I consiglieri comunali del Pd Mario D’Asta, Giorgio Massari e Mario Chiavola hanno sottoposto al prefetto di Ragusa la grave situazione venutasi a determinare a palazzo dell’Aquila con riferimento alla gestione dei servizi idrici.
Infatti, hanno spiegato i tre consiglieri al rappresentante del Governo, con la determinazione dirigenziale n. 2498 del 22 dicembre 2014 in cui si approva il progetto per la gestione triennale del servizio idrico comunale relativo alla captazione, sollevamento, distribuzione e manutenzione, il costo complessivo del servizio, la cui durata viene fissata in tre anni, è determinato in 4.600.000 euro così come si legge nel quadro economico che fa parte integrante della determinazione in questione. La relazione tecnica illustrativa, allegata alla determinazione n. 2498/2014, quantifica e contabilizza in 25 le unità lavorative necessarie da adibire al servizio di “conduzione impianti di adduzione e sollevamento, distribuzione e manutenzione ordinaria impiantistica”.
D’Asta, Massari e Chiavola hanno illustrato al prefetto che in atto, e da più di 15 anni, il servizio idrico viene svolto da 39 unità. “Siamo stati dal prefetto – dicono i tre consiglieri – per la putativa illegittimità dell’atto e perché siamo preoccupati per il licenziamento in base alle esigenze dell’azienda. Questa parola “armonizzabile”, che viene utilizzata in maniera arbitraria, mette seriamente a rischio il futuro di decine di lavoratori. Torna necessario chiedersi che fine faranno i 14 lavoratori che saranno estromessi. A causa del timore per la perdita dell’occupazione, i lavoratori hanno interessato della delicata questione le organizzazioni sindacali di appartenenza che, immediatamente attivatesi, hanno costituito un tavolo comune di interlocuzione con l’amministrazione attraverso l’assessore al ramo Salvatore Corallo. Il quale, in queste fasi di trattative, ha prospettato la possibilità di salvaguardia e di mantenimento dei livelli occupazionali a mezzo di un affidamento, questa volta rivolto alle sole cooperative sociali, che consentirebbe alle 14 unità lavorative estromesse dai servizi idrici di essere utilizzate nel servizio di “custodia e gestione ville comunali e servizi igienici pubblici”. La bozza di tale progetto, consegnata ai sindacati presenti alle trattative, presuppone un costo complessivo per la durata di 36 mesi di 1.318.000 euro. Tale importo sommato al costo triennale dei servizi idrici fa lievitare il costo sino a 5.918.000. Contro, invece, i 4.373.000 che il Comune dovrebbe sostenere per le 39 unità appostate nei servizi idrici cosiddetti integrati. Considerate le difficoltà di cassa che si stanno appalesando in questi giorni, difficoltà che hanno costretto l’amministrazione comunale a dover richiedere una anticipazione di tesoreria di ben 19 milioni di euro e a comunicare altresì alla cittadinanza la necessità di dover imporre, già dal corrente anno, la Tassa sui servizi indivisibili (Tasi), non ci si riesce a capacitare sul perché il Comune possa rinunciare a un risparmio, in termini di minor costo del servizio idrico, di ben 1.545.000 euro”.
Il prefetto ha chiarito ai tre consiglieri che si farà carico di organizzare un incontro per affrontare la questione. D’Asta, Massari e Chiavola si pongono, ad ogni modo, delle domande: se l’amministrazione e i suoi tecnici hanno ritenuto eccessive le 39 unità lavorative in atto adibite ai servizi idrici, fissando in 25 il numero ottimale, perché nella gara bandita con determinazione dirigenziale n. 2292 dell’1 dicembre 2014 ha inteso mantenere lo stesso numero, vale a dire 39 unità, di maestranze? “Precisiamo che sarà nostra cura rappresentare questa ipotesi di ”danno erariale” sofferto dal Comune di Ragusa a causa dell’azione gravemente contraddittoria assunta dalla sua amministrazione e dai suoi tecnici – concludono i tre consiglieri del Pd – al segretario generale, ai revisori dei conti e alla Corte dei Conti”.