Oggi, lunedì 15 Dicembre, siamo a Ispica in compagnia di Gianni Stornello, ovvero uno dei candidati alle primarie del PD, che si terranno domenica 21 Dicembre, per la scelta del candidato sindaco del partito. Dato l’avvicinarsi della consultazione pubblica di domenica prossima con Gianni parleremo quindi delle ultime sulla politica ispicese e di Ispica in genera.
Buon giorno Gianni, cominciamo a parlare del tuo partito. Nel contesto della politica ispicese quali sono i tratti peculiari e distintivi del PD rispetto agli altri partiti e movimenti? E quale ruolo ricopre il Circolo Kennedy nel PD?
Il Partito democratico è l’unico partito strutturato ai vari livelli e presente in città. Non è un caso che del Pd hanno bisogno tutti e lo corteggiano in molti. Il suo tratto distintivo è semplice indicarlo: è la sua esistenza. Addirittura con due circoli. Il Circolo “John Fitzgerald Kennedy” ha un ruolo fondamentale: basti dire che è grazie alla presenza del “Kennedy” se si stanno tenendo le Primarie. Senza di noi, il nome del candidato sindaco sarebbe uscito da un vecchio tavolo di trattative. Noi ci chiamiamo “Partito democratico” perché ci rifacciamo ad una tradizione bipartitica e profondamente democratica che è quella americana, dove la distinzione fra progressisti e conservatori è marcata dai due partiti in campo, che sono appunto il Partito democratico, che fu di Kennedy e che oggi è di Obama e dei Clinton, e il Partito repubblicano. E’ guardando a questa tradizione che, anche in questa campagna elettorale amministrativa, spingiamo molto su temi innovativi come i diritti civili, il ricorso alle tecnologie, l’utilizzo dei beni comuni per fini pubblici, la scuola come valore. Siamo noi del Circolo “Kennedy” a parlarne.
Se dopo giorno 21 gli elettori dovessero delegarti a candidato sindaco del PD, in campagna elettorale, come pensi di poter affrontare la grave questione finanziaria del comune? Quali le vie da percorrere per cambiare definitivamente rotta rispetto a oggi?
Quando dico che il cambiamento deve avere la “C” maiuscola è perché deve essere un cambiamento reale e non di facciata. Devono cambiare i metodi: abbiamo avuto delle amministrazioni di centro-destra autoreferenziali, che hanno operato all’insegna del “così voglio e così faccio”. Noi partiamo da un approccio diverso: la condivisione. Ecco perché, parlando di politiche finanziarie, tengo molto all’idea del “bilancio partecipato”: il bilancio comunale frutto di un profondo dibattito nella società civile ispicese prima di essere adottato dalla giunta comunale ed approvato dal Consiglio. Nelle fasi di discussione e di preparazione del bilancio partecipato, il Comune dovrebbe avere il solo compito di mettere a disposizione dei circoli, delle associazioni, di quanti vogliono impegnarsi in questa gratificante attività gli strumenti normativi e il personale che facciano da guida tecnica. Nel merito devo dire che non è con le tasse che si esce dal dissesto e si risanano le finanze comunali. Occorre la Politica, anche questa con la maiuscola. Il comune di Ispica ha un patrimonio straordinario in termini di case, palazzi, terreni: mettiamolo a reddito, facciamolo fruttare. Sono disponibili circa 100mila metri quadrati di suolo nei pressi della chiesa di San Giuseppe: pensare di farne un parco, come voleva il centro-destra, è assurdo; pensare di farne un quartiere residenziale, come io stesso e il mio partito proponevamo fino a qualche anno fa, oggi è inutile perché le famiglie, e men che meno le giovani coppie, non hanno più i soldi per costruirsi la casa e l’accesso al credito è difficile. Occorre pensare ad altro. Penso ad un bando europeo che metta a disposizione l’area di chi voglia realizzare una “città nella città”: una “città dei ragazzi”, una “città della cultura”, una “città della scienza e della tecnica”, una “città dell’enogastronomia di qualità” … Insomma un qualcosa del genere: Ispica diventerebbe immediatamente un polo d’attrazione di livello regionale. Con ritorno in termini di risorse e di affluenza di persone straordinario. Il patrimonio è così vasto che tutti ci chiediamo perché il Comune debba pagare affitti anche per gli uffici comunali. E poi c’è la lotta agli sprechi e la diminuzione delle indennità di carica di sindaco, assessori, presidenza del Consiglio comunale, consiglieri comunali: ne faccio un punto del mio programma.
Ipotizziamo Gianni Stornello sindaco di Ispica. Quale sarebbe la prima cosa che farebbe per la città? Quali i punti principali della politica del PD e di Gianni Stornello per Ispica?
