97 intercettati a bordo di un gommone in acque internazionali. Fermato lo scafista senegalese che si era accordato con i libici per condurre il gommone in cambio di 1.000 dollari; soltanto denunciato il complice che usava il navigatore, in quanto ricoverato d’urgenza immediatamente dopo lo sbarco. Viaggiare in gommone costa molto meno che sui pescherecci, con 400 dollari si raggiunge l’Italia ma i rischi sono enormi. 192 gli scafisti arrestati nell’ultimo anno nel territorio di Ragusa. Raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di JENG Malamin, nato in Senegal nel 1984 e per questo è stato sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria. È responsabile di aver condotto il gommone dalle coste libiche fino a quando non è stato intercettato da una nave militare. Con lui anche un connazionale G.J. di 24 anni che usava il navigatore satellitare per indicare la rotta. Quest’ultimo è stato solo denunciato in quanto appena sbarcato è stato condotto in ospedale d’urgenza e li si trova ricoverato. Il comandante del gommone è accusato del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I migranti a bordo del gommone sono tutti provenienti dal centro Africa ed attualmente sono ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo.
I FATTI
In data 21/12/2014 alle ore 08,20 l’unità navale della Marina Militare “ETNA” su disposizione del Comando COMGRUPNAV 29 di procedere alla localizzazione di un natante in difficoltà. Alle successive ore 12,30 la predetta unità navale avvistava un gommone con a bordo circa 100 passeggeri. Successivamente i clandestini venivano trasbordati sulla nave militare e condotti presso il Porto di Pozzallo dove giungevano alle ore 09,30 circa di ieri 22 dicembre. Alle ore 10,00 circa sono iniziate le operazioni di sbarco dei migranti coordinate dai Funzionari della Polizia di Stato coadiuvate dall’autorità marittima e sanitaria presente in banchina e tutti i clandestini venivano sbarcati e condotti presso il C.P.S.A.
LE INDAGINI
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), con la partecipazione di un’aliquota diCarabinieri ed una della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza in tempi record, dopo 10 ore di lavoro hanno fatto luce su quanto accaduto in mare, identificando tra l’altro lo scafista del gommone ed il complice. Le indagini lampo degli investigatori hanno permesso di far luce in poche ore su quanto accaduto sin dal momento in cui i migranti erano presenti in Libia all’interno dei capannoni. In questa occasione gli scafisti erano due, uno al timone e l’altro usava il navigatore per indicare la rotta ma quest’ultimo non è stato condotto in carcere in quanto ammalato. Ovviamente le cure mediche sono immediate e considerate le condizioni di salute l’uomo è stato ricoverato e sarà ascoltato quando avrà completato le visite da parte dei sanitari. Il timoniere reo confesso ha detto di essersi rivolto all’organizzazione libica per condurre il gommone così avrebbe guadagnato 1.000 dollari e nel contempo per viaggiare gratis verso l’Italia. La professionalità degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta l’autore di questo traffico di migranti, enorme businnes per gli organizzatori libici che arruolano tra loro scafisti capaci di condurre un natante anche da paesi per loro stranieri, al solo fine di non rischiare di finire in carcere e guadagnare il più possibile. Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato quasi 40.000 dollari, 400 a migrante.