No ai monogruppo. Ridotti i componenti delle commissioni permanenti. Rimodulati i tempi di intervento in aula. Sono i segnali più evidenti delle modifiche allo Statuto comunale che il Consiglio comunale ha votato giovedì facendo affidamento su un voto trasversale, quello formato dal Movimento Cinque Stelle, dal Movimento Città, Partecipiamo e Partito Democratico. Ad avviare il percorso erano stati il Cinque stelle Maurizio Stevanato e l’esponente di Movimento città Carmelo Ialacqua, con il sostegno di Partecipiamo, riferimento politico del presidente Giovanni Iacono.
Perché questa iniziativa potesse concretizzarsi era necessario un ampio consenso arrivato solamente grazie ai voti favorevoli del Partito Democratico, fondamentali per raggiungere i due terzi della maggioranza consiliare previsti per la prima tornata. Alla fine sono stati 21 i “sì” che hanno sostenuto il documento, tra i quali non c’era però quello del capogruppo democratico, Giorgio Massari, assente al momento delle dichiarazioni finali. Una presa di posizione, quella dei democratici, che ovviamente non è andata giù all’opposizione che hanno liquidato il “colpo” come un inciucio. Anche perché, a detta dei consiglieri Migliore, Nicita, Morando, Tumino, Mirabella, Marino e Laporta, si sarebbe consumato sulle spalle del capogruppo Massari che, durante i lavori in commissione, aveva più volte dichiarato di essere contrario alla soppressione dei monogruppo in corso d’opera, insidiando il principio di rappresentatività democratica da sempre garantito a palazzo dell’Aquila.
Mario Chiavola, ex esponente di Megafono che un mese fa circa è confluito nel Pd, ha chiarito che la decisione è stata presa dopo avere valutato che le modifiche in questione erano in linea con lo spirito di riforma del Governo Renzi. Per i consiglieri di opposizione ci saranno, adesso, sessanta giorni di tempo per ricomporre il nuovo assetto del civico consesso, fondendosi in gruppi di almeno due componenti per evitare di confluire nel calderone del gruppo misto. E’ stato evidenziato che questo passaggio rappresenta una “morte per la democrazia” e qualcuno ha pure chiesto un minuto di silenzio.