Arriveranno a Ragusa due tecnici svizzeri di chiara fama. Dopo avere raccolto le grida d’aiuto di alcuni automobilisti e di un numero cospicuo di motociclisti, professionisti di comprovata esperienza del formaggio d’oltralpe hanno deciso di fare una puntata dalle nostre parti per capire la tecnica utilizzata e per studiare da vicino i passi in avanti compiuti su una procedura che in territorio elvetico hanno sviluppato dopo secoli mentre qui siamo stati eccezionali a focalizzare il tutto nel giro di pochi mesi.
Potenza dell’impegno e della capacità di salvaguardare un protocollo che, a quanto pare, la città di Ragusa è riuscita a perpetuare meglio che altrove. I due tecnici che arriveranno quasi non credevano alle loro orecchie quando per la prima volta hanno sentito parlare del capoluogo ibleo. E’ mai possibile, si sono domandati, che abbiano fatto meglio di noi in un settore in cui ci sentivamo maestri? Eppure sì, è successo, e nessuno può contraddirlo. Le strade di Ragusa sono meglio di un groviera. I buchi, anzi le buche, sono nate con una velocità sorprendente e il fenomeno ha fatto un tale scalpore da valicare i confini nazionali e da sollecitare uno studio sul campo. E l’altro aspetto che ha fatto presa è l’estensione assoluta del fenomeno.
Dal centro alla periferia senza soluzione di continuità. Un vero e proprio esempio da imitare per i due tecnici che non vedono l’ora di comprendere come applicare questo principio sui loro formaggi. Con la speranza che i buchi si formino con l’analoga rapidità con cui si sono creati sulle strade di Ragusa. Non è da escludere che possa esserci anche un tirocinio in Svizzera da parte degli esperti ragusani che sono riusciti a creare le condizioni affinché tutto ciò si realizzasse. Ancora una volta, la città di Ragusa fa scuola. E stavolta nella civilissima Svizzera. Con l’auspicio che possiamo esportare anche altre realtà d’eccellenza. Ci si sta impegnando parecchio per tagliare questo traguardo.