Il castello di Donnafugata (nella foto) è un luogo fiabesco, lo sanno bene i registi che lo hanno scelto come set cinematografico, tra i quali Matteo Garrone per il suo fantasy “Il racconto dei racconti”, di imminente uscita: il trailer che mostra il sorriso radioso della splendida Salma Hayek che corre tra le mura del labirinto del parco, da solo è sufficiente a far venir la voglia di vedere il film e di visitare i luoghi dove è stato girato.
“Ma la fiaba che più si addice alla nostra bella dimora patrizia immersa nel luminoso paesaggio ibleo – dice lo studioso Daniele Pavone che, in un documento, ha descritto tutto ciò che non va nell’antico maniero – è quella di Cenerentola, la bella fanciulla orfana, in questo caso di chi se ne dovrebbe prendere cura amorevolmente e che invece, per errore o per necessità, ritiene che qualche evento di richiamo e i numeri registrati dalla biglietteria siano sufficienti a considerarne positivo il bilancio. Gli interventi concreti non mancano: è stata acquistata la collezione Arezzo di Trifiletti e saggiamente è stata destinata proprio al castello di Donnafugata; la domenica e nei giorni festivi non mancano i volontari che finalmente tengono a bada chi vuole parcheggiare selvaggiamente sulla corte, problema da me stesso denunciato tempo fa, quando ormai si registrava la costante presenza di una selva di automezzi; infine, non manca qualche interessante iniziativa di richiamo, come il festival del fumetto e dei videogiochi che si terrà in questi giorni, del resto quale luogo potrebbe essere più appropriato per accendere la fantasia, se non uno da fiaba!? E poi è in corso un intervento di restauro, anche se c’è da chiedersi quale sarà l’estetica finale della facciata, al momento solo parzialmente interessata dal rifacimento dell’intonaco, con la parte inferiore rimessa a nuovo e i piani superiori con il loggiato in cui permane l’effetto della patina del tempo”.
“Work in progress, dunque – continua Pavone – ma purtroppo, a parte tutto ciò, – e qualche inevitabile caduta di stile, come certe serate a suon di decibel, fuori contesto e soprattutto irriguardose nei confronti della natura circostante e delle fragilità delle pitture e dei beni custoditi all’interno delle sale – manca l’attenzione per la quotidianità e in particolar modo si sente l’assenza di un referente diretto dell’Amministrazione, in grado di tastare col proprio polso le esigenze e di intervenire conseguentemente. Ed ecco che il prezzo del biglietto resta elevato, in rapporto allo stato attuale di quanto è fruibile, e gli orari continuano ad essere lontani dalle esigenze del pubblico: ma come si fa a tenere chiuso il pomeriggio del sabato (e non solo…), e la domenica chiudere la biglietteria già alle 17,30, con il sole ancora alto e caldo nel cielo!? E non si tratta di una questione di costi, ma di mera organizzazione dei turni: infatti, nonostante tutto, i visitatori sono numerosi, e spiace lasciarne a bocca asciutta tanti, che altrimenti apporterebbero ulteriore linfa alle casse comunali”.
“A questo proposito – dice ancora lo studioso – una strategia più attenta permetterebbe di verificare che una parte importante di essi è costituita da un turismo vicinale, in particolare gite di studenti e anziani provenienti dalle aree limitrofe, mentre rispetto ad altre località turistiche iblee, risulta tangibile la minore presenza di fruitori provenienti dal resto della penisola e soprattutto dall’estero, segno inequivocabile della persistente carenza di una comunicazione adeguata: manca persino un sito internet dedicato, i collegamenti e la segnaletica lasciano molto a desiderare, senza dimenticare che chi viene da fuori, di giorno preferisce andare a mare, mentre i monumenti li va a visitare nel tardo pomeriggio e la sera, quando a Donnafugata si ritrova un bel portone chiuso. Non da ultimo, la corte “accoglie” i visitatori con sporcizia, erbacce, mercanti ambulanti che operano abusivamente con buona pace di chi invece svolge un’attività commerciale regolare (e a questo proposito, non solo al castello sarebbe ora di farla finita con certe scuole di pensiero avvezze a considerare la presenza di qualche bancarella stile fera o’ luni sufficiente per fare attrazione turistica, ignorando regole e qualità!), e i fari sono già accesi alle 18, con il sole splendente, poiché evidentemente nessuno si è reso conto che i bui pomeriggi invernali sono ormai passati e il timer non è stato ancora adeguato. A differenza di Cenerentola, la fiaba di Donnafugata è ancora in attesa dell’arrivo del suo principe: arriverà mai?”.