Le priorità sono tante. Ma le prime due cose che vorrei fare sono il punto della protezione civile e del territorio, visto che siamo in zona altamente sismica e credo che la migliore azione per difendersi dai terremoti sia la prevenzione e la messa a punto di piani di emergenza efficaci. Che ci saranno, ci sono: ma chi li conosce? Quanto alla protezione del territorio, ricordo che il buon Dio ci ha graziati negli ultimi anni dalle alluvioni. Ma se dovesse piovere copiosamente e violentemente, siamo sicuri che i canali della Marina sono tutti liberi? La loro pulizia e la loro manutenzione sono questioni di sicurezza e non possiamo dimenticarcene, come hanno fatto le amministrazioni uscenti. L’altra cosa è l’apertura del “Mercatino del libro scolastico usato” promosso e gestito dal Comune: il nuovo sindaco si insedierà fra fine maggio e giugno: c’è tutto il tempo per organizzare un’iniziativa attesa da tutte le famiglie ispicesi. Per il resto il mio programma può essere letto nel mio blog giannistornello.it. Spazia dal rilancio di Ispica come comune che è anche costiero alla creazione di una serie di “reti”: quelle dei commercianti del centro urbano e della fascia costiera fino alla promozione delle “reti di solidarietà” che agiscono molto sulla prevenzione dei danni delle varie forme di disagio sociale, alla “rete delle associazioni” per coordinare tutti gli eventi e fare in modo che ogni fine settimana ci sia un’iniziativa che ponga Ispica al centro dell’attenzione quanto meno del comprensorio, per non dire dell’Isola. Conto di istituire un Ufficio Europa con il compito di raccordarsi con l’Unione europea per tutta le questioni utili al Comune, prima fra tutte l’utilizzo di fondi comunitari: dobbiamo ampliare le reti idrica e fognante, nel centro urbano e nella fascia costiera, dobbiamo realizzare una pista ciclopedonale che scorra lungo tutto il litorale, dobbiamo riconvertire l’illuminazione pubblica con i corpi illuminanti a led che fanno risparmiare sui consumi, dobbiamo realizzare la connessione wireless civica: sono cose che possiamo fare solo con fondi europei. Ovviamente potrei continuare.
Per quanto riguarda il lavoro la situazione è gravissima. Il tasso di disoccupazione è altissimo e non si vedono vie d’uscita per i giovani e le famiglie. Cosa si potrebbe fare?
Lavorare sulle risorse che la città ha ed elaborare con esse un modello di sviluppo serio. E quando parlo di risorse non mi riferisco solo a ciò che la natura ci ha dato, ma anche alle persone, alle aziende, alle realtà anche associative che hanno dimostrato grande senso civico ed amore per la città. Il modello di sviluppo al quale penso è ancorato a turismo, beni culturali (anche immateriali), varietà del territorio (collina, costa, zona rurale, area archeologica), produzione di energia da fonti rinnovabili. Connotare un’identità forte in questa direzione è una scommessa che crea ricchezza e posti di lavoro.
Tra i punti di forza della città di Ispica c’è l’agricoltura. Si può fare di più? Cosa? Tra i punti deboli dell’economia ispicese c’è il turismo e la valorizzazione dei beni culturali in un contesto cittadino ricco di cultura, di condizioni climatiche ottimali e di capitale umano competente e istruito che purtroppo non lavora mentre i fondi europei potrebbero essere benissimo sfruttati a riguardo. Un esempio su tutti Cava d’Ispica. Cosa si può fare?
L’agricoltura ha bisogno di una marcia in più che può essere data dall’enogastronomia di qualità. Trovo inaccettabile il fatto che a degli amici forestieri che porto in giro per Ispica parli molto della nostra carota novella igp e, pur essendo aprile, non sia nelle condizioni di farla loro assaggiare perché nei supermercati c’è quella laziale o pugliese. La nostra carota novella può essere quello per Modica è stato il cioccolato. E il discorso non finisce con la carota igp. C’è il sesamo, l’unico d’Italia ad avere sementi autoctone che non sono importate dall’estero, e ci sono i “gnucchitti”, i maccheroncini che sono il piatto tipico del martedì grasso ma sono buonissimi tutto l’anno. Sesamo e gnucchitti sono prodotti che aspettano di essere tipicizzati e di avere un loro brand, uno loro marchio. Un brand che meritano anche i nostri beni culturali ed archeologici: il Loggiato del Sinatra aspetta da anni di essere inserito nel sito Unesco del Tardo-barocco in Sicilia sudorientale, mentre per la Settimana santa fra i beni immateriali dell’Unesco occorre un’iniziativa politica forte e non una lettera di richiesta. Cava Ispica, con tutta l’area archeologica che parte dal Vignale di San Giovanni, deve essere prima di tutto pulita e resa praticabile e poi fruita da turisti e studiosi. E anche lì riconoscimento come Bene dell’Umanità dell’Unesco potrebbe starci. Dobbiamo lavorarci.
Grazie per la disponibilità e tanti auguri di buon lavoro da tutta la redazione del Giornale Ibleo.