Ennesimo scontro fra maggioranza e opposizione durante la seduta del civico consesso che si è svolta ieri sera. Il consiglio è stato chiamato ad eleggere tre membri del collegio dei revisori dei conti (di cui uno presidente) per il triennio 2014-2017. Durante le dichiarazioni di apertura, Giovanni Morreale (Cambiare per Crescere), sostiene che nella rosa dei nomi proposta ve ne sia uno incompatibile, in quanto imparentato con un membro del consiglio. Giuseppe Nicastro (gruppo Salvatore Nicosia), sostiene invece che il problema si potrebbe porre solo nel momento in cui la persona in questione venisse eletta. Il consigliere Luigi Stamilla (Cambiare per Crescere) invece, sostiene che bisogna fare attenzione per tutelare il buon andamento dell’amministrazione. Il consigliere Stefania Pastorello, dichiara: “Pur essendo stata a suo tempo favorevole alla costituzione della commissione d’indagine, sono stata invitata ad uscire fuori dall’aula. Penso che questo sia un caso analogo”.
Il sindaco, Vito Fornaro, prende la parola: “C’è o no questo parente? Consigliere Salvatore Occhipinti, è suo parente o no? Se si vota, un problema non sorge sempre? Facciamo mettere a verbale che fra i candidati non ci sono parenti”. Il presidente, Paolo Battaglia, annuncia: “Salvatore Occhipinti ha detto che vuole che si metta a verbale che c’è un suo parente fra i candidati”.
Il sindaco, dichiara: “Abbiamo appurato che c’è un suo parente. Se prende dei voti, cosa succede? E se viene eletto? La votazione, ricordiamo, è segreta”. A questo punto, i consiglieri cominciano a parlare fuori microfono e c’è un po’ di confusione in aula. Giuseppe Nicastro, chiede al presidente cinque minuti di sospensione, che vengono accordati. Al rientro, il presidente legge in aula una comunicazione scritta dal Segretario Comunale, Maria Grazia D’Erba, in merito al sistema di votazione da adottare per eleggere i revisori.
Per comprendere meglio ciò che è avvenuto in merito a questo punto, bisogna ricordare che esistono due metodi per votare i revisori: la prima, prevista dallo statuto dell’Ente, prevede che i consiglieri votino tre volte, una volta per ogni nome (visto che i membri da eleggere sono tre). L’altra, invece, prevede un’unica votazione e quindi ogni consigliere ha diritto ad un solo nome.
La Segretaria suggerisce di adottare il criterio della votazione unica, considerando l’orientamento della giurisprudenza e una circolare in merito. Viene ascoltato anche il parere del dottor Franco Cardaci, che sostiene la correttezza della tesi del Segretario, ammettendo però che la materia è controversa e, sostanzialmente, lascia decidere il consiglio. Il presidente Battaglia, si richiama allo statuto dell’Ente, che chiede di effettuare le tre votazioni.
Poi, dichiara: “Qualunque modalità si sceglie, è legale”. Ma Stamilla non è d’accordo: “L’orientamento mi sembra chiaro, non dobbiamo decidere su nulla”. Nicastro: “La penso diversamente. E’ vero che tutto nasce da una circolare ma una circolare non può abrogare una norma dello statuto. Io chiedo che si segua la votazione prevista dello statuto”. Giuseppe Savasta (Cambiare per Crescere): “Segretaria e tecnico sono orientati sulla votazione unica. Perché non si deve seguire il loro parere?”. Ma Nicastro ribatte: “Il dottor Cardaci ha detto che va bene sia l’uno che l’altro metodo”.
Ancora un po’ di confusione in aula, fino a quando prende la parola il sindaco: “Il parere della segretaria è stato calpestato. La legge regionale dice che bisogna esprimere un solo voto. E’ evidente che non si vuole garantire il parere delle minoranze. E siamo anche in palese incompatibilità”. Stamilla, infine, dichiara: “Visto che si millantano le norme, ritengo che il consiglio non è deputato a scegliere nulla. Propongo di non prendere parte alla votazione. Il consiglio non deve scegliere la modalità di voto. Che il presidente si prenda la responsabilità”.
Nicastro, dichiara: “Due anni fa abbiamo votato come prevede lo statuto. Possiamo sapere se nel frattempo sono intervenute altre normative?”. Il dottor Cardaci risponde che non sono intervenute altre normative. Si tratta, infatti, di orientamenti della giurisprudenza. Dopo un ennesimo scontro fra il presidente e Stamilla, quest’ultimo chiede ancora una volta: “Chiedo al consiglio di non votare. Questa votazione non è all’ordine del giorno”. Morreale: “E’ illegalissimo”. Il presidente, invece, annuncia che vi sarà votazione per decidere quale sistema usare in merito alla scelta dei revisori. I consiglieri di Cambiare per Crescere abbandonano l’aula (tranne Giovanni Vivera).
Alla fine, si opta per le tre votazioni distinte (unico parere contrario quello di Giovanni Vivera). Subito dopo, il presidente annuncia che si passa alla votazione dei revisori. Rientrano in aula Morreale, Stamilla, Brullo e Savasta. Morreale chiede al presidente qualche minuto di sospensione. La pausa viene accordata. Al rientro, si passa alle votazioni e vengono infine eletti Salvatore Sammatrice (otto voti), Emanuele Nobile (otto voti) e Laura Licitra (otto voti). Seguendo il criterio dell’anzianità, viene eletto presidente dei revisori Salvatore Sammatrice. Fra gli eletti, non vi è il nome del parente del consigliere Salvatore Occhipinti.
Ma subito dopo la votazione, il sindaco dichiara: “Visti gli eletti, chiedo che si faccia verifica sui nomi e sugli studi in cui lavorano. Perché potrebbe essere che qualcuno degli eletti lavori nello stesso studio del parente che era nella lista”.