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Ragusa, Polizia: arrestato un trans brasiliano per sfruttamento della prostituzione

by Irene Savasta
9 Novembre 2018
in Politica
Ragusa, Polizia: arrestato un trans brasiliano per sfruttamento della prostituzione
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La Polizia di Stato arresta transessuale brasiliano che sfruttava e minacciava una veterana prostituta dominicana fatta venire a Ragusa con l’inganno. L’uomo gestiva 3 “case del piacere” per ogni gusto e richiesta dei clienti (liberi professionisti, operai, disoccupati e giovani studenti). Trans, prostitute dell’Est-Europa, africane e sud americane, il cliente andava sempre accontentato ed i prezzi oscillavano da 30 a 250 euro. Messi i sigilli in tre immobili ed espulso un transessuale brasiliano che si prostituiva in una delle case oggetto del controllo della Polizia. Le case erano dotate di ogni comfort ed i soggetti dediti alla prostituzione possedevano ogni tipologia di “giocattolo” per soddisfare i “gusti” dei clienti. La sodomizzazione con oggetti o mediante rapporti carnali con i trans è tra le più richieste. I residenti ringraziano per aver posto fine al continuo via vai ed alle richieste di ogni tipo fatte dagli sbadati clienti. I proprietari degli immobili sono stati convocati dalla Squadra Mobile per le sanzioni penali e/o amministrative a loro carico e gli eventuali provvedimenti di sequestro e confisca degli appartamenti. Si tratta di  FILHO GOMES DA SILVA Alfim alias “GUTO” nato a Redencao Pa (BRASILE) nel 1981, domiciliato a Ragusa per il reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravato dalle minacce e violenze fisiche.

LA DENUNCIA

Durante uno dei controlli di questi ultimi mesi, gli agenti della Squadra Mobile hanno identificato diverse prostitute e trans, instaurando con loro un rapporto di fiducia. Neanche una settimana fa negli uffici della Polizia di Stato si recava una di queste prostitute in lacrime che aveva bisogno di aiuto. La donna, prostituta dominicana ultracinquantenne, grazie alla fiducia riposta nella Polizia di Stato ha presentato formale querela raccontando di essere stata contatta via facebook da un sudamericano di nome “Guto” che le aveva proposto di venire a Ragusa dalla Spagna in quanto il giro d’affari era enorme e che lui l’avrebbe aiutata.

Appena arrivata all’aeroporto di Catania la vittima iniziava a capire subito che le cose non andavano per il verso giusto, considerato che doveva pagare per ogni cosa cifre spropositate. Solo per il viaggio da Catania a Ragusa è stata costretta a pagare 300 euro, poi quasi 100 euro al giorno per gli annunci sui siti on line specializzati in materia ed ancora 300 euro a settimana per una stanza di una delle case gestite dal trans brasiliano che oltre a prostituirsi favoriva e sfruttava le altre “colleghe/i”. La vita della donna diventava un inferno e non riusciva neanche a poter mangiare perché tutto il denaro andava consegnato allo sfruttatore che le prometteva di aiutarla ma di contro la sfruttava prendendola in giro, considerato che la vittima non parlava neanche una parola d’italiano e non conosceva la città. Disperata aveva anche contattato la Polizia spagnola che le consigliava di rivolgersi subito a quella italiana cosa che poi ha fatto.

Dopo diverse settimane di sfruttamento la donna decideva di far presente al suo aguzzino che non poteva continuare così e che non le andava più bene e si sentiva presa in giro, pertanto il trans anziché capire che non poteva continuare a sfruttarla decideva di chiederle un affitto ed il 50% dell’incasso giornaliero. La cosa più grave emergeva proprio durante la lite, lo sfruttatore diventava violento e bloccava per le braccia la donna minacciandola di farla arrestare e che lei aveva amicizie influenti (questo dato ricorre quasi sempre tra gli sfruttatori, approfittano dello stato di ignoranza delle prostitute che spesso non comprendono la lingua italiana e la legislazione del nostro paese, convincendosi che le minacce sono potenzialmente veritiere). Anche in questo caso la donna non riusciva più a continuare a vivere in questo modo e denunciava tutto un sabato sera di neanche 10 giorni fa.

L’INDAGINE

La Squadra Mobile sin dai primi istanti della denuncia dava inizio alle indagini, anche grazie all’aiuto della stessa donna che per uscire da questo stato di sfruttamento era disposta a tutto. La vittima poteva fuggire, poteva andar via ma, con forza e determinazione, rassicurata dalle donne e dagli uomini della Polizia di Stato ha trovato fiducia perchè il suo obiettivo era comune a quello degli investigatori, assicurare alla giustizia un criminale non permettendogli di far del male ancora ad altre donne e uomini da lui sfruttati. Considerata la volontarietà della donna, veniva installata una micro telecamera all’interno dell’abitazione della vittima dove solitamente il trans andava a ritirare il denaro dopo ogni cliente che lo stesso le procurava.

