Allarme brucellosi. Torna la malattia più temuta per gli allevatori della provincia di Ragusa. Sarebbero una ventina, forse già anche venticinque, i focolai registratisi sul territorio. E, come sempre, il rischio che l’epidemia possa diffondersi è molto concreto. La zona rossa sul territorio comunale di Ragusa e, soprattutto, nell’area che porta verso Santa Croce Camerina.
E’ una questione di sanità pubblica per le infezioni umane che si possono riscontrare ma è anche causa di gravi danni economici. Al giorno d’oggi, mentre un capo costa ad un allevatore circa duemila euro, abbatterlo significa spendere intorno alle quattrocento euro. C’è una incongruenza di fondo e un aggravio di costi che ricade tutto sulle spalle dell’operatore zootecnico. Il quale, in alcuni casi è accaduto pure, ha l’interesse a nascondere la presenza della malattia, soprattutto quando il focolaio risulta essere limitato. Ma l’auspicio, naturalmente, è che non accada stavolta e che si proceda il prima possibile a contenere la situazione.
I veterinari dell’Asp stanno monitorando il fenomeno. Anche i tecnici dell’associazione allevatori dovrebbero essere messi nella condizione di verificare il prima possibile quello che sta succedendo. Una cosa è certa. Ci vogliono fondi dalla Regione per ammortizzare i costi degli eventuali abbattimenti dei capi. Una procedura non semplice ma necessaria per evitare che la problematica si incancrenisca. Anche in questo senso è necessario intervenire con la dovuta accortezza. Evitando, comunque, fughe in avanti che possano creare scompensi.
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