“Malerba”: questo è il nome del libro scritto dal giornalista Carmelo Sardo insieme al killer ergastolano Giuseppe Grassonelli, entrato in carcere semianalfabeta e oggi laureato in lettere con 110 e lode. “Malerba” era proprio il nomignolo affibbiato in paese a Grassonelli durante la giovinezza, a Porto Empedocle. Il libro, edito da Mondadori, è stato presentato ieri sera nei locali del circolo di conversazione di Chiaramonte Gulfi. A fare gli onori di casa, la presidente del circolo, Luisa Fontanella. L’evento, è stato organizzato dal circolo di conversazione e dall’associazione culturale “La Ginestra”.
Il libro racconta una storia a metà fra cronaca e biografia, ed è diventato subito uno dei casi letterari dell’anno, vincendo la ventiseiesima edizione del premio “Leonardo Sciascia Racalmare”. E’ stato venduto in dieci Paesi e ne è stato realizzato anche un docu-film che verrà presentato in anteprima al Courmayeur Noir in Festival l’11 dicembre, per la regia di Tony Trupia. Autore del libro, Carmelo Sardo, oggi giornalista del TG 5. “Malerba” racconta la vita di uno degli uomini più controversi della cosiddetta “Stidda” agrigentina: Giuseppe Grassonelli , un ragazzo che all’età di circa 20 anni, da anonimo provinciale si trasforma in uno spietato serial killer che agisce per vendetta, senza essere mai appartenuto realmente a Cosa Nostra.
Una storia unica nel suo genere, che racconta ascesa e declino, delitto e castigo, dannazione e redenzione di un uomo che oggi, sepolto da un ergastolo ostativo (art. 4 bis), riuscirà ad uscire dal carcere solamente in una bara. L’ergastolo ostativo, infatti, non permette al detenuto di chiedere permessi o di godere della semilibertà. In Italia sarebbero circa 1200 i detenuti condannati a questa pena . Uno di questi, è Giuseppe Grassonelli.
Carmelo Sardo spiega: “Questa è una storia maledettamente vera, è come un biglietto d’andata per l’inferno e un ritorno alla legalità. E’ la storia di ragazzo che, figlio della nostra terra, senza essere mafioso, si convince che l’unica possibilità di reagire, quando avviene lo sterminio della sua famiglia, è quello di rispondere con il fuoco. Per questo, decide di dichiarare guerra alla mafia. Ma questa storia non può essere ridotta ad un semplice fatto di cronaca: lui stesso, infatti, si definisce un “barbaro criminale” che non assaporerà mai più la libertà, neanche per un’ora”. Giuseppe Grassonelli ha 20 anni quando assiste allo sterminio della sua famiglia. Cerca rifugio in Germania, riuscendo a scampare a due o tre attentati. Il rientro in Sicilia, segna la sua vita.
Ma com’è nato questo sodalizio fra un affermato giornalista e un assassino? Carmelo Sardo, racconta: “Un giorno la sorella di Grassonelli mi ha contattato dicendomi che il fratello voleva parlarmi. Lui mi ha riconosciuto perché sul finire degli anni ’80 lavoravo come cronista per una TV locale dell’agrigentino. Quando sono arrivato in carcere, pensavo di trovarmi di fronte ad un criminale qualunque ma il primo gesto che fece mi colse di sorpresa: mi strinse entrambe le mani e mi disse di avere bisogno di contatto fisico perchè io ero la prima persona, diversa dalla madre e dalla sorella, che aveva visto dopo 23 anni”.
La storia di Grassonelli è la storia della redenzione etica e morale di un uomo: “Grassonelli avrebbe potuto fare il pentito per salvarsi dall’ergastolo ostativo, invece di ammuffire in galera. Ma lui mi disse, durante uno dei nostri incontri, che non era mafioso, non era mai stato affiliato a Cosa Nostra, quindi non aveva nulla di cui pentirsi e non avrebbe mai barattato la sua libertà facendo i nomi di altri membri del suo gruppo”. Carmelo Sardo, pur essendo profondamente affascinato da un uomo che ha evidentemente acquisito in carcere competenze straordinarie, dichiara: “Non sto assolutamente difendendo Grassonelli, perché lui sta già saldando il suo debito con la giustizia. Grassonelli, al momento, è nella legalità, perché sconta la sua pena. E il recupero in carcere non è solo un miracolo, ma ciò che prevede il nostro ordinamento giuridico. Quest’uomo, oggi riceve decine di studenti universitari che vengono in carcere solo per ascoltarlo. Siamo di fronte ad un recupero straordinario, ma lui uscirà dal carcere solo da morto. “Malerba” non è la storia di un criminale, ma del suo recupero”.
Giuseppe Grassonelli è stato arrestato il 15 novembre del 1992 dagli ufficiali del ROS mentre si trovava in una villetta fuori Porto Empedocle. Carmelo Sardo, a margine dell’incontro, spiega: “Aspettava letteralmente che i Carabinieri venissero a prenderlo perché ormai aveva compiuto la sua vendetta”. Anche in merito al numero esatto delle vittime di Grassonelli, c’è un piccolo mistero. Carmelo Sardo, infatti, precisa: “Dal punto di vista strettamente giudiziario, lui è stato condannato principalmente per una serie di omicidi avvenuti fra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90. Questi omicidi, sono stati commessi per vendicare lo sterminio della sua famiglia”. Grassonelli, però, sul numero esatto di omicidi commessi, non ha mai risposto nulla. In merito a questa specifica domanda, spiega Sardo, ha sempre risposto: “Il numero giusto”.
Oggi, così come si evince dal piccolo contributo che è stato proiettato ieri sera al Circolo di Conversazione, Grassonelli è un uomo con una cultura sterminata che ha iniziato forse a vivere, paradossalmente, proprio nel momento in cui è entrato in carcere.