In pratica l’uomo la gestiva in tutto e per tutto, la donna non poteva fare nulla, le aveva tolto anche il telefono cellulare con la scusa che la vittima non parlava italiano, pertanto i rapporti con i clienti ed addirittura la cifra da pagare erano organizzati dal trans.
Nelle more delle diverse prestazioni e conseguenti cessioni di denaro allo sfruttatore, gli investigatori della Squadra Mobile accertavano le altre informazioni che la stessa vittima aveva fornito, ovvero le altre abitazioni gestite dal criminale. Il centro storico di Ragusa era nelle sue mani, lo sfruttatore si divideva tra Via Sant’Anna, Via Farisio e Via Natalini. Effettivamente tre erano le case dallo stesso gestite, una delle quali chiusa in pochissime ore perché aveva paura di un controllo della Polizia in quanto aveva visto passare una Volante più volte, anche se si trattava di un normale controllo del territorio da parte degli agenti non finalizzato al contrasto della prostituzione. Dopo aver filmato le varie cessioni e richieste di denaro fatte sempre con garbata insistenza gli uomini della Squadra Mobile organizzavano il blitz per fermare in flagranza il trans.

Durante il week end, alle ore 17.00 circa gli agenti in borghese della Squadra Mobile e 2 Volanti avevano già circondato la casa per dare protezione alla donna ed evitare la fuga dal retro dal tetto, anche perché la vittima aveva riferito che più volte il brasiliano aveva detto che non la Polizia non lo avrebbe mai preso in quanto sarebbe fuggito. Dal momento dell’ingresso in casa alle manette passavano pochi secondi. Inoltre gli agenti avevano prima fotografato le banconote che la vittima stava per consegnare dopo un finto cliente poliziotto aveva fatto ingresso per assicurare un pronto intervento. Appena fatto accesso all’appartamento “Guto” non ha opposto resistenza e dalla perquisizione, nel suo portafogli veniva trovata la banconota poco prima fotografata, prova della cessione del denaro da parte della vittima che poco prima aveva consumato un rapporto sessuale.

Diverse le giustificazioni addotte dal trans brasiliano ma a nulla sono valse rispetto a quanto già raccolto come prova da parte della Polizia di Stato. Dopo l’arresto sono state perquisite le altre abitazioni ed identificati gli altri soggetti presenti che non hanno potuto far altro che ammettere di prostituirsi e che per “l’affitto” della stanza, cedevano a “Guto” quasi 1.000 euro al mese, peccato che lo sfruttatore pagava per l’intero immobile 400 euro, almeno questo è quello che è emerso dalle dichiarazioni dei proprietari di casa. In pratica “Guto” per ogni “casa del piacere” riusciva, solo con gli affitti, a farsi consegnare 3.000 euro pagandone al proprietario solo 400. I trans presenti nelle case, anche loro brasiliani, non lo hanno denunciato, forte è la sensazione che gli stessi abbiano una gran paura di riferire alla Polizia come stanno veramente le cose. Le indagini continuano a carico dell’odierno arrestato e di eventuali complici.

 I VIDEO

Le prove video non lasciano dubbi, “Guto” ogni qualvolta la vittima consumava un rapporto sessuale che lui stesso aveva organizzato, passava dalle abitazioni in suo possesso per prelevare il denaro. Oltre ai video anche le registrazioni audio documentano come la donna chiedeva, quasi implorandolo di lasciarle più denaro e lui, scusandosi, prendeva la metà del guadagno e poi via. A volte neanche dava il tempo alla vittima di rivestirsi perché saliva nella camera da letto sita al primo piano per prendere il denaro e andar via non appena il cliente chiudeva la porta. Le donne e gli uomini vittime del reato di sfruttamento della prostituzione hanno la possibilità di trovare rifugio in apposite strutture gestite da associazioni e centri anti violenza.

I PROPRIETARI DEGLI IMMOBILI

I proprietari rischiano anche la confisca degli immobili che sanno aver ceduto ai locatari per far prostituire soggetti sia maschili che femminili. Sicuramente dovranno giustificare mediante esibizione del contratto la registrazione ed il pagamento delle imposte. In questi giorni verranno esaminate le singole posizioni.

I GUSTI

Dalle dichiarazioni rese dai clienti ma soprattutto dai trans e dalle prostitute, emerge che sempre più giovani cercano rapporti sessuali con transessuali. Quest’ultimi se attivi e passivi sono richiestissimi e chiedono molto denaro, anche 300 euro a prestazione. Tra le fantasie più ricorrenti nel territorio ibleo e non solo, l’essere sodomizzati da un corpo femminile, possibilmente attraverso un rapporto carnale e non solo mediante “giocattoli” è la moda degli ultimi anni. Anche le prostitute continuano a lavorare ricevendo clienti anche di 80 anni, segno di un settore che non conosce fasce d’età. All’interno dell’abitazioni sono stati trovati “accessori” di tutti i tipi, falli di gomma, vibratori, gel lubrificanti, unguenti afrodisiaci, fruste, cinghie e corpetti sado-maso.

Tags: arrestocasa chiusaPoliziaRagusatrans

Irene Savasta

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