“Storie vere della Prima Guerra mondiale, brani scelti della nostra memoria storica”: questo il nome dell’incontro che si è svolto ieri sera a Chiaramonte Gulfi per commemorare, ricordare e riflettere su quell’evento storico. Quest’anno, tra l’altro, ricorre il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia (1915-1918). L’evento è stato organizzato dall’associazione culturale Nivèra, patrocinato dal Comune di Chiaramonte e si è svolto all’interno di una location d’eccezione, ovvero il museo dei cimeli storico-militari di piazza Duomo.
Grande partecipazione di pubblico, anche dal punto di vista numerico. I brani sono stati scelti dai diari dell’archivio di Pieve Santo Stefano, fondazione che raccoglie tutta la produzione diaristica e autobiografica di gente comune che, durante la propria vita, ha vissuto e ha riflettuto sui grandi eventi storici che hanno coinvolto l’Italia. Il “Premio Pieve”, istituito dalla fondazione, è stato vinto nel 2000 proprio dal manoscritto “Terramatta” di Vincenzo Rabito e alcuni brani tratti da quello straordinario documento sono stati letti anche ieri sera. NarrAttore della serata, il ragusano Ciccio Schembari che ha davvero coinvolto da un punto di vista emotivo tutta la platea. Oltre ai brani di Rabito, sono stati letti testi di Carmelo Battaglia, Mario Ginelli, Egidio De Bonis, Francesca Borri, Ignazio Buttitta e tanti altri.
Ciccio Schembari non si limita a leggere e ad interpretare: racconta e si indentifica con quelle storie di vita vissuta, con quei racconti di morte e sangue che hanno segnato per sempre la storia europea e mondiale. La sua narrazione è stata suddivisa in “capitoli”: scoppio della guerra, trincea, austriaci, feriti, la presa di Monte Fiore, 4 novembre: la vittoria, l’Isonzo. E poi, un salto nella contemporaneità perché, per dirla alla Primo Levi, “Guerra è sempre”. Ed ecco allora “Guerra in Siria: cecchini e sfollati” e “Littra a una mamma tedesca”, straordinario testo del poeta Ignazio Buttitta che ha chiuso la serata. Tutta la narrazione è stata accompagnata da momenti musicali curati da Mario Scollo, Martina Occhipinti e Mirco Colosi.
Ed è così che l’ascoltatore-spettatore non può fare a meno di sentire il frastuono delle bombe, il grido dei soldati feriti, l’odore della morte. Sono storie di uomini che combattono per un motivo che non capiscono, un motivo che va oltre l’umana comprensione. Sul campo di battaglia il “nemico” diventa solo una parola senza significato perché, in fondo, l’esperienza vissuta dall’altra parte della trincea è la stessa esperienza di morte e orrore che accomuna tutti sullo stesso campo di battaglia. Le storie di guerra si assomigliano: sono storie di miserie umane, di grandi speranze deluse, di affratellamenti dovuti anche alla giovane età dei soldati-bambini, quei ragazzi del ’99 che andarono a morire senza un reale perché. Poi, le grandi sconfitte, perché Caporetto è stata anche una condizione esistenziale di tantissimi soldati che, pur riuscendo a ritornare a casa, hanno lasciato qualcosa di prezioso in trincea: la propria umanità.
E infine, la vittoria: quella vittoria di Pirro, verrebbe da dire, che è stata la battaglia di Vittorio Veneto. Una vittoria, si. Ma a quale prezzo? A conclusione della serata e dopo un lunghissimo applauso a Ciccio Schembari, il presidente dell’associazione Nivèra, Alessandro D’Amato, saluta il pubblico con queste parole: “C’è un’altra guerra in corso, quella combattuta da questo Stato contro la cultura. Dal 2015, infatti, proprio la fondazione Ignazio Buttita e anche tante altre fondazioni, non riceveranno più fondi”.