momento della disponibilità della somma. Il sindaco continua e si rivolge alla Occhipinti: “La prego di dire i nomi di chi l’ha minacciata. Sta solo facendo una sceneggiata napoletana. Se lei ritiene che la cooperativa può proseguire senza i 153 mila euro, faccia lei. Non si può dire che si vogliono tutelare i lavoratori e poi bloccare le somme. La cooperativa ha già anticipato quelle spese e potrebbe fare ricorso. Ognuno si prenderà le sue responsabilità e voglio far mettere questa dichiarazione a verbale, cioè che l’amministrazione ribadisce che questo è un anticipo delle somme già sostenute dalla cooperativa. Ci saranno vie legali nel caso in cui si verrà a creare un danno per il Comune”.
Vivera: “Ancora continuate ad accanirvi su questa cosa. Dalla discussione emerge questo. Siete vergognosi”. Cutello (PD), interviene: “Vivera, devi dire le cose come stanno”. Vivera: “La verità è che c’è un accanimento. Fate terrorismo. Fai i nomi di chi ti ha minacciato”. Occhipinti dichiara: “Forse Vivera subisce altri generi di pressioni. Ricordo che l’AVCP è stata interpellata dall’Opera Pia, non dai consiglieri”. Vivera ha un momento di stizza ed esce dall’aula, ma Occhipinti continua: “Nella convenzione pubblicata con la delibera dell’amministrazione, di questo anticipo del Ministero non c’è traccia. Stiamo acquisendo questo dato stasera. Si vuole creare confusione”. Stamilla prende la parola: “Tutto ciò che nasce da un sostrato di minaccia non deve entrare in consiglio. Questo presidente non ha capito nulla del regolamento”. Ma Nicastro ribatte: “Allora perché gli assessori non siedono in mezzo al pubblico?”. Scoppia l’ennesima lite fra il presidente e Stamilla.
Il presidente dà lettura dell’articolo 39 del regolamento del consiglio che regola i posti a sedere degli assessori. In effetti, il regolamento prevede che gli assessori debbano sedersi fra il pubblico e non nei banchi del consiglio. Gli assessori, a questo punto, vengono fatti accomodare fra il pubblico. I consiglieri di Cambiare per Crescere ridono fragorosamente della decisione presa.
Dopo questa ennesima interruzione, Nicastro prende la parola: “Penso che quello che propone Occhipinti non sia poi così distante dall’amministrazione. Noi non abbiamo toccato i soldi. Ci siamo solo chiesti se questa somma, visto che l’AVCP ha posto ulteriori criticità, può causare un danno erariale al Comune. La mozione è seria. Vogliamo impedire che si proceda alla liquidazione prima del parere dell’AVCP”. Ma Vivera ribatte: “Se dobbiamo aspettare i pareri non facciamo niente. La commissione l’ho vissuta, per questo dico che c’è malafede”. Scoppia un altro alterco fra il presidente e Vivera. Le urla diventano sovrastanti, Vivera stesso dichiara: “Sembriamo un teatro” e Cutello non si lascia sfuggire l’occasione: “La platea c’è. Gli attori pure”. Poi, Cutello ribadisce: “l’intento è quello di creare confusione. L’AVCP ha preso visione di presunte irregolarità con un esposto fatto dall’Opera Pia, non dai consiglieri. Però ci si comporta di conseguenza, proprio per tutelare l’ENTE. Il Comune stesso ha firmato una convenzione in cui si dice che se il parere dell’AVCP è negativo la cooperativa non ha nulla a pretendere e si deve provvedere alla revoca della convenzione”.
Si accende una lunga discussione tecnica fra il vice segretario Cardaci, Occhipinti, Cutello e Nicastro, sormontata da continue risate, battibecchi e urla. Infine, prende la parola Morreale: “Provo vergogna per come sono andate le cose. E’ solo una partita di giro in cui il Comune non può mettere le mani, né naso. C’è stato un bieco tentativo di ostruzionismo politico. Il nostro no è fortissimo ed è motivato, non poggia su fantasie”. Occhipinti ribatte: “Un danno erariale per l’ente è fantasia?”. Infine, la mozione viene portata ai voti e viene adottata con 8 voti favorevoli (tutti i gruppi di opposizione) e 6 contrari (gruppo Cambiare per Crescere).