Il Movimento Cinque Stella di Chiaramonte ancora sul piede di guerra per la diretta streaming. Un comunicato ufficiale del Movimento, diffuso tramite la pagina ufficiale facebook, chiede spiegazioni sul perché, una volta approvato il regolamento per la diretta streaming, ancora il Comune non si è attivato per effettuare il servizio. Come si ricorderà, infatti, l’iter per l’approvazione del regolamento per effettuare le dirette, è stato lungo e tortuoso.
Erano stati proprio gli attivisti del M5S a presentare nel giugno del 2013 una formale richiesta indirizzata al Presidente del consiglio per chiedere che venissero autorizzate le riprese delle sedute del consiglio. Successivamente il consiglio comunale, nel mese di gennaio 2014, adottò il regolamento che permette, previa autorizzazione della presidenza, la ripresa video delle sedute. E in effetti, una seduta in diretta streaming del consiglio venne effettuata il 29 gennaio, tanto che è ancora possibile rintracciare la registrazione su youtube. Da allora, però, nessun’altra ripresa è stata effettuata.
Il M5S, chiede spiegazioni: “E’ da febbraio che attendiamo che le sedute del consiglio comunale siano trasmesse in streaming sul sito istituzionale del Comune senza filtri e con archiviazione dei video, affinché possano essere consultati in ogni momento su internet da qualsiasi utente”. Dunque, il Movimento cittadino, chiede che le dirette vengano “istituzionalizzate”, ovvero che sia l’Ente stesso ad occuparsi della trasmissione delle dirette, visibili sul sito del Comune.
La segreteria cittadina, inoltre, insinua: “Forse vi state rendendo conto che, potendo essere visti da un numero maggiore di cittadini, sareste costretti a occuparvi di loro e i video rimarrebbero online a disposizione di tutti”. Infine, il Movimento dichiara: “Noi crediamo fortemente che la diretta streaming sia l’unica prova inconfutabile della veridicità di ciò che sta accadendo in tempo reale e crediamo altresì che un maggior coinvolgimento diretto della popolazione alle attività politiche locali possa responsabilizzare il cittadino che attingerà le informazioni in modo diretto e non filtrate da notizie riportate, spesso faziose. In fondo, volevamo fornire ai consiglieri l’opportunità di mostrarsi trasparenti nei confronti dei cittadini che hanno voluto rappresentare candidandosi”.