E’ un momento in cui l’opposizione non ne fa passare neppure una al sindaco di Ragusa, Federico Piccitto. E così, dopo le accuse per il presunto sforamento del patto di stabilità, corroborate pure dal fatto che uno dei revisori dei conti non ha firmato il preconsuntivo, la minoranza torna a fare sentire la propria voce. Stavolta, facendo riferimento alle modifiche dello statuto comunale che, già nel febbraio scorso, approvate a colpi di maggioranza, avevano creato parecchie contrapposizioni in seno all’aula, sfociate in un durissimo scambio di accuse tra le parti. L’opposizione, infatti, non ha gradito l’adozione di misure, fortemente volute dalla maggioranza pentastellata, tendenti ad eliminare, tra l’altro, la presenza dei monogruppo consiliari o a ridurre il numero dei componenti delle varie commissioni permanenti. Le riforme, come si ricorderà, erano stato il frutto del voto trasversale tra il M5S, Partecipiamo, Movimento Città e anche il gruppo del Pd (eccezion fatta per il capogruppo Massari). La minoranza, però, cerca adesso di rivalersi. E lo fa dopo che, essendo stati alcuni passaggi procedurali non proprio congrui segnalati all’assessorato regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica della Regione Sicilia, da Palermo è arrivata una risposta che sembra dare sostanzialmente ragione agli oppositori. Ma l’assessorato, in sostanza, dice che, essendo ormai smantellati da tempo i Coreco, che avevano funzioni di controllo nei confronti dei vari atti prodotti dagli enti locali territoriali, l’unica strada possibile da percorrere è quella del ricorso al Tar. E non è detto che la minoranza non decida di adire le vie legali per fare valere le proprie ragioni. Sulla questione, però, interviene il vicecapogruppo dei grillini a palazzo dell’Aquila, Maurizio Stevanato, tra l’altro uno dei proponenti delle modifiche allo statuto comunale, che boccia il tutto come un problema di forma ma non certo di contenuto. Insomma, per Stevanato molto rumore per nulla. Staremo comunque a vedere se l’opposizione andrà dritta per la propria strada e deciderà di ricorrere al Tar avverso le modifiche dello Statuto comunale.