Sono stati diramati i contenuti del decreto di scioglimento adottato dal Consiglio dei ministri e riguardante lo scioglimento del Comune di Scicli. La relazione del ministro dell´Interno al Presidente della Repubblica è un´analisi dura del contesto che ha portato alla pesantissima decisione. Una relazione ministeriale che ha fatto riferimento a quella del prefetto Annunziato Vardè che, a sua volta, ha tratto tutti gli elementi necessari dal rapporto della commissione di accesso che al momento del commissariamento del Comune di Scicli cominciò a lavorare a palazzo comunale. Nelle sei fitte pagine sottoscritte da Angelino Alfano si parte dal contesto socio-politico ed amministrativo sciclitano nei passi in cui il ministro parla della “sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi”.
Molto pesante appare la descrizione del contesto geografico sciclitano descritto con “una radicata presenza mafiosa che anche con gravi azioni delittuose hanno esteso nel tempo il loro controllo sul tessuto economico e sociale”. A questo proposito si fa riferimento ad una recente indagine dei Carabinieri a seguito della quale il Gip di Catania ha emesso delle ordinanze di custodia cautelare in carcere e al procedimento penale cui è stato sottoposto lo stesso sindaco Franco Susino (nella foto). E proprio sull´ex sindaco si accentra l´attenzione della relazione nel passaggio in cui, riferendo le fasi di avvicinamento alle elezioni del 2012, si dice che Susino si è “accordato con un esponente di spicco della locale consorteria ottenendone l´appoggio nella raccolta di voti fornendo in cambio, già prima delle elezioni, l´impegno di affidare alla locale consorteria la gestione della campagna elettorale e in particolare l´affissione dei manifesti elettorali”.
L´accordo criminoso del sindaco non si ferma qui tuttavia perché furono anche promessi appalti pubblici, contratti, licenze e posti di lavoro a quanti facevano parte della cosca. Il progetto criminoso si concretizza, riporta la relazione, ad elezione avvenuta quando il sindaco favorisce per un esponente di spicco della “consorteria” l´ascesa all’interno del servizio di raccolta dei rifiuti, che a sua volta impone assunzioni di parenti e amici e il licenziamento di personale che si opponeva a questo andazzo.
“La locale consorteria- scrive il ministro- per il perseguimento dei propri interessi ha fatto riferimento anche al vicesindaco e ad alcuni dipendenti comunali”, di cui alcuni, rileva la relazione, hanno precedenti di polizia e di carattere penale. Non ne esce bene neppure la macchina amministrativa sciclitana perché, rilevano gli ispettori, c´è disordine amministrativo, si pratica lo sviamento dai principi di legalità e buon andamento che sono i presupposti perché il condizionamento mafioso penetri. Se questa è la macchina amministrativa anche la politica subisce una bella batosta perché a Scicli c´è una “indebita ingerenza degli organi politici sulla struttura burocratica” e questo viene rilevato non solo nella gestione dei rifiuti ma anche nell’assegnazione dei posti ai mercati rionali e nell’affidamento nei lavori pubblici.
Sorprende per esempio che a Scicli, secondo quanto relazionato dai commissari, per affidare un appalto pubblico, viene nella fattispecie fatto riferimento all’appalto di una scuola e ai lavori di urbanizzazione della zona D2, non viene richiesta la certificazione antimafia alle ditte che si aggiudicano gli appalti. Nel caso specifico l´appalto fu infatti affidato ad una persona che non era in possesso dei requisiti per i gravi reati di associazione a delinquere. Anche i servizi di assistenza sociale sono stati assegnati a persone riconducibili, anche per vincoli parentali, a soggetti appartenenti alla locale consorteria criminale, sulla base di motivazioni del tutto vaghe e generiche.
Le conclusioni del ministro parlano da sole e dicono del perchè dello scioglimento del consiglio comunale: “Esistono nell´amministrazione comunale una serie di condizionamenti volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilità dell´istituzione locale nonchè il pregiudizio degli interessi della collettività”.