L’agricoltura che conta s’è data convegno stamattina presso l’ispettorato agrario, diretto dal bravo CArpenzano per ascoltare la struttura regionale al completo dell’assessorato all’agricoltura, capitanata dall’Assessore Nino Caleca. A farla da padrone il pluridecorato Dario Cartabellotta, che con grande mestiere ha illustrato le linee guida della nuova programmazione, puntando molto sulla promozione della pesca e dell’acquacoltura in Sicilia. Non è mancata qualche voce di dolore perché le aziende stanno veramente morendo e non appare all’orizzonte un sistema che possa arrestare questa crisi. Gli allevamenti sono bloccati dalle malattie degli animali ed anziché produrre redditto aumentano i costi. Ospitiamo il commento di Nitto Rosso, lì presente per il settore delle conserve e dei sughi. “ Ho viva preoccupazione per lo stato che viviamo perché siamo inermi rispetto alle regole del gioco che vanno mutate radicalmente. Le misure comunitarie sono molto interessanti perché puntano allo sviluppo, ma viene da chiedersi chi è che oggi potrà utilizzarle queste misure, che prevedono comunque un contributo da parte del privato. Se la Banca non concede credito e se i parametri sono molto stretti queste misure rischiano di migliorare le condizioni di chi sta già benissimo e non risolvono alcun problema a chi, come tanti vive momenti di crisi.” Quale rimedi possibili? “ I consorzi fidi potevano essere un rimedio, ma molti di essi si sono rilevati un sistema di usura legalizzato, che aggrava il costo del denaro delle aziende che hanno di bisogno. Pertanto chi è in crisi paga due volte, dovendo anche pagare un prezzo maggiore per accedere al credito. La regione e lo Stato devono intervenire per sanare il questa differenza e devono mettere in campo misure che diano realmente garanzie a rotazione a chi accede a queste misure. Non è verosimile che un progetto si trasformi in una corsa ad ostacoli, dove una pluralità di soggetti cercano di farti inciampare!” Il mercato del tipico però sta crescendo.. “il mercato del tipico sta crescendo ma occorre che gli attori in campo prendano la responsabilità di produrre secondo una logica di qualità e di correttezza oltre che di rispetto della legalità, altrimenti si rischia di infrangere un processo che coinvelgerà non solo i cattivi ma anche i buoni. Ecco perché da tempo mi batto per un consorzio che misuri effettivamente i sistemi di qualità degli associati che fanno uso della denominazione di prodotto tipico. Noi possiamo tipizzare il prodotto della nostra provincia ma dobbiamo essere bravi a rispettare le regole”. Quale è il ruolo della grande distribuzione ? Non ci può essere agricoltura se non si procede ad un accordo di sistema con la grande distribuzione locale e nazionale. Il nostro prodotto non può essere messo alla stregua di un prodotto che viene da paesi africani o comunque extra comunitari dove le aziende non trovano alcun limite nei processi di qualità e di salvaguardia della salute pubblica. LA grande distribuzione è l’ultimo anello e deve essere chiamata a sorvegliare, perché l’utente ha diritto a sapere cosa sta effettivamente comprando. Dietro etichette italiane si nascondono spesso prodotti stranieri che hanno costi inferiori ed ammazzano la nostra agricoltura. La tracciabilità della filiera deve essere nota a tutti per sapere che il pomodoro che sto utilizzando è stato coltivato a Vittoria e non in Turchia ovvero in Africa. Un giudizio sulle linee della programmazione. “ credo che s’è perso tempo e non so cosa si può cambiare ancora. Forse poco. Non mi sembrano incisivi gli interventi per gli investimenti immobiliari. E comunque l’autorità di gestione deve procedere alla convocazione delle conferenze di servizi che servono alla predisposizione dei requisiti per ottenere le autorizzazioni per evitare le lungaggini che fino ad oggi si sono registrate. Si parla di acquacoltura ma se poi per una VAS devi aspettare due anni, non mi pare che tutto questo abbia senso. Occorre potenziare le infrastrutture e selezionare le reti commerciali per garantire un aiuto credibile. Pensate che un aiuto alla grande distribuzione fa vendere veramente tutto il prodotto siciliano e costa meno della metà di quanto spendiamo in fiere inutili e frequentate solo da principianti e mestieranti!