Il taglio al finanziamento della 61/81 attira considerazioni diverse
Dopo anni passati in bellezza, il puntuale finanziamento della Legge su Ibla ha subito il primo vero intoppo, con un ridimensionamento drastico della somma destinata per opere infrastrutturali e di recupero degli immobili, oltre che per incentivare attività economiche nel centro storico.
Solo negli ultimi anni si era temuto per la consistenza del finanziamento, addirittura, per il 2015, in tanti erano rassegnati all’azzeramento dell’erogazione per le difficoltà note delle casse regionali.
Nonostante le enormi difficoltà economiche del bilancio e nonostante sia stata, da più parti, evidenziata l’impossibilità di ottenere risorse per Ibla, difficoltà che ormai tutti i siciliani conoscono rispetto ad un bilancio che si è limitato e si limita a contenere le spese obbligatorie e a garantire gli stipendi dei dipendenti nelle varie ramificazioni regionali, con l’unico emendamento per iniziative speciali, passato favorevolmente in Commissione Bilancio, i nostri parlamentari hanno portato a casa due milioni di euro che, in ogni caso sono da considerare.
Ma in proposito è acceso in città il dibattito se giudicare positivamente l’obiettivo raggiunto oppure cantare il de profundis per i centri storici cittadini.
Tralasciando posizioni palesemente strumentali, dettate da smania di protagonismo e di visibilità, indirizzate, in particolare ai parlamentari di riferimento e ascrivibili, quindi, solo alle diatribe interne di partito, ormai ovunque diffuse, non sono pochi quelli che hanno giudicato come una sconfitta per il territorio la mancata conferma dell’impegno degli anni passati.
In pratica un giudizio negativo per l’operato della deputazione locale, un’occasione per evidenziare i limiti di una classe politica, forse, già da tempo al capolinea, anche considerando le difficili condizioni che attanagliano tutte le formazioni.
Secondo noi il bicchiere può dirsi mezzo pieno, non intravedendo toni trionfalistici che, nella realtà, non ci sono stati. Solo un comunicato dei cinque deputati regionali del territorio, ascrivile più al bon ton istituzionale dell’on.le Dipasquale, non uso e non bisognevole di sfruttare quisquilie di questo genere per acquisire autorevolezza di fronte al suo bacino elettorale.
La storia personale dei vari Assenza, DiGiacomo, Ragusa non depone per un attaccamento smodato alle emergenze della Città di Ragusa, e della Legge su Ibla in particolare. Posizioni anche legittime, ma che non hanno evidenziato, negli anni, soluzioni alternative concrete per la provincia. Appartenenza politica della Ferreri non adatta a scalfire il muro del governo palermitano.
Nello Dipasquale, occorre riconoscerlo, ha fatto la sua parte, anche in questa occasione, e può cantare, comunque, vittoria, alla luce della situazione generale.
Ancora troppo presto per attendere risposte dalla sua appartenenza al partito di governo, lasciano a desiderare i riscontri dei suoi rapporti con Crocetta che, dopo le regionali e le nazionali, non ha mostrato particolari attenzioni per il nostro territorio, mancanza del tutto addebitabile ai suoi comportamenti ondivaghi e non certo a scarse capacità del nostro parlamentare.
La riprova per acclarare che il bicchiere è, comunque , mezzo pieno sarà il mantenimento della promessa relativa al Consorzio Universitario.
Solo allora si potrà capire quanto saranno gremite le sale per le prossime visite elettorali di Crocetta.