Avete mai percorso l’antico tragitto della vecchia ferrovia a scartamento ridotto che passava da Chiaramonte e arrivava fino a Palazzolo Acreide? Ebbene, proseguendo lungo questa strada ancora oggi percorribile, all’interno del demanio forestale a cavallo fra i territori di Chiaramonte, Giarratana e Monterosso, è possibile imbattersi in alcuni siti degni di interesse. Alcuni sepolcreti, infatti, costeggiano tutto il tragitto, scavati a mo’ di grotta lungo il costone roccioso.
Proseguendo lungo la strada in terra battuta, una volta sede della linea ferroviaria ma che oggi mantiene intatte solo le gallerie, è possibile imbattersi in un sito degno, a parere di chi scrive, di grande interesse. Attraversare le gallerie stesse, è già di per sé uno spettacolo della natura, immerse praticamente nella folta vegetazione boschiva, testimonianza ancora viva di un tempo che ormai non ci appartiene.
Andando avanti attraverso il percorso, praticamente interrato, passando attraverso un’entrata che, da lontano, ricorda tantissimo una grotta, si trovano i resti di quello che sembra un antico palmento. Grazie alla disponibilità del comandante del distaccamento forestale di Chiaramonte Gulfi, Alessandro Panza e dell’ispettore forestale Mario Licitra, è stato possibile visitare questa testimonianza storica che si trova all’interno del demanio forestale in territorio di Monterosso Almo, località Serra Rosso (adiacente a C/da Vignieri).
La storia del ritrovamento di quello che sembra un antico palmento è avvenuta in maniera assolutamente casuale. Tre anni fa, gli operai della forestale che lavoravano, hanno ritrovato questo sito mentre pulivano la zona dai rovi e dalle sterpaglie. Guardandolo dall’esterno, sembrerebbe una semplice grotta ma in realtà, una volta varcata la soglia, l’ambiente che si offre agli occhi del visitatore è davvero suggestivo.
Data la presenza di numerosi sepolcreti lungo tutta la zona, non si esclude la possibilità che possa trattarsi di una tomba che poi, successivamente, è stata adibita a palmento. Come si diceva, la zona è assolutamente percorribile, anche in auto, ma il sito dà l’impressione di essere stato dimenticato.
Considerando il fatto che posto è poco visibile dal percorso stradale, visto che l’entrata è interrata in un costone roccioso, un semplice cartello indicativo potrebbe facilitarne la fruizione. Nella stessa zona, poco prima di lasciare il territorio demaniale, si erge anche un antico mulino ad acqua.