Il Presidente dell’Accademia Mediterranea per lo Sviluppo Locale Giancarlo Migliorisi, a seguito del Provvedimento della Commissione Europea che ha adottato 11 Programmi operativi regionali della programmazione 2014-2020 del Fondo europeo di sviluppo regionale, (si tratta dei Por di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trento, Bolzano, Liguria, Emilia R., Toscana, Marche, Umbria, Lazio. A questi si aggiunge il Piano Cultura per le regioni del Sud, di cui è responsabile il ministero dei Beni culturali) esprime forti preoccupazione per i fondi destinati alla Sicilia.
Infatti le Regioni in questione, a differenza della SICILIA, possono cominciare a spendere già dalle prossime settimane.
Gli altri programmi (Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Puglia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo, Molise più Calabria, Sicilia e Campania che sono stati presentati per ultimi) e i Pon Legalità (ex Sicurezza) Ricerca & innovazione, Imprese & competitività e Città metropolitane subiranno un forte ritardo. Bruxelles infatti deciderà non prima di maggio 2015, dopo cioè che Consiglio e Parlamento si saranno pronunciati sulla modifica delle prospettive finanziarie Ue per l’anno prossimo, spostando di un anno le poste di bilancio. Ma per questa decisione serve l’unanimità tra i 28 paesi membri in Consiglio e, viste le tensioni con la Commissione sul budget, non si può escludere che qualcuno chieda un taglio dei fondi per la coesione per le regioni che hanno dimostrato manifesta incapacità ad utilizzare le risorse europee.
Va poi detto che non solo i PO FESR e FSE Sicilia 2014-2020 non sono stati approvati, ma sembra che in una nota inviata alla Regione Siciliana la Commissione Europea abbia criticato l’azzeramento delle politiche di sviluppo locale partecipativo e la pesante riduzione delle politiche di sviluppo urbano e territoriale operato da parte della Regione Siciliana. Tutto questo ovviamente in piena violazione dei regolamenti comunitari. Si veda il Considerando 31 del Reg.UE 1303/13 – “A tal fine, e per sfruttare meglio le potenzialità a livello locale, occorre RAFFORZARE E AGEVOLARE le iniziative di sviluppo locale di tipo partecipativo (tramite G.A.L.) stabilendo norme comuni e prevedendo uno stretto coordinamento per tutti i fondi SIE”. Ancora si vedano le definizioni par. 19) art. 2 del Reg.UE 1303/13 “Strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo: un insieme coerente di operazioni rispondenti a obiettivi e bisogni locali e che CONTRIBUISCE ALLA REALIZZAZIONE DELLA STRATEGIA DELL’UNIONE”. La Regione Siciliana di fronte al dettato regolamentare che prevede la strategicità e l’obbligo di rafforzamento delle iniziative di sviluppo locale di tipo partecipativo, che fa?!? Le azzera, per meglio accentrare alla Regione, si intende. Insieme agli
?amici di LO.DE.NET. avevamo già denunciato pubblicamente le violazioni regolamentari contenute nelle bozze del PO FESR e del PO FSE nel convegno di Catania del 19 dicembre 2014 e in quello di Palermo del 6 febbraio scorso.
In tutto ciò la classe politica siciliana assiste silenziosa.